La prima
considerazione la devo fare sulla questione del PUC cosiddetto condiviso, e lo
faccio attraverso una dichiarazione conclusiva riportata in un incontro di cui
si rileva il verbale sul sito web del comune. La dichiarazione è la seguente:
"Il PUC produrrà carte, mappe e
norme regolamentari. Dopo questi incontri dove tutti i cittadini sono stati
invitati a partecipare, nessun cittadino deve successivamente più parlare male
o lamentarsi, perché la possibilità di esprimersi è stata data a tutti. Cambia
la politica: democrazia diretta! Consiglio infine di utilizzare questo momento
in positivo e non fare inutili e sterili attacchi nel web. Dobbiamo cambiare la
mentalità delle persone a partire dagli amministratori."
Leggendola mi sono
venuti diversi dubbi e devo dire la verità, ho anche pensato un po' a
male. La frase del sindaco suona più o
meno come un monito del tipo: vi abbiamo dato la possibilità di dire la propria
ad ogni cittadino, dopo di che se non vi piace quello che facciamo non vi
potrete lamentare, anzi non potrete fare altro che parlarne bene. E il dubbio
mi è venuto subito: ma vuoi vedere che tutta questa storia del PUC condiviso
non serve ad altro che a creare un alibi per scelte nefaste che interesseranno il
nostro territorio?. D'altronde nella storia della nostra Italia si riscontrano
sempre, nella redazione dei piani urbanistici, scelte non operate nel senso
dello sviluppo ma improntate alla speculazione edilizia avvantaggiando questo o
quel pezzo di territorio e i loro proprietari, oppure utilizzato per piccole
vendette personali! E chi nasce tondo non può morire quadrato!
Ed infatti un
recentissimo volantino della locale sezione del PD si stigmatizza la
inopportunità delle menti "illuminate" a non aver voluto dare un
contributo civile, propositivo e programmatico al redigendo PUC! Una semplice
domanda a cui sono sicuro non seguirà nessuna risposta: non è che si sia
sbagliata la metodologia di coinvolgimento delle menti illuminate? Oppure la
non partecipazione sia stata determinata dalla scarsa considerazione che le
menti illuminate hanno per l'attuale amministrazione? oppure, ancora, su quali
documenti e indirizzi si doveva fare la discussione se non ne sono stati
formulati nemmeno uno, e chi governa ha l'obbligo istituzionale e politico di
formulare una proposta da porre in discussione?
Per quanto mi
riguarda, da privato cittadino, cercherò di dare spunti per una discussione,
così come ho fatto in precedenti scritti, a volte avvalendomi anche della
possibilità offerta dal più volte citato art. 21 della Costituzione della
Repubblica Italiana, cioè del diritto di indirizzare critiche politiche basate
su argomentazioni che hanno un loro fondamento logico e di buon senso per non
sfociare nella diffamazione.
In tal proposito, ritengo sia un tema di grande
attualità per la nostra comunità. Nei giorni scorsi si è appreso che la persona
che riveste la carica di Sindaco, sentendosi lesa per attacchi, che una parte
politica ha indirizzato alla sua responsabilità politica, ha avviato un
procedimento per diffamazione nei confronti di un'altra persona rea di aver
diffuso notizie calunniose! Indiscrezioni dicono anche che sia stato in prima
istanza archiviato e poi proposto un ricorso per il proseguimento delle
indagini portando nuovi elementi di prova!
L'attualità sta nel fatto che da una parte si
vuole iniziare un nuovo metodo di confronto politico, attraverso
sperimentazioni tipo PUC condiviso, dall'altra nel fatto che non si possono
muovere critiche all'operato del Sindaco o dell'amministrazione, altrimenti si
rischia di dover rispondere davanti al giudice del reato di diffamazione!
Personalmente ritengo che senza critica non vi è
democrazia, non vi è crescita culturale, non vi è lo stimolo alla creazione di
innovazione, non vi è la reinterpretazione di nuove forme di relazioni tra i
vari corpi della società e che la critica politica sia l'esercizio di un
potere, costituzionalmente garantito, attribuito alla collettività. Grazie alla
critica politica si stimola il dibattito democratico tra i cittadini.
E' questo uno dei punti più importanti di
garanzia del cittadino, insieme a tutti gli altri diritti fondamentali, perchè,
lo sappiamo tutti, nei posti dove non si può esprimere liberamente la propria
opinione o professare la propria religione o accedere parimenti agli organi di
informazione, vige la dittatura , la sopraffazione, l'arroganza, a volte si
sviluppa anche quella che si definisce "cultura mafiosa"!
Questo non toglie però nulla al fatto che le
persone debbano essere salvaguardate. Critica verso l'operato politico, ma
rispettando tutte le norme che non offendano le persone sul piano personale e
professionale!
Non sono in grado di entrare nel merito delle
questioni, ne tantomeno affermare se le problematiche poste siano condivisibili
o meno, di una cosa sono però sicuro: in un paese civile si accetta la critica
politica che pone riflessioni con logica e fondamento razionale e si ribatte
con argomentazioni che hanno la stessa tipologia di contenuti. Questo fa crescere
la comunità!
Per la verità, negli ultimi anni si sono posti
innumerevoli temi di discussione su cui basare un confronto democratico e molto
spesso alle domande o critiche non sono mai intervenute risposte!
Ed allora la domanda sorge spontanea: il Sindaco,
l'Amministrazione comunale vogliono che ci sia una critica politica nella
nostra comunità, oppure no? Ritengono che sia il fondamento della crescita
sociale, culturale e politica del nostro paese oppure no? Quale è il limite
fino al quale un cittadino, una associazione, un partito politico si può
spingere per informare la popolazione senza incorrere in una qualche ritorsione
da parte di questo o di quel Sindaco, consigliere o assessore? E' questo il
concetto di partecipazione, condivisione o di proposta alternativa che
l'Amministrazione ha?
Ing.
Carlo Falato
P.S. La solidarietà a tutti coloro che per
passione politica e per l'amore verso il proprio paese hanno il coraggio di
affrontare argomenti utili per la crescita culturale e politica della nostra
comunità!
La giunta amministrativa è oramai politicamente isolata. La ricerca spasmodica di collaborazione per il PUC, seguita da silenzi, dinieghi, prese di distanza , poi, ne evidenziano anche un isolamento sociale, culturale e programmatico preoccupante: a forza di inseguire i "clientes" ,nel più classico gioco delle furbizie e delle fregature reciproche, si sono inevitabilmente logorati e disciolti i liberi legami e le libere collaborazioni con le persone di buona volontà. Chi è causa del suo mal, perciò, pianga se stesso e abbia l'accortezza e la sensibilità istituzionale di non aggredire gli altri: in casi come questi, la miglior difesa non è l'attacco scomposto, ma un laborioso e doveroso lavoro, se se ne è capaci.
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