In questi giorni a Guardia Sanframondi, come ben promossa
dall’Amministrazione Comunale, si terrà la lodevole iniziativa Convention
nazionale delle città del vino “Vino e Territorio”. A tal proposito ho ricevuto
via mail un invito di partecipazione corredato dal programma generale della
manifestazione. Il programma, almeno nella forma, è ricco di approfondimenti e
seminari che mettono al centro della discussione il nostro territorio con lo
scopo di esaltarne le eccellenze.
Da qualche giorno, evidentemente merito dell’iniziativa, più
persone hanno sentito il bisogno di dare un contributo al tema con articoli apparsi
su internet che si occupano della salvaguardia del nostro territorio. Ognuno
propone la sua ricetta per la tutela dei nostri luoghi (ho molti dubbi sulle
proposte di chi è contrario alle energie rinnovabili e propone un ritorno a
fonti di energie inquinanti).
Evidentemente questa voglia di partecipazione è giustificata
dal fatto che i numerosi incontri previsti dalla Convention non prevedono
nessuna forma di dibattito pubblico.
Uno degli incontri “Vino al Vino – Raccontare il Territorio”
si occupa della viticoltura di qualità in un ambiente di qualità. I nostri luoghi
hanno tanto da raccontare sia sotto l’aspetto naturalistico sia
storico-artistico e non sono inferiori a quelli di altre realtà più conosciute.
La nostra viticoltura per la storia, per i luoghi e per le capacità dei nostri
contadini ha tutte le possibilità per essere una viticoltura di qualità. Il
binomio ambiente di qualità e viticoltura di qualità è fondamentale per la
valorizzazione sia del prodotto vitivinicolo sia del territorio.
Questi incontri si occuperanno di diverse tematiche,
sicuramente si riparlerà ancora una volta delle potenzialità che il nostro
territorio offre, delle potenzialità dei nostri prodotti e non vorrei che come
al solito tutto finisse con un bla bla bla e una passerella di politici e
ministri. Non è questo di cui ha bisogno il nostro territorio. Il nostro
territorio ha bisogno di essere salvaguardato e la nostra viticoltura deve continuare
a crescere e generare vini di eccellenza. Non so quali aspetti relativi al
territorio si affronteranno nei vari incontri programmati, perciò intendo porne
qualcuno all’attenzione di tutti nell’ottica di offrire un contributo da
persona che vive e conosce il nostro territorio, perché certo che nessuno di
questi temi sarà oggetto di discussione.
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Diserbanti:
da alcuni anni anche il nostro territorio è fatto oggetto di uso di diserbanti.
Chi visita i nostri vigneti in primavera invece di trovare un territorio verde
e caratterizzato dai colori dei fiori delle varie erbe che crescono spontanee,
è costretto ad ammirare un paesaggio ingiallito composto dalle erbe secche
diserbate. Le erbe (cicorie, borraggine, ecc..) utilizzate per preparare piatti
tipici tradizionali sono sempre più rare. La microfauna (insetti, lumache,
ecc..) sta scomparendo. Studi svolti da autorevoli istituti universitari
americani hanno dimostrato la pericolosità dell’uso di diserbanti in
agricoltura (feti malformati in animali che hanno pascolato su terreni oggetti
di uso di diserbanti).
Salvaguardia
del territorio significa mettere al bando l’uso di diserbanti e poter scrivere
sulle etichette dei nostri vini la dizione “ vino prodotto in un territorio
dove è bandito l’uso di diserbanti”.
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Strade:
le strade rurali del nostro territorio di anno in anno diventano sempre più
simili a ruscelli e quindi impraticabili. Il visitatore che intende ammirare i
nostri vigneti spesso s’imbatte in strade percorribili solo con fuoristrada.
Salvaguardia del territorio significa avere
strade interpoderali bianche percorribili e non in stato di abbandono.
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Manutenzione:
i cigli delle strade e le cunette di raccolta delle acque spesso sono ricoperti
di erbacce e terreno che non ne consentono l’importante ruolo di far defluire
le acque piovane fino ai ruscelli.
Salvaguardia
del territorio significa cura dei terreni e manutenzione di fossi e cunette lungo le strade.
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Regimentazione
acque: la scomparsa delle cunette e dei fossi, presenti in passato nei
nostri vigneti, che garantivano il regolare deflusso delle acque piovane
provoca oggi il fenomeno del dilavamento dei terreni. La diretta conseguenza è
che anche piccole piogge diventano alluvioni che erodono i terreni superficiali
più fertili.
Salvaguardia del territorio significa una
corretta regimentazione delle acque.
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Bretella:
decine di anni addietro la bretella ci fu presentata come la strada che avrebbe
portato sviluppo nei nostri territori. A distanza di anni si è dimostrato che
non solo non ha portato nessuno sviluppo ma è diventata un elemento di
negatività del nostro territorio. Chi la percorre (e non potrebbe perché
segnalata come strada chiusa al traffico e mai collaudata ) si trova di fronte
a discariche di immondizia, buche, piante di tutti i tipi, zona umida con
cascate e relative piante acquatiche e alla fine del suo corso addirittura
sbarrata da un condotta dell’acquedotto dell’Alto Calore. La sua realizzazione
ha sottratto decine di ettari di terreni collinari ai viticoltori del nostro
territorio tra l’altro espropriati e non ancora pagati.
Salvaguardia del territorio significa mettere
riparo al danno provocato da questa inutile opera almeno tenendola in buono
stato e rendendola utilizzabile.
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Conservazione
terrazzamenti: il nostro territorio essendo per lo più collinare è formato da
svariati terrazzamenti. Questi ultimi oltre ad assolvere la funzione di
rallentamento delle acque piovane caratterizzano il nostro paesaggio donandogli
quel particolare e piacevole aspetto a gradoni. I nostri avi per anni hanno
coltivato la vite su questi terrazzamenti, ma da alcuni anni ormai si
preferisce eliminarli danneggiando il paesaggio a favore di una più facile
lavorazione dei terreni.
Salvaguardia del territorio significa
conservare i terrazzamenti introducendo opportuni strumenti che non ne
consentano la scomparsa.
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Depurazione
acque: il nostro comune, come altri della provincia di Benevento, non è dotato
d’impianto di depurazione. Le acque nere vengono sversate direttamente nei
ruscelli. La diretta conseguenza è l’inquinamento dei corsi d’acqua e la
relativa morte della vita degli organismi a essi legati. Il fiume Calore che
attraversa tutta la nostra valle è uno dei più inquinati dell’intera regione.
Salvaguardia del territorio significa avere
corsi d’acqua puliti e non inquinati.
Mi auguro che questi temi possano essere elementi di
discussione e che possano trovare adeguata considerazione nella futura
elaborazione degli strumenti urbanistici che regolano l’uso del territorio.
Gli esperti, i politici, i responsabili degli enti e i
ministri che parteciperanno alla convention delle città del vino facciano la
loro parte almeno per una volta, la passerella rimandatela ad altre occasioni.
Gianni Falato
Interessa solo la firma del protocollo! Si è perfettamente compreso che burocratizzare un settore risulta essere fonte di guadagno..... per azzeccagarbugli. Dopo le mirabolanti strade del vino ci sono le miracolose città del vino. A quando i borghi del vino, le contrade del vino, le vigne del vino, le casa del vino, ect...?
RispondiEliminaPer l'uso così sfacciatamente evidente della cosa pubblica, che offende ogni intelligenza, ci saremmo aspettati una voce, un sussulto, da parte dell'opposizione. E invece......niente! Una comunità muore anche di indifferenza oltre che di dolo.
RispondiEliminaQueste sono le vere forme virulente di parassitismo vitivinicolo, altro che peronospera e oidio! E allo stato attuale non c'è alcuna forma efficace di trattamento. Poveri viticultori!
RispondiEliminaCaro Gianni... abbiamo avuto il protocollo di intesa. Boh! chi vivrà vedrà...
RispondiEliminaVedremo se al protocollo firmato seguiranno fatti concreti o se è stato il documento di accordo, siglato in pompa magna con tanto popo di passerella burocratica e politica, l'unico fatto concreto.
L'esperienza passata ci dice che... a pensar male si fà peccato ma in genere ci si azzecca.
Con affetto ai coraggiosi.
vincenzo falato
micio53@alice.it