Ho letto quanto scritto da Giuseppe Falato, la nota di Mario Plenzick, raccolto le idee sui provvedimenti sospensivi e quelli riabilitativi, preso atto della assenza di una possibilità di interlocuzione all’interno della locale sede del PD, acquisito anche un bisogno di poter parlare di temi che riguardano la comunità o quantomeno di un luogo dove poter spiegare con i termini e dovizia di particolari di alcune questioni senza ricorrere a scrivere quello che si pensa utilizzando i siti di informazione locale. Anche perché se uno qualsiasi scrive quello che pensa, viene sempre interpretato come chi è contro qualcosa o qualcuno. Si scrive, avendo il coraggio di sottoscriverne i contenuti, affinchè si possa contribuire ad evidenziare storture e modelli comportamentali da correggere, oppure per rafforzare una idea di cosa deve essere un partito moderno capace di raccogliere le istanze dei giovani, degli anziani, che stia sui temi che riguardano le persone vere, o ancora, per poter contribuire attraverso delle riflessioni a ipotizzare percorsi progettuali per la nostra comunità con spirito costruttivo. “ A volte anche un fesso ti può aprire la mente”. Nei popoli anglosassoni, la cui cultura per me è di difficile accettazione, si pongono le questioni, ognuno si esprime a favore o conto adducendone le relative legittime motivazioni e poi democraticamente si vota e si passa ad altri argomenti. Con civiltà, sapendo che tutti non sono d’accordo, ma pronti a sentire e rispettare tutte le posizioni. Il compagno Fini, in questi giorni, ha voluto regalarci una posizione all’interno del suo partito per evidenziare tutto ciò. Ho un sentimento di gratitudine nei suoi confronti perché ha avuto il coraggio di affermare che un partito è veramente grande se è capace di accogliere le diversità, il pluralismo delle idee, e come tutto ciò sia ricchezza per una crescita identitaria e non mero scontro di potere. Già immagino Berlusconi che fa un provvedimento di sospensione a Fini e compagni! Chissà se anche a Guardia si riuscirà, prima o poi, a discutere pacificamente argomentando idee tese a risolvere le questioni, oppure continuare ad assistere a scontri interminabili in cui ogni parte è convinta di avere ragione, ….a prescindere.
Come si esce da tutto questo? La risposta è semplice. Le regole sono fatte per chi non si sa regolare! E siccome abbiamo avuto modo di verificare che non ci sappiamo regolare, cerchiamo, come persone che hanno aderito ad un Partito, che ha un regolamento, uno statuto, un codice etico, di farli entrare nel patrimonio genetico e comportamentale di ognuno di noi, e farli diventare valori distintivi di un modello culturale e politico in grado di interpretare la società di oggi e quella di domani. Una ultima considerazione: il PD non è né la Margherita, ne sono i Democratici di Sinistra, (forse purtroppo) ma è qualcosa di diverso in cui si dovrebbero riconoscere tutti coloro che vogliono costruire un futuro più solidale e più democratico. Il percorso è difficile. Il PD deve essere come l’albero che affonda le sue molteplici , ne trae alimentazione, e per questo in grado di dare frutti. Ed è per questo vi è bisogno di tutti coloro che vogliono essere radice e dare un contributo, anche difficile da digerire, ma necessario affinchè il pluralismo auspicato dia i suoi frutti, e non sia sterile contrapposizione.
Carlo Falato