giovedì 8 dicembre 2011

Abilizione delle province!!!

Di Carlo Falato. Tanto tuonò che piovve!!! Ormai, dopo una martellante campagna di stampa, volta ad individuare nelle Province il luogo dello spreco, è entrata nella convinzione degli italiani che le province sono enti inutili e che vanno soppresse. Come se i guai dell'Italia fossero da addebitare alle Province!!!
Dopo che la politica ha dichiarato la propria incapacità ad affrontare i problemi dell'Italia ci siamo tutti affidati ad un governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti a cui si è chiesto di fare quello che la politica non è stata in grado di fare. Siccome uno dei temi più a cuore degli italiani è che, se gli viene chiesto di fare dei sacrifici, vuole che ci siano degli esempi per quanto riguarda la riduzione dei costi della politica. Ci si aspettava degli interventi che partissero dalla testa fino ad arrivare alle realtà territoriali ed invece si parte dalle province. Un recente sondaggio ha evidenziato che il  90% degli italiani vuole l'abolizione delle province. Ed ha ragione il presidente della Provincia di Palermo che commentando il provvedimento ha paragonato Monti a Pilato, anche in quel caso si disse “Chi volete che io salvi Gesù o Barabba?”, e la folla disse “Barabba” ed allora pur non condividendo la scelta si lavò le mani e condanno Gesù. Di fatti le Province sono già state abolite da subito e spiego il perchè: non possono programmare nulla atteso che entro il 30 aprile 2012 il Parlamento deve procedere ad approvare il testo di legge per il trasferimento delle attuali competenze a regioni e comuni, e quindi le province non possono approvare bilanci ed essere operative. Tutto ciò sta già mettendo in crisi una serie di iniziative che hanno da sempre trovato il sostegno delle province, in campo dell'associazionismo e della promozione turistica e culturale. Ma che fine faranno le agenzie della provincia, la provincializzazione dei rifiuti, il disegno di legge sul turismo, l'edilizia scolastica, la riorganizzazione della rete scolastica, il trasporto pubblico locale, le politiche per l'energia, la tutela dell'ambiente e dei beni culturali,  le istituzioni storiche della provincia come museo del sannio e biblioteca provinciale ed altro ....!!?
Probabilmente non ci saranno forze politiche che vorranno ascoltare le ragioni delle province perchè a nessuno giova farsi difensore di una materia che non produce nessun consenso. Le province, riunitesi ieri a Roma, hanno messo in piedi una linea di difesa basata sulla incostituzionalità delle norme del Decreto Salva Italia ma le speranze che possano essere accolte almeno delle norme transitorie tali da governare la transizione del governo delle aree vaste verso altre forme intermedie non hanno molte speranze, atteso che aleggia nell'aria il ricorso al voto di fiducia.

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