Aldo Loris Rossi è ordinario di progettazione architettonica ed ambientale alla università Federico II di Napoli
… Il cemento armato non ha durata eterna, quindi, dopo 25-30 anni, e oggi siamo a 60 anni da quelle costruzioni, la resistenza si riduce progressivamente. Personalmente ho assistito alla demolizione di edilizia post-bellica degli anni '40 e '50 e ho notato che dentro il cemento non c'era più il ferro, cioè il cemento non era più armato, ma disarmato. C'erano solo buchi arrugginiti al posto del ferro. E allora il problema diventa serio. E, prima che questa edilizia ci cada addosso, muoviamoci su tre prospettive: salvaguardia integrale dei centri storici e delle aree agricole - beni unici e irriproducibili - e rottamazione con incentivi (anche per la bioclimaticità e il fotovoltaico) di quella edilizia senza qualità postbellica. Abbiamo calcolato che la spazzatura è fatta di circa 40 milioni di vani: certo non vogliamo distruggere tutti i 40 milioni di vani, ma si faccia ciò che aveva iniziato l'Ordine nazionale degli architetti: realizzare il fascicolo del fabbricato, fare cioè la radiografia del fabbricato. Se infatti analizziamo specialmente questa edilizia post bellica scopriremo che, se non sono antisismici, questi edifici sono a rischio.
- Cosa pensa della proposta del Governo ?
" un pastrocchio. C'è bisogno dell'intervento di tecnici ed esperti del settore e dell'ambiente per correggere le distorsioni allucinanti di questa deregulation generalizzata. Nella proposta manca una chiara distinzione tra città e non città, e all'interno del discorso sulla città non si distingue l'edilizia di interesse storico da quella che non ha alcun interesse storico e tra quella staticamente efficiente e quella invece che sta in piedi per miracolo.
- Berlusconi ha parlato degli edifici precedenti al 1989 ?
Questa data è insignificante perché l'edilizia storica è quella fino al 1945 in linea di massima. Berlusconi e i suoi tecnici devono capire questa semplice ed elementare verità: l'edilizia post bellica dal 1945 al 1972-75 praticamente non è antisismica e può caderci addosso, quindi, la dobbiamo individuare attraverso una ricognizione nei piani regolatori, poi dobbiamo circoscrivere queste aree, come hanno fatto a Roma e mettere in atto una grande opera di rottamazione. Non si può bruciare un'idea straordinaria che, tra l'altro, è inserita nella legge regionale della Calabria, e alla quale sembrano interessate il Veneto e la Puglia. Quindi, non riduciamola alla sopraelevazione o alla stanzetta, qui si tratta di aprire una grande prospettiva per rinnovare l'armatura urbana italiana e per rimettere in moto l'economia delle città. Inoltre, bisogna concepire degli attrattori per coinvolgere l'iniziativa privata che, se nei 64 anni passati ha distrutto il territorio, può fare lo sforzo, con degli incentivi, di ricostruire e riqualificare lo stesso territorio. stralci delle interviste consultabili sul sito di Radio Radicale.
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