martedì 27 dicembre 2011

Guardia: Questione liceo Scientifico

Pubblicato da icoraggiosi.
Entro la fine di gennaio del 2012 la regione Campania si esprimerà sulla proposta di approvazione del piano di dimensionamento della rete scolastica provinciale per l’anno scolastico 2012/2013 avanzata dalla provincia di Benevento e  contenente le indicazioni provenienti dai vari Comuni. Da un comunicato stampa del Comune di Guardia Sanframondi si è appreso che l’amministrazione locale ha elaborato una proposta, recepita poi dall’amministrazione provinciale, contenente una serie di novità per quanto riguarda la rete scolastica locale. La trasformazione dell’attuale Direzione Didattica “Abele De Blasio” in Istituto Comprensivo, il mantenimento dell’Istituto Comprensivo “Sebastiano Guidi”, prevedendo per entrambi l’autonomia scolastica, e dulcis in fundo la grande novità di accorpare il Liceo Scientifico di Guardia Sanframondi, attualmente sede staccata dell’I.I.S.Telesia di Telese Terme, con l’Istituto Galilei- Vetrone di Benevento. Tale accorpamento, nelle intenzioni degli amministratori, è giustificato  da un’ottica di razionalizzazione dei servizi scolastici, dalla certezza dell’istituzione di un ufficio di segreteria delle scuole superiori locali e dalla chimera che con l’accorpamento  in breve tempo si arriverà all’autonomia scolastica del Liceo Scientifico insieme all’Istituto Tecnico Agrario.
Purtroppo questa importante scelta, che interesserà il futuro della nostra comunità, è il frutto di una decisione in solitudine dei nostri amministratori che non hanno ritenuto importante coinvolgere preventivamente l’intera comunità e soprattutto gli studenti e il corpo docente del Liceo Scientifico di Guardia Sanframondi.
Il piano di dimensionamento della rete scolastica provinciale (ma in generale nazionale) è dettato dalle normative nazionali e regionali indirizzate tutte ad un maggiore contenimento della spesa e a una razionalizzazione dei  servizi.  Si prevede, in genere, l’accorpamento delle scuole con un numero di alunni al di sotto di una certa soglia (le scuole dovranno avere un numero minimodi 1000 alunni che si riduce a 600 nei territori delle comunità montane) con la conseguente riduzione degli uffici amministrativi. La logica è di non avere più piccole scuole in ogni paese, che andrebbero ad aggravare le casse statali ma scuole abbastanza grandi in grado di offrire servizi adeguati e capaci di ridurre i costi generali.  In quest’ottica è singolare che si proponga il mantenimento di due scuole, che tra l’altro insieme raggiungerebbero a mala pena il numero minimo previsto per una scuola in un territorio montano, con due dirigenze e due segreterie. Se l’obiettivo primario è quello di ottimizzare i costi e razionalizzare i servizi,  la cosa più ovvia da fare è quella di accorpare le due scuole. E’ meglio avere una scuola grande ed efficiente che due piccole che arrancano. Altrimenti si gioca, della serie se si deve risparmiare lo facciano gli altri e non noi. Se delle scuole vanno accorpate siano quelle degli altri e non quelle nostre, anche se sono al di sotto dei parametri normativi. La logica è sempre la stessa, troviamo il modo per aggirare la legge. Vogliamo sempre che la legge sia rispettata dagli altri, ma la legge va rispettata da tutti.
La cosa grave di questa vicenda è l’assordante silenzio delle forze politiche, di maggioranza e di opposizione, delle associazioni,  della società civile su un tema che rischia di stravolgere l’assetto delle nostre scuole e soprattutto  di un Liceo Scientifico che ha costruito, con grandi sacrifici negli anni, una sua credibilità e per questo scelto da tanti studenti locali e soprattutto fuori sede.
Il liceo Scientifico di Guardia oggi conta 177 studenti (l’anno scorso in concomitanza con l’istituzione dell’Istituto Agrario si sono iscritti solo ventiquattro alunni contro i circa cinquanta degli anni precedenti) ed ha una storia di circa trentacinque anni, l’Istituto Agrario conta circa trentacinque iscritti, risultato ottenuto anche grazie a una vasta campagna incentivante di borse di studio per gli iscritti. Alla luce di ciò è del tutto evidente che un ipotetico Istituto formato dal Liceo e dall’Agrario non potrà mai raggiungere i numeri sufficienti a garantirne l’autonomia. La chimera di un istituto autonomo composto dal Liceo di Guardia e dall’Istituto Tecnico Agrario è e resterà una chimera e lo sa bene anche chi oggi fa finta di crederci.
Gli studenti del liceo di Guardia e di Telese provengono in gran parte dallo stesso territorio con  radici, storia, cultura e tradizioni in comune. Sono interessati dalle stesse problematiche che vivono giornalmente e che hanno modo di verificare sul campo anche per le frequentazioni fuori dall’orario scolastico.  Insieme elaborano strategie e idee rivolte ad affrontare e risolvere i problemi del loro territorio. 
Allora è lecito chiedersi a che cosa serve staccare un pezzo di territorio e affiancarlo a un altro del tutto amorfo, non sentito come proprio ed estraneo alla propria cultura e tradizione?
Perché creare problemi a un Liceo che ha raggiunto livelli di eccellenza unanimemente riconosciuti?
Si è pensato che l’autonomia scolastica, ottenuta accorpandosi a un istituto prevalentemente tecnico, non possa danneggiare il Liceo di Guardia?
Si è pensato che l’accorpamento possa portare  ad un possibile impoverimento del corpo docente?
Si è pensato che la presenza di un Liceo Scientifico grande a due passi da casa possa in qualche modo minare la stabilità degli iscritti?
Si è pensato che il Liceo di Telese, visto il parere contrario della Dirigente sull’accorpamento, metterà sicuramente in atto strategie che toglieranno iscritti al nostro Liceo?
Si vuole arrivare a una guerra d’iscritti (senza sapere l’esito finale) con il Liceo di Telese?
Un vecchio proverbio dice” chi lascia la strada vecchia per la nuova sa che perde e non sa che trova”, e  i proverbi sono quasi sempre azzeccati.
E’ possibile che per ripagare una dirigente del “favore” avuto per l’insediamento di una sezione staccata dell’Istituto Agrario si debba minare il futuro del Liceo di Guardia?
Chiediamo a tutti di riflettere bene prima che sia troppo tardi.
Agli amministratori invece chiediamo che sia opportuno che la cittadinanza sia messa nelle condizioni di partecipare alle decisioni importanti della comunità, altrimenti la declamata partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica promessa nelle campagne elettorali diventa solo un bla bla bla.
Non solo: dal comunicato stampa richiamato si evince che il Tavolo Tecnico appositamente insediato presso la Rocca ha saputo cogliere la validità delle proposte del comune guardiese. Ciò posto, ci chiediamo:  ma il nostro "assessore" è pure alla POLITICHE PER LA CULTURA o è solo agli "SPETTACOLI" (indegni) della politica locale? E per quanto riguarda il consigliere "d'opposizione-maggioranza"  DEL VECCHIO: dopo il "balletto dei voti" tra provincia e comune alle ultime amministrative è scomparso, ad onor del vero, una volta si è visto ed è stato in occasione della presenza (termine letterale) della sua referente provinciale in occasione della paventata e mai scongiurata chiusura del Tribunale di Guardia.

1 commento:

  1. Leggendo questo articolo ho riscontrato alcune differenze con quello che è stato detto durante la riunione fatta sul comune di Guardia Sanframondi tra il sindaco e l'assessore all'istruzione e gli alunni e genitori rappresentanti di classe del liceo scientifico. Ad esempio è stato detto che in una comunità montana il numero degli alunni necessari affinché un istituto possa essere considerato indipendente è 300 e non 600. E' tanto chiedere un po' di chiarezza? Io come alunna del liceo scientifico personalmente credo che la mia scuola in uno o due anni, pur unendosi all'istituto agrario di Guardia, non possa raggiungere i 600 iscritti e quindi raggiungere l'indipendenza come invece è stato detto dal sindaco. La cosa che mi ha dato più fastidio è stata prendere una decisione così importante per noi studenti senza nemmeno chiedere il nostro parere, siamo stati interpellati o per meglio dire siamo venuti a conoscenza della decisione a cose fatte. Si parla sempre di noi giovani, noi che rappresentiamo la nuova società, ma in queste situazioni mi chiedo se noi giovani in questo paese potremmo avere davvero un futuro.

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