Qualche
tempo fa su tutti i giornali, telegiornali, social network, tutti i cittadini
hanno sentito il “grande annuncio” della scomparsa delle province decretata
dalla riforma Delrio, in nome di un contenimento dei costi della politica.
Venivano eliminate all’incirca 2500 “poltrone” con un forte risparmio per
l’erario e con grande soddisfazione per il popolo che vede nei politici degli
odiosi privilegiati da eliminare: si davano in pasto al popolo, ritenuto
acefalo, i consiglieri provinciali per
salvaguardare i veri potenti. Oggi gli stessi cittadini, sconcertati, vedono
tutta una serie di manovre tra sindaci e consiglieri comunali dell’intera
provincia per eleggere i consiglieri provinciali e il presidente della
provincia e si chiedono : “Ci è sfuggito qualcosa?”
No!,
purtroppo non è sfuggito nulla; semplicemente sono stati ancora una volta
ingannati e in politica ingannare il popolo sovrano è il peggior reato che si
possa commettere.
Non sono
scomparse le province, che, ad onor del vero, rappresentano, insieme ai comuni,
le vere realtà territoriali del nostro Paese, e che non andavano affatto
soppresse, ma rafforzate a discapito di realtà puramente politico-affaristiche
come le regioni, comunità montane, Gal, parchi (a)scientifici ect... Ciò che è stato eliminato è la democrazia.
Le “vecchie” Province si occupavano di:
1.
tutela
del territorio;
2.
gestione
delle strade provinciali;
3.
pianificazione
del territorio e del trasporto pubblico e controllo di quello privato;
4.
gestione
dell’edilizia scolastica.
Le “nuove” Province si occuperanno di:
1.
tutela
del territorio;
2.
gestione
delle strade provinciali;
3.
della
pianificazione del territorio e del trasporto pubblico e di controllo di quello
privato;
4.
della
gestione dell’edilizia scolastica.
Esattamente,
quindi, delle stesse cose di cui si occupava la
vecchia provincia. Di più, l’11 settembre 2014, in una riunione tra i
rappresentanti delle varie regioni italiche, si è deciso che ogni regione potrà
delegare ulteriori funzioni alle province, uniche in grado di erogare alcuni
servizi, quali ad esempio il riscaldamento degli edifici scolastici, come ha
ammesso il presidente della regione Piemonte Chiamparino.
A ben
vedere, dunque, l’unica cosa che è stata soppressa è la democrazia. E’ stato
tolto ai cittadini il diritto di
scegliere i propri rappresentanti in seno alla provincia e da popolo sovrano
sono diventati spettatori passivi delle altrui poche volontà.
Ed ecco
il triste show di conciliaboli, di lotte all’interno dei partiti e delle coalizioni,
di patti trasversali, di quella politica deteriore che si teneva oculatamente
celata come polvere sotto un tappeto e di cui si sarebbe fatto volentieri a
meno e che ,invece, va acquisendo i caratteri della vera politica.
Chiunque,
allora, sarà eletto alla carica di
consigliere provinciale, di assessore provinciale, di presidente della
provincia sarà legalmente legittimato ad esercitare tali funzioni, ma per le
modalità elettive non potrà mai avere la certezza del riconoscimento del popolo
sovrano e in democrazia, senza tale riconoscimento, il potere è nullo.
Angelo Mancini