Ieri
sera presentazione della mozione dell'associazione "icoraggiosi" sul
problema diserbanti. Buona partecipazione, il primo passo è stato fatto.
Nei prossimi giorni la mozione sarà protocollata agli uffici dei vari
comuni e ci auguriamo che si avvii quanto prima la discussione nei
consigli comunali. Seguiremo l'iter della mozione e da settembre
avvieremo momenti pubblici di approfondimento per divulgare a tutti le
problematiche inerenti l'uso dei diserbanti in agricoltura.
Al Presidente del Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi (BN)
Sig. Gabriele Sebastianelli
Al Sindaco del Comune di Guardia Sanframondi
Dott. Panza Floriano
Ai Sindaci dei Comuni di
San Lupo
San Lorenzo Maggiore
Ponte
Torrecuso
Solopaca
Castelvenere
Telese
San Salvatore
San Lorenzello
Cerreto Sannita
Cusano Mutri
Vitulano
MOZIONE
“Salvaguardia
del territorio comunale dall’uso dei diserbanti chimici negli interventi di
controllo delle infestanti”
PREMESSO
CHE
•i
comuni di Guardia Sanframondi, Castelvenere, Torrecuso e Solopaca, a forte
vocazione vitivinicola, con il coordinamento della Camera di Commercio di
Benevento, hanno dato vita a un comitato promotore per il riconoscimento delle
Valli Telesina e Vitulanese quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità (riconoscimento
Unesco) con la definizione della proposta progettuale “Il paesaggio del Calore
vinicolo: valorizzazione, innovazione territoriale, sviluppo locale”;
•il
territorio guardiese, ma delle due valli in generale, caratterizzato da una
importante produzione vitivinicola e olivicola, rappresenta nel campo agricolo
una delle più importanti realtà della Regione Campania;
•negli
ultimi anni sul nostro territorio si sono intensificate pratiche di diserbo chimico
che hanno interessato aree agricole, pubbliche e urbane;
•
ci sono sempre più agricoltori che utilizzano il diserbo nelle aree
coltivate e lungo i confini stradali, ma anche semplici
cittadini che irrorano le fasce erbose nei pressi delle loro abitazioni con
erbicidi per evitare lo sviluppo delle erbe
infestanti;
•
si è fatto uso di diserbo, da parte del corpo forestale, anche in aree protette,
come l’area faunistica nei pressi della
pineta di Guardia Sanframondi dove insiste un sorgente d’acqua utilizzata per
l’approvvigionamento di acqua alla rete idrica locale;
•la
pratica del diserbo, erroneamente
considerata come alternativa agli interventi di tipo meccanico, viene oggi
utilizzata anche, sostenuta dalle industrie chimiche che producono il
diserbante più aggressivo e meno selettivo oggi sul mercato (a base di glyphosate),
per il «decoro» delle strade pubbliche e delle scarpate da varie
amministrazioni dello stato;
•
una volta effettuato il primo trattamento si dovrà continuare anche
negli anni successivi per evitare la proliferazione delle erbe più aggressive,
libere di espandersi in seguito alla scomparsa della vegetazione che presidiava
il terreno;
•
il glyphosate è certamente tossico per la vita acquatica e non a caso,
infatti, tra le precauzioni d’uso del diserbante più utilizzato (Roundop)) è
tassativamente vietato irrorare i bordi dei corsi d’acqua e delle zone umide a
causa della sua accertata tossicità, anche a basse concentrazioni, sugli
organismi acquatici;
•
si continua a utilizzare tale pratica lungo le strade (le
scarpate della Caianello-Benevento) ma anche nei pressi di
canali, ruscelli, sorgenti d’acqua, collettori posti ai lati dei tracciati, cabine
che contengono pozzi di attingimento di acqua destinata agli acquedotti
pubblici;
CONSIDERATO
CHE
• Il
diserbante utilizzato è un biocida totale a base di glifosate che trasmuta a
contatto col terreno ma non sparisce. Resta sempre attivo in acqua, entra nella
linfa delle piante, nel frutto, nel vino, nel sangue umano. Contribuisce a
distruggere le difese immunitarie delle piante, a creare la proliferazione di
infiniti parassiti contro i quali vengono usati tonnellate di pesticidi che
aggravano la situazione. La maggior parte dei corsi d’acqua, laddove si
utilizza la pratica del diserbo, vengono inevitabilmente inquinati, i terreni
diventano sempre più sterili, e per poterli coltivare si devono utilizzare tonnellate di concimi chimici (per la fortuna
delle multinazionali). Si crea in questo modo un circuito chiuso distruttivo
che sta conducendo la Terra ad uno squilibrio ecologico gigantesco con tremende
ripercussioni per la salute, l’ambiente e la sopravvivenza della vita di molte
specie animali e vegetali;
•
i risultati di numerose ricerche (esiste ormai una consistente
letteratura internazionale in
materia)
hanno dimostrato la relazione esistente tra l’esposizione umana al glyphosate e
l’insorgenza di malattie, disfunzioni e malformazioni:
1) studi
separati condotti in Svezia hanno collegato l’esposizione al glyphosate alla
leucemia e al linfoma non-Hodgkins (questi tipi di tumori erano molto rari,
tuttavia il linfoma non-Hodgkins è oggi il tumore in più rapida crescita nel
mondo occidentale, mentre negli Stati Uniti d’America negli ultimi quarant’anni
la sua incidenza è aumentata del 73 per cento);
2)
studi dimostrano, inoltre, che l’esposizione al glyphosate, a dosi al di sotto
della classica diluizione a scopo agricolo, è associata a una serie di
alterazioni sulla riproduzione negli esseri umani e in altre specie animali a
causa della sua tossicità sulle cellule della placenta;
•
un rapporto della United States Environmental Protection Agency
dichiara che il glyphosate è estremamente persistente in condizioni di
applicazione normali, mentre studi condotti in Svezia dimostrano che una sua
applicazione può perdurare fino a tre anni;
•
recentemente l’autorevole IARC (Agenzia Internazionale
per la Ricerca sul Cancro, organismo scientifico collegato all’Organizzazione
Mondiale della Sanità) ha introdotto la sostanza chimica (glyphosate) tra
quelle pesantemente sospettate di provocare tumori e danni al Dna
classificandolo come “probabilmente cangerogeno”;
•
i dati pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale (ISPRA) rilevano la presenza del glyphosate e dell’AMPA
(acido aminometilfosfonico, derivante dalla degradazione del glyphosate) tra le
sostanze inquinanti più presenti nelle acque superficiali (dati ripetutamente confermati
per il periodo 2008- 2010, relativi alle ultime rilevazioni effettuate in
Lombardia):
•
gli effetti del trattamento con diserbanti sistemici si manifestano a
distanza di 10-15 giorni, c’è il rischio concreto che, soprattutto lungo le strade
di periferia e in quelle meno trafficate, qualcuno raccolga lungo i margini
stradali piante spontanee per uso alimentare senza rendersi conto della contaminazione
chimica;
•
la mancanza di qualunque segnalazione degli interventi, fino ad oggi
eseguiti dalle province e dall’Ente nazionale per le strade (ANAS spa), risulta
particolarmente grave e lesiva della sicurezza dei cittadini;
•
molti pesticidi sono xenobiotici e dopo la loro immissione
nell’ambiente si mantengono
sostanzialmente
inalterati per lunghi periodi di tempo, arrivando a contaminare, grazie alle
loro caratteristiche di volatilità, persistenza, bioaccumulo e biomagnificazione,
organismi no target e reti alimentari su cui si basa l’organizzazione delle
comunità biologiche naturali, anche a notevoli distanze dal punto iniziale di
contaminazione;
•
l’uso estensivo e sistematico del diserbo prevede una lunga serie di
controindicazioni, tra le quali:
1) mette
a rischio la salute degli operatori (che si possono proteggere) e della
popolazione (ignari automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni,
raccoglitori, agricoltori, cittadini), nebulizzando un prodotto chimico tossico
che agisce a distanza di vari giorni (a seconda della concentrazione può
manifestare i suoi effetti a distanza di diversi giorni e permanere nel terreno
e sulla vegetazione per lungo tempo) lungo le strade e negli abitati;
2)
espone le scarpate sottoposte al diserbo a frane e a smottamenti e a
conseguente elevato rischio di provocare incidenti stradali durante gli eventi
piovosi e nelle ore notturne; 3) abbassa drasticamente la biodiversità vegetale
e animale e la capacità di autoregolazione dei numerosi habitat seminaturali
che garantiscono, oltre a un aspetto gradevole, la funzionalità e la
biodiversità biologica delle scarpate stradali;
4)
riduce sensibilmente l’assorbimento dell’anidride carbonica e l’abbattimento
delle sostanze azotate da parte della copertura vegetale eliminata;
TENUTO
CONTO CHE
•
che il diserbo indiscriminato dei vigneti e uliveti oltre a presentare un
territorio arido e desolato nella stagione del risveglio della vita (la
primavera) potrebbe rappresentare, in un momento dove è forte la ricerca da
parte dei consumatori di prodotti bio e grande è l’attenzione alle etichette di
provenienza, un ostacolo alla vendita dei nostri prodotti di eccellenza;
•
che l’utilizzo del diserbo in agricoltura ha effetti devastanti sulla vita
delle api con ricadute dirette sull’economia degli apicoltori. Basti pensare
che le api sono un vero e proprio mezzo produttivo per l’agricoltura,
necessario all’impollinazione di molte colture orto-frutticole e sementiere (39
specie vegetali su 57, nell’ambito delle più importanti monocolture,
beneficiano di questo servizio), senza trascurare l’importanza fondamentale
nella riproduzione di gran parte delle specie vegetali spontanee più evolute.
Meno api, meno impollinazione, meno garanzia di biodiversità con le conseguenze
nefaste dell'impoverimento botanico;
•
l’assunzione di erbe trattate con diserbante da parte di animali al pascolo (nelle
nostre contrade è ancora in uso il pascolo vagante dei greggi) assicura
facilmente la presenza del glyphosate nel latte e nella carne con la
conseguente presenza della molecola chimica nella catena alimentare umana;
•
che il diserbo dei bordi stradali, rispetto alle tecniche
tradizionali, non presenta alcun vantaggio perchè l’aspetto dei bordi trattati
è oltremodo sgradevole dal punto di vista estetico e non limita in alcun modo
il numero degli interventi in quanto non elimina la necessità delle operazioni
di sfalcio;
•
che il trattamento con fitofarmaci determina numerosi danni diretti e
crea le condizioni per effetti negativi anche gravi e a volte non recuperabili:
1)
non permette alla vegetazione seminaturale di svolgere il ruolo di difesa del
terreno e li espone (soprattutto le scarpate) all’erosione e agli smottamenti;
2) arreca danni gravi alla vegetazione, che
perde istantaneamente molti decenni di maturazione accumulati con il tempo, e
provoca la scomparsa locale di numerose specie (alcune delle quali utilizzate
in enogastronomia per la preparazione di piatti tipici) e l’impossibilità, in
alcuni casi, del ritorno allo stato precedente, neppure dopo l’abbandono della pratica
(dopo due o tre interventi in anni successivi si annulla anche la carica dei
semi del terreno);
3)
arreca danni diretti e indiretti anche alla fauna minore, basti pensare agli
effetti sulle popolazioni di carabidi che hanno uno stretto rapporto con il
terreno e con la qualità della copertura erbacea;
4) rende
obbligatorio l’intervento anche negli anni successivi, in quanto le fasce
denudate se non più trattate vengono invase da poche specie annuali
particolarmente vigorose e aggressive;
5) si
acquistano attrezzature e prodotti chimici inutili, oltre che dannosi, mentre
non si investe nel miglioramento delle conoscenze, della preparazione dei tecnici,
oltre che nell’adeguamento dei mezzi e delle tecniche alternative;
6) si
determina una perdita di maturità degli ecosistemi marginali, con conseguente
riduzione della complessità e della funzionalità sia dal punto di vista
vegetale che animale, tenendo conto, peraltro, che in questo modo si perdono le
siepi spontanee che costituiscono gli ultimi centri di conservazione della
biodiversità;
VISTO
CHE
•
l’Unione europea è intervenuta in questa materia introducendo, nella
direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre
2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo
sostenibile dei pesticidi, un articolo apposito. All’ articolo 11 si legge infatti:
« Gli Stati membri assicurano che siano adottate misure appropriate per
tutelare l’ambiente acquatico e le fonti di approvvigionamento di acqua
potabile dall’impatto dei pesticidi » e, ancora, si auspica « La riduzione, per
quanto possibile, o l’eliminazione dell’applicazione dei pesticidi sulle o lungo
le strade, le linee ferroviarie, le superfici molto permeabili o altre infrastrutture
in prossimità di acque superficiali o sotterranee oppure su superfici
impermeabilizzate che presentano un rischio
elevato
di dilavamento nelle acque superficiali o nei sistemi fognari »;
•
le medesime norme sono state riprese dall’articolo 14 del decreto legislativo
14 agosto 2012, n. 150, con il quale lo Stato Italiano ha recepito la
direttiva;
•
nella stessa direzione vanno la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione
comunitaria in materia di acque, e il regolamento (CE) n. 1107/2009 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione
sul mercato dei prodotti fitosanitaria;
•
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12/02/2014 il
Decreto 22 gennaio 2014 di adozione del Piano di azione nazionale per l’uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), ai sensi dell’articolo 6 del
Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante la “Attuazione della
direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini
dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi“;
•
in Francia, in questi giorni, l’uso
dell’erbicida più famoso al mondo (roundup) è stato vietato nei giardini
privati e nelle aree verdi pubbliche, che in altre nazioni come El Salvador e
Sri Lanka ne è stato bandito l’uso anche in agricoltura e che altri paesi
europei si accingono a farlo;
• la Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente (ISDE) ha recentemente chiesto all'Unione europea di vietare senza eccezioni, il glifosate e anche i quattro insetticidi recentemente valutati dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l'agenzia specializzata cancro del Mondo Health Organization (WHO);
• altri comuni italiani (Malles-Ancona-Cannole-Seveso-Castelmagno -Castell'Umberto-Villacidro-Atena Lucana) hanno già vietato o limitato l’uso dei prodotti a base di glyphosate sui loro territori
IMPEGNA
IL SINDACO E LA GIUNTA
•
ad attivarsi utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (delibere,
ordinanze, regolamenti ecc. ) per normare e porre limiti all’utilizzo di
sostanze diserbanti chimiche all’interno
del territorio comunale a salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e
della biodiversità;
•
a disincentivare l’utilizzo della pratica del diserbo in agricoltura
in favore di tecniche alternative naturali al fine di classificare il nostro
territorio quale territorio esente da diserbanti;
•
all’adozione del simbolo ”dell’ape Rosina” come marchio di qualità,
per i prodotti coltivati sul nostro territorio, a denotare una coltivazione
senza utilizzo di prodotti diserbanti;
•
a garantire che nei bandi di gara emanati dal comune per gli appalti
pubblici riguardanti gli interventi di contenimento delle infestanti venga
indicato come unica tipologia di intervento possibile quello meccanico;
•
a interloquire con i responsabili del settore manutenzione strade
della Provincia affinchè all’interno del territorio provinciale vengano
utilizzati esclusivamente metodi di tipo meccanico nelle operazioni compiute
dalla ditte loro incaricate;
•
ad informare attraverso incontri e comunicazioni scritte i rivenditori
sul territorio comunale e tutti i cittadini sui rischi per l’ambiente e per la
salute umana nell’utilizzo e di vendita di prodotti diserbanti;
•
ad integrare il regolamento di polizia rurale vigente con l’articolo
per la tutela e salvaguardia dell’ambiente rurale agricolo che si sottopone in
calce.
Guardia
Sanframondi, li' 10.07.2015
Il Presidente de “icoraggiosi onlus”
Dott. Gaetano Morone
____________________________
Art. ……. Tutela e salvaguardia
dell’ambiente rurale agricolo.
Utilizzo di sostanze diserbanti chimiche
Nel
territorio comunale e in particolare sulla vegetazione spontanea sviluppata:
-
lungo la viabilità stradale, definita dal codice della strada;
- lungo la viabilità privata costituita da
strade poderali, interpoderali, vicinali e di altro genere;
- lungo le massicciate ferroviarie, comprese le
scarpate di pertinenza delle stesse;
- lungo la rete idrica superficiale, sulle
sponde dei fiumi, di canali, ruscelli e ambienti umidi
naturali o artificiali;
-
all’interno di aree naturali protette costituite in parchi o oasi naturali;
- in
tutte le aree naturali e seminaturali quali boschi e pascoli;
-
all’interno delle aree urbane, compresi cimitero, impianti sportivi, ville
comunali, aree
verdi pubbliche e private;
- in
aree agricole con qualsiasi tipo di coltura;
è vietato
effettuare
interventi di diserbo chimico o con
sostanze tossiche anche di tipo naturale o con soluzione saline di qualsiasi
genere.
L’inosservanza
di dette disposizione, senza pregiudizio per l’esercizio dell’eventuale azione
penale, comporterà l’applicazione della sanzione pecunaria da € 200 a €
600,00 da applicarsi in base al disposto
della legge 689 del 1981
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