mercoledì 18 febbraio 2009

Speranze che si trasformeranno in delusione?

Walter Veltroni si è dimesso da segretario del Partito Democratico nella giornata di oggi, al termine di una riunione della segreteria politica del partito convocata per analizzare il deludente voto in Sardegna. Dopo 5 sconfitte consegutive e una dilaniante lotta tra fazioni il segretario eletto appena 16 mesi fa con il 76% dei voti ha deciso di rassegnare in modo irrevocabile le sue dimissioni. Se dopo ben 5 confitte le dimissioni sembrano quasi dovute in democrazia, ben più preoccupante è la situazione interna che ha accellerato questa conclusione. Dalla sconfitta alle elezioni politiche la vita del PD è stata molto travagliata e le vecchie correnti DS e DL, unite alle nuove, hanno fatto sentire tutto il loro peso e tutta la loro voglia di andare oltre l'esperienza veltroniana. L'annoso e stucchevole antagonismo tra Veltroni e D'Alema si è riproposto anche nel nuovo partito portandolo di fatto a una fibrillazione interna che fa temere molto per la sua unità e permanenza sulla scena politica nazionale. I dioscuri comunisti ,o ex tali, hanno ripreso l'antico fioretto con cui da anni si contendono la leadership del partito di militanza ben sapendo che ognuno sopravvive politicamente solo in presenza dell'altro; scomparso uno, scomparirà automaticamente anche l'altro. Altro punto debole è stato la mancata definizione di un ideale politico che superasse il vecchio antagonismo tra il popolarismo e il socialismo; si è cercato un punto di mediazione, che come sempre ,essendo un terreno neutro, si e rivelato un luogo di nessuno.Anche il modo con cui si è arrivato alla formazione del partito è stato un punto debole per la segreteria Veltroni: si è scelto nei fatti un partito sommatoria e non un soggetto nuovo, una formazione statica appiattita sulle vecchie correnti e su logori personaggi invece di un gruppo dinamico con l'innesto di nuove personalità autonome e radicate sul territorio, si è ingessato una realtà laddove c'era bisogno di dinamismo e apertura . Veltroni paga per tutto questo, ma ci consegna un partito che, oltre a perdere consensi ed elezioni, ha perso quello slancio ideale iniziale che i vecchi satrapi della politica credevano di aver incassato e di poter spendere per conservare un potere oramai logoro.
Riuscirà il partito democratico a superare questa crisi nonostante le forze centrifughe presenti al suo interno? Prevarrà la logica dell'unione che fa la forza o ognuno prenderà le vecchie strade? Attendiamo e vediamo se le speranze di 16 mesi orsono si trasformeranno in delusione.
Angelo Mancini

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