Di NOI TUTTI PER GUARDIA. Nel momento in cui si affrontano questioni legate alla Cooperativa Agricola “La Guardiense”, è necessario partire da una semplice e scontata premessa: trattasi innanzitutto di un’azienda privata che costituisce il pilastro fondamentale ed il motore portante dell’intera economia della nostra comunità.
Ad avviso di chi scrive, le scelte programmatiche e gestionali relative alla conduzione della Cantina Sociale devono essere di esclusiva competenza dei soci, unici soggetti che direttamente investono in essa gli elementi tipici dell’attività produttiva: capitale e lavoro. Solo i soci devono essere i “padroni” della Cooperativa poiché i soci sono la Cooperativa. Pertanto, i membri de “La Guardiense” devono godere della massima libertà nel momento in cui indicano (al loro interno ed attraverso il ciclico rinnovo del consiglio d’amministrazione) le persone ritenute maggiormente idonee a garantire lo sviluppo e la crescita dell’azienda.
Dalla “politica” non può e non deve esserci alcun tipo di condizionamento.
Tanto premesso, siamo costretti a denunciare quanto avvenuto in occasione delle ultime votazioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione de “La Guardiense”. Da un lato, infatti, le elezioni si sono caratterizzate per i toni pacati con cui tutti i candidati hanno affrontato le questioni relative alle future scelte programmatiche da assumere nell’interesse della società. Di contro, invece, si è registrata la discesa in campo della poderosa macchina amministrativa che ha imbarazzato l’intera comunità guardiese. Ovviamente, ci riferiamo alla vera e propria campagna elettorale allestita da alcuni componenti (anche non soci) dell’attuale maggioranza comunale, i quali hanno dato la chiara impressione di voler effettuare l’ennesimo assalto alla “diligenza”. Questi signori e signorotti del trucco e dell’inganno, spalleggiati da alcuni imprenditori locali (noti galoppini della politica affaristica), capitanati dal Primo Cittadino, incuranti delle cariche istituzionali ricoperte, invece di pensare ad amministrare e risolvere gli innumerevoli problemi della nostra Cittadina (solo per citarne alcuni, si pensi al degrado ambientale ed ai cumuli di spazzatura presenti in quasi tutte le strade anche nel periodo natalizio), si sono adoperati all’inverosimile per organizzare una campagna elettorale condotta con le solite armi: subdole minacce ed illusorie promesse di posti di lavoro.
Ma la cosa più bella è consistita nel fatto che gli amministratori hanno finanziato la campagna elettorale a favore dei loro amici con i soldi pubblici (ovvero, con i denari di tutta la comunità).
Infatti, la Casa Comunale, nella passata settimana, sembrava una vera e propria sede di partito, dalla quale riteniamo siano partite tantissime telefonate all’indirizzo dei soci della Cooperativa, invitati (sarebbe meglio dire intimati) a votare un gruppo di persone gradito all’attuale Sindaco.
Se c’è il sospetto delle telefonate, è invece certo che dalla Casa Comunale sono partiti numerosissimi fax propagandistici con l’indicazione di votare alcuni soci evidentemente vicini alla maggioranza consiliare (vedasi il fax allegato al presente giornalino).
Ciò, all’esclusivo scopo di accaparrarsi anche l’ultima roccaforte economica del paese, la terra promessa che poteva assicurare un posto di lavoro ai tanti trombati della politica ed ai portabandiera della parola fallimento.
Ricordiamo agli amministratori che la Cantina Sociale è innanzitutto un’azienda che costituisce (direttamente o indirettamente) il motore portante dell’intera economia di Guardia Sanframondi.
Pertanto, la sua gestione deve essere di esclusiva competenza dei soci produttori. La politica deve rappresentare un supporto alla crescita dell’azienda attraverso la realizzazione di opere infrastrutturali finalizzate allo sviluppo del territorio ed alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Sicuramente, la politica clientelare ed affaristica incarnata dall’attuale amministrazione comunale non è in grado di assolvere un compito così delicato e strategicamente fondamentale.
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