Secondo
uno studio dell’università di Yale, curato dal professor Dan Kahan, la passione
politica è talmente forte nell’uomo da impedirgli di pensare in modo corretto;
danneggia il nostro cervello, rendendolo incapace di risolvere anche semplici
operazioni aritmetiche.
In un esperimento, dei soggetti riescono
perfettamente ad interpretare una tavola numerica per scoprire se le creme per
la pelle sono dannose o meno, mentre non
riescono a risolvere i medesimi calcoli se l’interpretazione mira a
stabilire se l’uso delle armi fa diminuire il tasso di criminalità. Molti
soggetti, quando si rendono conto che il
risultato va contro le loro aspettative
iniziano inconsciamente a sbagliare le operazioni per non giungere ad una soluzione
contraria alle loro idee politiche. La
conclusione a cui lo studio giunge è che l’ideologia politica, l’appartenenza
partitica, condiziona il nostro cervello, ne altera il corretto funzionamento, facendoci ignorare anche le prove più evidenti.
La
faziosità, la mancanza di obiettività, la partigianeria è, dunque, un
elemento ineliminabile della politica?
La
politica danneggia effettivamente il nostro cervello?
E’
opportuno, allora, tenersi lontano dalla politica?
Ogni
persona ha i propri sistemi valoriali, le proprie verità; tutto ciò che mina
tale sistema viene giudicato pericoloso per il proprio sé e rimosso dal proprio orizzonte cognitivo.
Questo
meccanismo protettivo per i nostri stereotipi, i nostri pregiudizi, le nostre
convinzioni, i nostri principi condiziona fortemente la nostra passione
politica; non è quindi la politica che danneggia il nostro cervello , ma il
nostro sistema di valori che danneggia la politica riducendola ad un
prolungamento della nostra visione delle cose e dei rapporti umani. Il “veleno”
che intossica le nostre menti , le nostre relazioni sociali e la nostra comunità,
grande o piccola che sia, non deriva
dalla politica, ma dal nostro modo di intendere la realtà che poi
inevitabilmente si riflette nell’azione politica. E’ l’essere di parte che
rende la politica settaria e ingiusta, non il contrario.
Val la
pena, allora, riproporre il discorso di
Pericle agli Ateniese per comprendere appieno cosa intendere per Politica
“Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.
Intesa e
praticata in questo modo la politica non solo non danneggia il nostro cervello,
ma risulta essere la più potente e necessaria medicina per i mali dell’umanità.
Angelo
Mancini
ciao Angelo nulla da eccepire ma hai fatto un errore.... sei sicuro che i nostri politici abbiano la materia prima??
RispondiEliminaMario
Tutti, caro Mario, sono dotati di materia grigia; senza non ci sarebbero né meriti né colpe.
RispondiEliminaAngelo