sabato 11 luglio 2015

Mozione de icoraggiosi

Ieri sera presentazione della mozione dell'associazione "icoraggiosi" sul problema diserbanti. Buona partecipazione, il primo passo è stato fatto. Nei prossimi giorni la mozione sarà protocollata agli uffici dei vari comuni e ci auguriamo che si avvii quanto prima la discussione nei consigli comunali. Seguiremo l'iter della mozione e da settembre avvieremo momenti pubblici di approfondimento per divulgare a tutti le problematiche inerenti l'uso dei diserbanti in agricoltura.


 

Al Presidente del Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi (BN)
Sig. Gabriele Sebastianelli
Al Sindaco del Comune di Guardia Sanframondi
Dott. Panza Floriano

Ai Sindaci dei Comuni di
San Lupo
San Lorenzo Maggiore
Ponte
Torrecuso
Solopaca
Castelvenere
Telese
San Salvatore
San Lorenzello
Cerreto Sannita
Cusano Mutri
Vitulano


MOZIONE


“Salvaguardia del territorio comunale dall’uso dei diserbanti chimici negli interventi di controllo delle infestanti”



PREMESSO CHE

•i comuni di Guardia Sanframondi, Castelvenere, Torrecuso e Solopaca, a forte vocazione vitivinicola, con il coordinamento della Camera di Commercio di Benevento, hanno dato vita a un comitato promotore per il riconoscimento delle Valli Telesina e Vitulanese quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità (riconoscimento Unesco) con la definizione della proposta progettuale “Il paesaggio del Calore vinicolo: valorizzazione, innovazione territoriale, sviluppo locale”;

•il territorio guardiese, ma delle due valli in generale, caratterizzato da una importante produzione vitivinicola e olivicola, rappresenta nel campo agricolo una delle più importanti realtà della Regione Campania;

•negli ultimi anni sul nostro territorio si sono intensificate pratiche di diserbo chimico che hanno interessato aree agricole, pubbliche e urbane;

ci sono sempre più agricoltori che utilizzano il diserbo nelle aree coltivate e lungo i confini stradali, ma anche semplici cittadini che irrorano le fasce erbose nei pressi delle loro abitazioni con erbicidi per evitare lo sviluppo delle erbe infestanti;

• si è fatto uso di diserbo, da parte del corpo forestale, anche in aree protette, come l’area faunistica  nei pressi della pineta di Guardia Sanframondi dove insiste un sorgente d’acqua utilizzata per l’approvvigionamento di acqua alla rete idrica locale;

la pratica del diserbo,  erroneamente considerata come alternativa agli interventi di tipo meccanico, viene oggi utilizzata anche, sostenuta dalle industrie chimiche che producono il diserbante più aggressivo e meno selettivo oggi sul mercato (a base di glyphosate), per il «decoro» delle strade pubbliche e delle scarpate da varie amministrazioni dello stato;

una volta effettuato il primo trattamento si dovrà continuare anche negli anni successivi per evitare la proliferazione delle erbe più aggressive, libere di espandersi in seguito alla scomparsa della vegetazione che presidiava il terreno;

il glyphosate è certamente tossico per la vita acquatica e non a caso, infatti, tra le precauzioni d’uso del diserbante più utilizzato (Roundop)) è tassativamente vietato irrorare i bordi dei corsi d’acqua e delle zone umide a causa della sua accertata tossicità, anche a basse concentrazioni, sugli organismi acquatici;

si continua a utilizzare tale pratica lungo le strade (le scarpate della Caianello-Benevento) ma anche nei pressi di canali, ruscelli, sorgenti d’acqua, collettori posti ai lati dei tracciati, cabine che contengono pozzi di attingimento di acqua destinata agli acquedotti pubblici;

CONSIDERATO CHE

• Il diserbante utilizzato è un biocida totale a base di glifosate che trasmuta a contatto col terreno ma non sparisce. Resta sempre attivo in acqua, entra nella linfa delle piante, nel frutto, nel vino, nel sangue umano. Contribuisce a distruggere le difese immunitarie delle piante, a creare la proliferazione di infiniti parassiti contro i quali vengono usati tonnellate di pesticidi che aggravano la situazione. La maggior parte dei corsi d’acqua, laddove si utilizza la pratica del diserbo, vengono inevitabilmente inquinati, i terreni diventano sempre più sterili, e per poterli coltivare si devono utilizzare  tonnellate di concimi chimici (per la fortuna delle multinazionali). Si crea in questo modo un circuito chiuso distruttivo che sta conducendo la Terra ad uno squilibrio ecologico gigantesco con tremende ripercussioni per la salute, l’ambiente e la sopravvivenza della vita di molte specie animali e vegetali;

i risultati di numerose ricerche (esiste ormai una consistente letteratura internazionale in
materia) hanno dimostrato la relazione esistente tra l’esposizione umana al glyphosate e l’insorgenza di malattie, disfunzioni e malformazioni:
1) studi separati condotti in Svezia hanno collegato l’esposizione al glyphosate alla leucemia e al linfoma non-Hodgkins (questi tipi di tumori erano molto rari, tuttavia il linfoma non-Hodgkins è oggi il tumore in più rapida crescita nel mondo occidentale, mentre negli Stati Uniti d’America negli ultimi quarant’anni la sua incidenza è aumentata del 73 per cento);
2) studi dimostrano, inoltre, che l’esposizione al glyphosate, a dosi al di sotto della classica diluizione a scopo agricolo, è associata a una serie di alterazioni sulla riproduzione negli esseri umani e in altre specie animali a causa della sua tossicità sulle cellule della placenta;

un rapporto della United States Environmental Protection Agency dichiara che il glyphosate è estremamente persistente in condizioni di applicazione normali, mentre studi condotti in Svezia dimostrano che una sua applicazione può perdurare fino a tre anni;

• recentemente  l’autorevole IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, organismo scientifico collegato all’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha introdotto la sostanza chimica (glyphosate) tra quelle pesantemente sospettate di provocare tumori e danni al Dna classificandolo come “probabilmente cangerogeno”;

i dati pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) rilevano la presenza del glyphosate e dell’AMPA (acido aminometilfosfonico, derivante dalla degradazione del glyphosate) tra le sostanze inquinanti più presenti nelle acque superficiali (dati ripetutamente confermati per il periodo 2008- 2010, relativi alle ultime rilevazioni effettuate in Lombardia):

gli effetti del trattamento con diserbanti sistemici si manifestano a distanza di 10-15 giorni, c’è il rischio concreto che, soprattutto lungo le strade di periferia e in quelle meno trafficate, qualcuno raccolga lungo i margini stradali piante spontanee per uso alimentare senza rendersi conto della contaminazione chimica;

la mancanza di qualunque segnalazione degli interventi, fino ad oggi eseguiti dalle province e dall’Ente nazionale per le strade (ANAS spa), risulta particolarmente grave e lesiva della sicurezza dei cittadini;

molti pesticidi sono xenobiotici e dopo la loro immissione nell’ambiente si mantengono
sostanzialmente inalterati per lunghi periodi di tempo, arrivando a contaminare, grazie alle loro caratteristiche di volatilità, persistenza, bioaccumulo e biomagnificazione, organismi no target e reti alimentari su cui si basa l’organizzazione delle comunità biologiche naturali, anche a notevoli distanze dal punto iniziale di contaminazione;

l’uso estensivo e sistematico del diserbo prevede una lunga serie di controindicazioni, tra le quali:
1) mette a rischio la salute degli operatori (che si possono proteggere) e della popolazione (ignari automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni, raccoglitori, agricoltori, cittadini), nebulizzando un prodotto chimico tossico che agisce a distanza di vari giorni (a seconda della concentrazione può manifestare i suoi effetti a distanza di diversi giorni e permanere nel terreno e sulla vegetazione per lungo tempo) lungo le strade e negli abitati;
2) espone le scarpate sottoposte al diserbo a frane e a smottamenti e a conseguente elevato rischio di provocare incidenti stradali durante gli eventi piovosi e nelle ore notturne; 3) abbassa drasticamente la biodiversità vegetale e animale e la capacità di autoregolazione dei numerosi habitat seminaturali che garantiscono, oltre a un aspetto gradevole, la funzionalità e la biodiversità biologica delle scarpate stradali;
4) riduce sensibilmente l’assorbimento dell’anidride carbonica e l’abbattimento delle sostanze azotate da parte della copertura vegetale eliminata;





TENUTO CONTO CHE


• che il diserbo indiscriminato dei vigneti e uliveti oltre a presentare un territorio arido e desolato nella stagione del risveglio della vita (la primavera) potrebbe rappresentare, in un momento dove è forte la ricerca da parte dei consumatori di prodotti bio e grande è l’attenzione alle etichette di provenienza, un ostacolo alla vendita dei nostri prodotti di eccellenza;

• che l’utilizzo del diserbo in agricoltura ha effetti devastanti sulla vita delle api con ricadute dirette sull’economia degli apicoltori. Basti pensare che le api sono un vero e proprio mezzo produttivo per l’agricoltura, necessario all’impollinazione di molte colture orto-frutticole e sementiere (39 specie vegetali su 57, nell’ambito delle più importanti monocolture, beneficiano di questo servizio), senza trascurare l’importanza fondamentale nella riproduzione di gran parte delle specie vegetali spontanee più evolute. Meno api, meno impollinazione, meno garanzia di biodiversità con le conseguenze nefaste dell'impoverimento botanico;

• l’assunzione di erbe trattate con diserbante da parte di animali al pascolo (nelle nostre contrade è ancora in uso il pascolo vagante dei greggi) assicura facilmente la presenza del glyphosate nel latte e nella carne con la conseguente presenza della molecola chimica nella catena alimentare umana;

che il diserbo dei bordi stradali, rispetto alle tecniche tradizionali, non presenta alcun vantaggio perchè l’aspetto dei bordi trattati è oltremodo sgradevole dal punto di vista estetico e non limita in alcun modo il numero degli interventi in quanto non elimina la necessità delle operazioni di sfalcio;


che il trattamento con fitofarmaci determina numerosi danni diretti e crea le condizioni per effetti negativi anche gravi e a volte non recuperabili:
1) non permette alla vegetazione seminaturale di svolgere il ruolo di difesa del terreno e li espone (soprattutto le scarpate) all’erosione e agli smottamenti;
 2) arreca danni gravi alla vegetazione, che perde istantaneamente molti decenni di maturazione accumulati con il tempo, e provoca la scomparsa locale di numerose specie (alcune delle quali utilizzate in enogastronomia per la preparazione di piatti tipici) e l’impossibilità, in alcuni casi, del ritorno allo stato precedente, neppure dopo l’abbandono della pratica (dopo due o tre interventi in anni successivi si annulla anche la carica dei semi del terreno); 
3) arreca danni diretti e indiretti anche alla fauna minore, basti pensare agli effetti sulle popolazioni di carabidi che hanno uno stretto rapporto con il terreno e con la qualità della copertura erbacea;
4) rende obbligatorio l’intervento anche negli anni successivi, in quanto le fasce denudate se non più trattate vengono invase da poche specie annuali particolarmente vigorose e aggressive;
5) si acquistano attrezzature e prodotti chimici inutili, oltre che dannosi, mentre non si investe nel miglioramento delle conoscenze, della preparazione dei tecnici, oltre che nell’adeguamento dei mezzi e delle tecniche alternative;
6) si determina una perdita di maturità degli ecosistemi marginali, con conseguente riduzione della complessità e della funzionalità sia dal punto di vista vegetale che animale, tenendo conto, peraltro, che in questo modo si perdono le siepi spontanee che costituiscono gli ultimi centri di conservazione della biodiversità;

VISTO CHE

l’Unione europea è intervenuta in questa materia introducendo, nella direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, un articolo apposito. All’ articolo 11 si legge infatti: « Gli Stati membri assicurano che siano adottate misure appropriate per tutelare l’ambiente acquatico e le fonti di approvvigionamento di acqua potabile dall’impatto dei pesticidi » e, ancora, si auspica « La riduzione, per quanto possibile, o l’eliminazione dell’applicazione dei pesticidi sulle o lungo le strade, le linee ferroviarie, le superfici molto permeabili o altre infrastrutture in prossimità di acque superficiali o sotterranee oppure su superfici impermeabilizzate che presentano un rischio
elevato di dilavamento nelle acque superficiali o nei sistemi fognari »;

le medesime norme sono state riprese dall’articolo 14 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, con il quale lo Stato Italiano ha recepito la direttiva;

nella stessa direzione vanno la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, e il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitaria;

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12/02/2014 il Decreto 22 gennaio 2014 di adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), ai sensi dell’articolo 6 del Decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante la “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi“;

• in Francia, in questi giorni,  l’uso dell’erbicida più famoso al mondo (roundup) è stato vietato nei giardini privati e nelle aree verdi pubbliche, che in altre nazioni come El Salvador e Sri Lanka ne è stato bandito l’uso anche in agricoltura e che altri paesi europei si accingono a farlo;

• la Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente (ISDE) ha recentemente chiesto all'Unione europea di vietare senza eccezioni, il glifosate e anche i quattro insetticidi recentemente valutati dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l'agenzia specializzata cancro del Mondo Health Organization (WHO);
 
• altri comuni italiani (Malles-Ancona-Cannole-Seveso-Castelmagno -Castell'Umberto-Villacidro-Atena Lucana) hanno già vietato o limitato l’uso dei prodotti a base di glyphosate sui loro territori
 

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

ad attivarsi utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (delibere, ordinanze, regolamenti ecc. ) per normare e porre limiti all’utilizzo di sostanze diserbanti  chimiche all’interno del territorio comunale a salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità;

a disincentivare l’utilizzo della pratica del diserbo in agricoltura in favore di tecniche alternative naturali al fine di classificare il nostro territorio quale territorio esente da diserbanti;

all’adozione del simbolo ”dell’ape Rosina” come marchio di qualità, per i prodotti coltivati sul nostro territorio, a denotare una coltivazione senza utilizzo di prodotti diserbanti;

a garantire che nei bandi di gara emanati dal comune per gli appalti pubblici riguardanti gli interventi di contenimento delle infestanti venga indicato come unica tipologia di intervento possibile quello meccanico;

a interloquire con i responsabili del settore manutenzione strade della Provincia affinchè all’interno del territorio provinciale vengano utilizzati esclusivamente metodi di tipo meccanico nelle operazioni compiute dalla ditte loro incaricate;

ad informare attraverso incontri e comunicazioni scritte i rivenditori sul territorio comunale e tutti i cittadini sui rischi per l’ambiente e per la salute umana nell’utilizzo e di vendita di prodotti diserbanti;

ad integrare il regolamento di polizia rurale vigente con l’articolo per la tutela e salvaguardia dell’ambiente rurale agricolo che si sottopone in calce.






Guardia Sanframondi, li' 10.07.2015




Il Presidente de “icoraggiosi onlus
                                                                                       Dott. Gaetano Morone

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Art. ……. Tutela e salvaguardia dell’ambiente rurale agricolo.

Utilizzo di sostanze diserbanti chimiche

Nel territorio comunale e in particolare sulla vegetazione spontanea sviluppata:

- lungo la viabilità stradale, definita dal codice della strada;

-  lungo la viabilità privata costituita da strade poderali, interpoderali, vicinali e di altro genere;

-  lungo le massicciate ferroviarie, comprese le scarpate di pertinenza delle stesse;

-  lungo la rete idrica superficiale, sulle sponde dei fiumi, di canali, ruscelli e ambienti umidi  
   naturali o artificiali;

- all’interno di aree naturali protette costituite in parchi o oasi naturali;

- in tutte le aree naturali e seminaturali quali boschi e pascoli;

- all’interno delle aree urbane, compresi cimitero, impianti sportivi, ville comunali, aree 
  verdi pubbliche e private;

- in aree agricole con qualsiasi tipo di coltura;

è vietato

effettuare interventi di diserbo chimico  o con sostanze tossiche anche di tipo naturale o con soluzione saline di qualsiasi genere.

L’inosservanza di dette disposizione, senza pregiudizio per l’esercizio dell’eventuale azione penale, comporterà l’applicazione della sanzione pecunaria da € 200 a € 600,00  da applicarsi in base al disposto della legge 689 del 1981


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