venerdì 6 novembre 2009

La banda (na) larga

Il governo  congela i fondi, circa 800 milioni di euro, destinati a superare il «digital divide» e a sviluppare la banda larga in Italia.

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha dichiarato che "i soldi non li abbiamo né dirottati, né sciupati; ci siamo presi un momento di riflessione e di analisi in funzione della diversa scala di priorità che poteva nascere dalla crisi".
Letta ha spiegato che gli 800 milioni ancora non approvati dal Cipe verranno stanziati "quando avremo la certezza che quelle risorse non serviranno per la protezione sociale o per l'occupazione, che sono le nostre principali priorità". Superata la crisi, ha concluso Letta, "allora la prima delle nostre priorità sarà la banda larga, che può essere motore di sviluppo del nostro Paese".
Aveva dunque ragione Il presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri quando qualche tempo fa in un convegno ha raccontato di essere stato posto di fronte al difficile dilemma "Volete la banda larga o i vaccini?".

Recentemente , Confindustria, presentando il suo piano per l'innovazione e la digitalizzazione, aveva chiesto con priorità assoluta al Governo di «sbloccare subito le risorse per superare il digital divide e completare la copertura della banda larga a tutta la popolazione entro il 2011, obiettivo realizzabile solo a patto che i fondi siano sbloccati entro il 2009». Una richiesta rimasta inascoltata: lo stop alle risorse mette ora una seria ipoteca anche sul piano e-Government del  popolare ministro Renato Brunetta per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Per Assintel-Confcommercio si tratta dell'ennesima «doccia fredda» sul settore dell'innovazione tecnologica, che penalizza l'Italia «sullo scenario competitivo globale».

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