di Claudio Pappaianni. Luigi Cesaro, uomo forte di Berlusconi in Campania e re della spazzatura, è ufficialmente indagato per i suoi rapporti con la cosca dei Casalesi. Un'inchiesta che potrebbe terremotare un intero sistema di potere. Indagato per camorra: Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli con l'accusa di aver avuto rapporti con il gruppo dei Casalesi capeggiato da Francesco Bidognetti per mettere le mani su un affare immobiliare da 50 milioni di euro.Lo riferisce l'edizione odierna de 'Il Mattino', con un articolo a firma di Rosaria Capacchione, la giornalista che da due anni vive sotto scorta per le minacce subite dai boss del clan dei Casalesi.A chiamare in causa il deputato vicino al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è l'avvocato Michele Santonastaso, a lungo legale degli stessi boss attualmente agli arresti.Le sue rivelazioni, contenute nelle oltre trecento pagine di verbale dell'interrogatorio del 25 marzo scorso, parlano di rapporti tra la camorra, la politica, le imprese e il mondo delle professioni.
Santonastaso, in particolare, si sofferma sulle dichiarazioni di un altro pentito del clan, Luigi Guida detto O' Ndrink, che gli avrebbe parlato degli interessi comuni della famiglia Cesaro e dei Casalesi nell'affare del Pip di Lusciano, piccolo centro del casertano.In particolare, Cesaro avrebbe offerto a Luigi Guida, incaricato di realizzare i progetti del Pip, una percentuale maggiore per la realizzazione dei lavori di quella già presentata dall'imprenditore Emini.
Nel settembre 2008 era stato 'L'Espresso' con un'inchiesta a firma di Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi, a parlare per primo dell'affaire sospetto e dei rapporti tra Cesaro e la mafia di Gomorra, citando le accuse dello stesso Guida e di un altro pentito Gaetano Vassallo.Cesaro in passato era già stato arrestato e processato per camorra. Erano i tempi della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo: il Presidente della Provincia di Napoli fu arrestato nel febbraio del 1984 e condannato un anno dopo in primo grado a 5 anni. Fu assolto in appello nel 1986, ma non senza che i giudici avanzassero dubbi e sospetti sul suo rapporto con la NCO: «Il quadro probatorio relativo alla posizione del Cesaro non può definirsi tranquillante». E ancora: «Il dubbio che l'imputato abbia, in qualche modo, reso favori ai suddetti personaggi per ingraziarseli sussiste e non è superabile dalle contrastanti risultanze processuali». Ci penserà Corrado Carnevale, passato alla storia come il giudice ammazza-sentenze, a cancellare in Cassazione tutte le accuse a Cesaro, che sarà assolto "per non aver commesso il fatto".
Da allora Giggino A' Purpetta, come lo chiamano a Sant'Antimo, suo paese natale, ne ha fatta di strada: con i buoni uffici dell'amico e collega di partito Nicola Cosentino, e a suon di tessere e mozzarelle fatte recapitare direttamente ad Arcore, Cesaro è riuscito prima a farsi eleggere deputato e poi a conquistare la Presidenza della Provincia della terza città d'Italia. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.A parte le gaffe che lo hanno reso celebre, la caratteristica principale del suo mandato è stata, finora, l'inefficienza. Un esempio su tutti: i rifiuti. Luigi Cesaro avrebbe dovuto aprire una nuova discarica dove portare la monnezza di Napoli. Ha scelto, invece, di portare i rifiuti fuori regione, con costi doppi e risultati pessimi.
La monnezza è ancora lì. Cesaro pure. Per ora.
domenica 17 luglio 2011
Camorra, ora il Pdl trema
giovedì 14 luglio 2011
E vai
Questo studio afferma che nel 2010, nel mondo, gli investimenti globali nel sole, nel vento, nelle biomasse sono aumentati del 32% rispetto all’anno precedente e hanno raggiunto la cifra, ormai ragguardevole, di 211 miliardi di dollari. Tra il 2004 e il 2010 gli investimenti nelle “Nuove rinnovabili” sono cresciuti del 540% imponendosi come il settore emergente nel mercato mondiale dell’energia.
A tirare è soprattutto l’eolico (94,7 miliardi di dollari, + 30% rispetto al 2009). Ma se si prende in considerazione la spesa per i piccoli pannelli solari, il sole tiene assolutamente botta, con un investimento di 86 miliardi in crescita del 52% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un autentico boom, che ha consentito di abbattere in un solo anno del 18% il costo per megawatt delle turbine eoliche e, addirittura, del 60% il costo per megawatt dei pannelli fotovoltaici.
Da questo rapporto si evince la mappa degli investimenti. L’Asia e l’Oceania è l’area del mondo dove si investe di più (oltre il 59%), seguita dall’Europa (35%), Nord America (30%) e Sud America (13%). Chiudono Africa e Medio Oriente col 5%. Per la prima volta nel 2010 gli investimenti dei paesi a economia emergente hanno superato quelli dei paesi di antica industrializzazione. La Cina, con 49,8 miliardi di investimenti, è il paese che traina la crescita. Seguono la Germania (41 miliardi di investimenti), che sta puntando moltissimo sul “piccolo solare”, e gli Stati Uniti (29,6 miliardi). Quarta è l’Italia (13,8 miliardi di investimenti), con una crescita equilibrata delle grandi e piccole infrastrutture. Tra i paesi a economia emergente si segnalano, dopo la Cina, il Brasile e l’India.
Un discorso specifico merita l’Europa. Che è l’unica regione al mondo dove gli investimenti finanziari sono diminuiti (del 22%), ma sono stati ampiamente compensati dalla creazione di progetti a piccola scala. In Germania, per esempio, i “pannelli sui tetti” rappresentano ormai quasi il 90% dei nuovi investimenti. E anche in Italia i piccoli progetti rappresentano la metà degli investimenti. Al contrario, in Cina sono i grandi investimenti finanziari a rappresentare la quasi totalità della spesa.
Alla luce di queste e altre cifre è possibile tirare qualche conclusione. Le “nuove rinnovabili” si propongono come il settore forse principale in cui si gioca non solo la partita energetica, ma la grande partita dell’innovazione. Sono in grado almeno di accettare la sfida per proporsi, insieme al risparmio, come la grande alternativa ai combustibili fossili per un radicale cambiamento del paradigma energetico. L’abbattimento dei costi procede veloce. L’eolico su terraferma è ormai competitivo con le fonti tradizionali e anche il solare, almeno nei paesi più irraggiati, non ha più costi fuori mercato.
L’Asia si conferma come l’area del mondo più competitiva. E questa è una buona notizia, perché questa volta la competizione ha il carattere della sostenibilità ecologica.
lunedì 11 luglio 2011
La vera emergenza ambientale
Comunicato de Icoraggiosi 11 luglio 2011

La Bretella è la vera devastazione del nostro territorio.
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