venerdì 12 febbraio 2010

QUALCOSA SULL’ACCORDO DI RECIPROCITA’

di Raffaele Garofano
Devo, in via preliminare, fare pubblica ammenda per aver dato il mio voto favorevole, in consiglio comunale, sull’accordo di reciprocità, così come definito e presentato. Il voto favorevole è stato conseguenza dei malintesi sensi della mia appartenenza al gruppo di maggioranza e della lealtà amministrativa nei confronti del Sindaco, che aveva solitariamente profuso il suo impegno per la preparazione dell’accordo.
Il voto sarebbe dovuto essere contrario per carenza di documentazione e fumosità dell’obiettivo.
Questa è, infatti, una operazione fatta con il solo scopo di mettere le mani su risorse che in nessun modo porteranno beneficio alle nostre comunità, ma solo a gruppi di interesse che ruotano intorno a faccendieri più o meno noti.
Più che un indizio di ciò si trova nelle stesse dichiarazioni rese dal Sindaco in consiglio comunale , come da deliberazione, che in un momento di scarsa presenza a se stesso disse:”sono stati immaginati anche altri progetti portanti ma nessuno era fattibile, nei tempi e nelle condizioni date”. Traduzione: presentare qualsiasi cosa con la speranza di mettere le mani sul malloppo.
Ed è stato presentato come progetto portante (definito nel Disciplinare per la realizzazione e definizione degli Accordi di reciprocità come “operazione o insieme di operazioni tecnicamente connesse *a forte rilevanza strategica*) il completamento della bretella. Il punto non è se viene o non viene completata la bretella, piuttosto quale ne sia la forte rilevanza strategica. L’esempio che abbiamo sotto gli occhi da quaranta anni è la superstrada Benevento – Caianello: quale è stato il beneficio strategico per i comuni i cui territori sono da essa attraversati? Per Solopaca, Ponte, Telese, e via via fino a Roccamonfina, escludendo, naturalmente, i distributori di carburante? Il completamento della bretella può essere in sé positivo, ma solo perché risolve un iter tormentato che ha lasciato un mare di contenziosi al comune Ente Attuatore, che si vede con questa operazione cavare le castagne dal fuoco. A scapito di tutto il territorio che perde una ulteriore occasione perché non è in grado, per intrinseca debolezza e per miopia politica più che quarantennale, di cimentarsi, neppure culturalmente, con un simile strumento il cui obiettivo è “promuovere la competitività e l’attrattività valorizzando i vantaggi territoriali, assecondando le potenzialità di sviluppo e innalzando il livello di qualità della vita”. E’ raggiunto questo obiettivo se raggiungiamo Pontelandolfo risparmiando quindici minuti di percorrenza? E per andare dove, poi?
E che dire degli interventi nei comuni aderenti all’accordo? Guardia ha presentato i lavori di riqualificazione di Via Guglitiello di sotto (progetto già approvato dalla precedente amministrazione, finanziato con la legge 51 e non realizzato solo perché c’è l’obbligo di rispetto del patto di stabilità interno imposto dalla finanziaria) ed un centro per la valorizzazione della falanghina. Intuizioni davvero geniali!
La verità è che si è iniziato con l’ipotesi di convogliare acqua dalla diga di Campolattaro per irrigare improbabili serre e si è continuato con il Convento di San Francesco, passando per casa Palladino. Non una idea in testa: presentare qualsiasi cosa pur di mettere le mani sul malloppo.
Qualche suggerimento era pur stato dato: perché non rendere autosufficiente il territorio dal punto di vista energetico? Perché non fornire energia a tutto il territorio a costo zero? Perché non affrontare i problemi dei rifiuti o dell’acqua, vere sfide strategiche per questo secolo? Ma perché non è “fattibile, nei tempi e nelle condizioni date”! Ma la sedicente “intuizione geniale” non è del 2007? Com’è che si sono persi due anni senza far niente da parte di un Sindaco che per regolamento si era riservata la gestione personale , ripeto, personale, dell’attuazione dell’accordo? Presentare qualsiasi cosa con la speranza di mettere le mani sul malloppo.
L’esatto contrario di quello che ha più volte ribadito l’assessore regionale al bilancio prof. Mariano D’Antonio. Questo strumento fa piazza pulita della distribuzione a pioggia di risorse, che per quanto ingenti non hanno portato alcun beneficio, e richiede progettazioni a forte rilevanza strategica per ogni territorio omogeneo. Noi non siamo pronti e non ci siamo preparati (la conduzione è stata quasi clandestina) per questo e abbiamo adottato la solita tecnica del tanto, poi, qualcosa succederà. E abbiamo collazionato le uniche carte che già avevamo presso il comune di Cerreto: i disegni della bretella. Presentare qualsiasi cosa pur di mettere le mani sul malloppo, appunto.
Questo è un progetto che con tali premesse non può essere approvato. Se,invece, lo sarà avremo una ulteriore dimostrazione del progressivo, inesorabile infognarsi della politica.
In ogni caso, per avere una idea di come le cose sono state fatte altrove, provate a consultare il sito www.comune.eboli.sa.it/index.php?id_area=59&id_page=823<http://www.comune.eboli.sa.it/index.php?id_area=59&id_page=823>.

img004

img005

img006

img007

Nessun commento:

Posta un commento