mercoledì 10 febbraio 2010

Il vero patto di reciprocità

di Giuseppe Falato

sospeso

Da un po’ di tempo, leggendo manifesti e volantini, mi sono quasi convinto di un fatto: la Variante di Valico è poco più dë në rasëlónë[1] rispetto alla cosiddetta Bretella Superstradale.

Ma è proprio così?

Proviamo ad immaginare, per esempio e per assurdo, che il patto di reciprocità non sia, come dice il suo deus ex machina,  il frutto di una intuizione geniale o, di un botta di fortuna, ma un’operazione cchiù térra térra.

Non entro negli aspetti tecnici perché non sono un esperto, ma la mia intuizione, non geniale come quella in premessa, è che, con linguaggio sibillino e martellante[2], si sta cercando di far passare per un’opera strategica un grosso “pacco”, confezionato in quella zona grigia tra politica e affari, sul quale doveva apporre il suo sigillo il sindaco del comune capofila che, ancora per esempio, per assurdo e per caso, era anche  presidente, direttore o, ciò che è lo stesso, impiegato (come egli stesso amava umilmente definirsi) di un ente inutile e in difficoltà.

Se così fosse stato, sempre per esempio e per assurdo, per una tale operazione non ci sarebbe stata definizione migliore di patto di reciprocità, declinato secondo le note regole sinallagmatiche del do ut des, do ut facias, do ut non facias, facio ut facias, facio ut non facias.

In definitiva, se scippo c’è stato, non è stato consumato in casa mia!

Pertanto, invito, ancora una volta, chi si cimenterà nelle prossime elezioni amministrative:

  1. Ad abbandonare la politica afasica dei cosiddetti tecnici/esperti che parla per acronimi incomprensibili;
  2. A lasciare a casa la stravagante politica cabalistica che costruisce ponti e superstrade tra diritto biblico e comunismo togliattiano;
  3. A disperdere definitivamente nel vento le ceneri della solita Fenice che, dopo anni di complice silenzio, vuole rinascere (costi quel che costi) solo in occasione delle elezioni;
  4. A dare un calcio risolutivo ai protagonismi e ai dualismi che per anni ci hanno afflitto, facendo la fortuna politica-economica di pochi e la sfortuna culturale e civica dei più, per dare vita ad un progetto guidato non da ajjënàmëla[3], ma da persone per le persone che tenti di ricostruire il tessuto sociale di questa comunità: questo è il vero patto di reciprocità.

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[1] Viottolo di campagna  in terra battuta, stradone, callaia. Enrico Garofano, Parole nel tempo, 2008.

[2] “Nel linguaggio la ripetizione ha un potere enorme, quello di riuscire a cambiare il modo stesso di pensare”. George Lakoff , docente di linguistica a Berkeley.

[3] Combriccola di monelli e ragazzacci. Enrico Garofano, op. cit., 2008.

2 commenti:

  1. Sono d’accordo con ciò che dice Giuseppe, ma voglio aggiungere qualche riflessione.
    Nelle ultime settimane l’argomento principe oggetto di volantini e comunicati è stato senz’altro l’Accordo di Reciprocità ”. Si legge che si tratta della più importante, significativa ed imponente intesa di co-pianificazione e sviluppo dei comuni della Valle Telesina e dell’area del Titerno. Un progetto di sviluppo che porterebbe, nei prossimi anni, un contributo decisivo alla rinascita socio-economica del nostro territorio. In poche parole la soluzione a tutte le problematiche di sviluppo che attanagliano questo lembo del Sannio. Addirittura si scrive di un evento epocale e di un fatto rivoluzionario per il nostro territorio. E’ strano, però, che nessuno (cittadini, aziende, imprese, ecc.) sappia cosa sia questo “Accordo di Reciprocità”. La redazione di uno strumento così importante per lo sviluppo economico di una parte rilevante del Sannio avrebbe imposto un coinvolgimento totale del territorio, ma della cosiddetta concertazione neanche l’ombra. Comunque, a parte ciò, si è portati ad immaginare che con questo strumento si siano finalmente individuate delle tematiche di sviluppo capaci di far uscire il nostro territorio dall’isolamento socio-economico in cui versa. Dalle poche notizie che filtrano, invece, sembra che il “progetto portante” alla base dell’accordo di reciprocità sia nientedimeno che il completamento della Bretella di collegamento tra le superstrade Benevento-Caianello e Benevento-Campobasso e la relativa sistemazione di strade di raccordo tra i comuni. Mi viene da dire niente di nuovo sotto le stelle. Ma questa non era l’idea di sviluppo di vari decenni addietro? E che c’è di rivoluzionario o d’epocale nel rispolverare un progetto vecchio di trent’anni? Siamo sicuri che lo sviluppo passi ancora attraverso la realizzazione di un’arteria stradale? La nostra valle è già attraversata da un’importante strada di comunicazione che a breve diventerà autostrada. La realizzazione del tratto di “Bretella” Cerreto-Contrada Forma, abbandonata a se stessa e senza manutenzione, ha devastato il territorio senza portare nessuno sviluppo. Vogliamo continuare a devastare le nostre colline piuttosto che preservarne la bellezza? Non era forse più importante pensare a mettere in atto misure capaci di mantenere e migliorare la qualità del territorio e dell’ambiente, di dare valore alla qualità del nostro territorio attraverso, magari, una certificazione di qualità del terreno, dell’acqua, dell’aria? Non era forse meglio pensare a rendere autonomo dal punto di vista energetico (energia solare e simili) il nostro territorio, permettendo alle aziende di produrre con minori costi? Inoltre siamo sicuri che con tale finanziamento si riuscirà a completare l’opera o ci ritroveremo fra qualche anno con un altro scempio?

    Se, invece, si deve realizzare la bretella per togliere le castagne dal fuoco a qualche comune o per altri oscuri motivi, almeno si abbia il coraggio di non spacciarla per la panacea di tutti i mali.

    Gianni Falato

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  2. siamo stanchi del solito dualismo,che da 20 anni flagella la politica del nostro paese, siamo stanchi di giocare ai guelfi e ai ghibellini, siamo stanchi di spaventapasseri posti a comando di qualcosa, senza avere qualità, senza avere storia, siamo stanchi che da tanto non abbiamo un progetto di vita insieme, siamo stanchi delle divisioni, alcure create ad arte ed alcune scaturite dal cannibalismo che si è impadronito della comunità.

    Guardia è praticamente ferma da 20 anni, da 20 anni ci sono i soliti colonnelli a scandire le marce, da 20 anni il clima politico diventa sempre più mediocre, sempre più bolso e si attacca alla Chimera dell’anno “ gli accordi di reciprocità” , ricordiamo che non abbiamo presentato per l’anno 2009 nessun progetto, ripeto nessun progetto, ma a chi vogliono cucinare questi!!!

    CREDO CHE SIA ARRIVATO IL TEMPO DI DIRE VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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