Ad
un giorno di distanza dal red carpet hollywoodiano anche in Italia nella notte
di lunedì sono stati assegnati gli oscar del cinema 2013. Cinque anni dopo l’
ultima edizione a contendersi le preziose statuette sono stati i sei registi
che per circa due mesi hanno proiettato le loro pellicole monopolizzando, tranne
uno, le sale cinematografiche degli italiani. Iniziamo subito col dire che le
sorprese (ma davvero sono tali ?) questa volta (e meno male) non sono mancate.
A
vincere come miglior film è stata una pellicola indipendente di un caloroso regista
ligure, Beppe Cicala, alla sua opera prima in campo nazionale e che con “Il
Movimento delle Stelle” si aggiudica la prima di cinque statuette. Sostenuto da
una valanga di consensi da parte dell’accademy italiana si aggiudica anche
l’oscar alla regia condiviso con tutto il suo numerosissimo staff e quello alla
scenografia. Un riconoscimento quest’ultimo per aver riempito le piazze
italiane vuote da tempo. Oscar anche per la fotografia di un Paese che ora tutti
vedono e che prima ignoravano. Oscar anche per il sonoro, da urlo .Gradito e
applaudito in tutta Italia.
Delusione
invece per il colossal “Vita di Piddì” dato per favorito, che non riuscendo (mai) a sfondare conquista solamente due
statuette. Una come miglior attore non protagonista assegnata all’ attore ed
anche regista del film Bers Lee. L’altra per il (s)montaggio di un ampio
vantaggio iniziale sperperato in un paio di settimane di inutili ciak senza
ascoltare i gusti della gente. Statuette da meditazione (molta), da mettere sul
comodino … in cameretta.
Si
salva in extremis l’altro colossal, “La mia libertà” che vince pure due
statuette. Quella come miglior attore
protagonista che va al suo unico interprete (direi) Arcorman, un attore super
capace di fare tutto da solo, anche di mettersi dietro la macchina da presa
quando il suo fido regista Alf ( vero extraterrestre ) abbandona subito le
riprese visto che non sfondava. Un film infiocchettato di promesse e regali ma
con una scenografia piatta come quella di uno schermo televisivo. A “La mia
libertà va anche la statuetta come miglior make-up (si dice che per Arcorman ne
sia stato usato un bel po’ per conservarlo bene in questa lunga rincorsa).
Si
aggiudica due statuette anche il film di animazione “Supermario Flop” che
ottiene la statuetta come miglior cartoon non animato (e assolutamente da non
rianimare) e quella come miglior effetti speciali dato che ha fatto scomparire
e dimenticare vecchi cartoon come “Gigroccò” , “Mazingacesa” e “Giandrake”. Un
solo rammarico: peccato non averci riuscito anche con “Le avventure di Arsenio
Pierferd III ”.
Una
sola statuetta va al tragicomico film “Il declinio di un sogno”, la storia vera
di un uomo eccentrico che crede di essere un economista con master a Chicago e
che un brutto giorno si sveglia e capisce che è stato solo un sogno. A
consolarlo ci saranno però i suoi baffi e i suoi abiti. Oscar … per i costumi
più belli. Ovviamente.
Miglior
cortometraggio è “ A’ Rivvoluzzione eh ”. Nemmeno inizia e già finisce. Agli interpreti
Antò e Tonì non saranno riservati neanche i posti in platea per partecipare al prossimo
importante festival cinematografico, quello del Quirinale.
Questa
la parola dei giurati. Appuntamento tra cinque anni al prossimo festival del
cinema italiano. O prima …?!
Elvio Falato
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