mercoledì 25 febbraio 2009

Colpi di testa nucleari

Sarkozy sarà tornato a casa sicuramente contento dai risultati della sua visita a Roma, in occasione del vertice italo-francese. La tecnologia nucleare francese, che da qualche tempo ha difficoltà a trovare nuovi mercati, specie nei paesi occidentali, e conosce difficoltà tecniche e finanziarie sempre crescenti nella costruzione proprio di una centrale di terza generazione in Finlandia, ha trovato l’Eldorado in Italia, con la commessa di ben quattro nuovi/vecchi impianti. Questa scelta, tutta politica, non conviene all'Italia. Una posizione non  dettata da motivi ideologici, ma semplicemente da motivi pratici ed economici, infatti, perché impegnarci per più di venti miliardi di euro per una produzione di energia che nel complesso del fabbisogno italiano, non solo elettrico, potrà rappresentare al massimo neanche il 5% del totale ? I costi sono alti, i tempi lunghi e i benefici estremamente bassi. Non a caso in modo ben diverso si stanno muovendo altri paesi, a cominciare dagli Stati Uniti. Chi pagherà i costi finali di quest’operazione, che magari vedrà all'opera l'ennesima cordata italiana protetta e garantita dalla mano pubblica. Chi pagherà, temiamo siano i soliti contribuenti. Intanto a Parigi si stappa champagne.

mercoledì 18 febbraio 2009

Meglio ardere in un attimo che bruciare lentamente!

L'accordo Mastella-PDL ha prodotto, come era nelle più facili previsioni, una crisi nell'amministrazione della città di Benevento e in seno alla giunta provinciale beneventana. Ancora una volta assistiamo sconfortati al piegare l'amministrazione della cosa pubblica alle mire di potere personale e di lobby. L' "onorevole" Mastella ha iniziato ad attuare i termini dell'accordo con il PDL laddove crede di essere maggiormente determinante per le sorti delle amministrazioni in carica: la città di Benevento e provincia. Mentre nella compagine uderrina cittadina abbiamo assistito a qualche defaillance, compatto è stato il passaggio all'opposizione del gruppo uderrino provinciale con la conseguente revoca dell'assessorato ai due rappresentanti Forgione e Cirocco e le dimissioni del presidente del consiglio provinciale Maturo. Per la provincia è questa una pagina che non andava scritta. Le vittorie, come Pirro ci ricorda a noi di Benevento, possono essere anche inutili o, peggio, dannose: e questa è  stata una vittoria dannosa per il centro-sinistra, comunque se ne esca. E' nella premessa, nell'accordo elettorale, la radice di questa triste vicenda: come è possibile che Mastella fosse un " traditore" a Roma e un politico "affidabile" in provincia di Benevento? Nessuno del centro-sinistra ha mai dato una spiegazione politicamente persuasiva del dilemma; il tutto era spiegato con un ricorso al realismo politico che imponeva la vittoria a tutti i costi per sbarrare la strada alle destre. Alla fine è stato come voler mettere a difesa dell'onore della propria figlia un noto dongiovanni, con tutte le prevedibili conseguenze del caso. L' onorevole Mastella fa il suo tornaconto politico, che è poi anche quello personale e del suo entourage, e cioè mantenersi politicamente vivo e al potere facendo leva su capziose letture politiche della realtà volte a rappresentarlo non come la banderuola che al vento gira, ma come l'asta che la sorregge. E' una lettura che evidentemente ha pagato e paga tuttora e anche il centro-sinistra nella passata tornata elettorale provinciale ha avallato tale lettura intravedendo nell'udeur    un fattore di vittoria elettorale e di stabilità amministrativa. Uscire da tale situazione in modo onorevole, senza pastrocchi è alquanto difficile. Si corre il rischio che ai vecchi errori ne subentrino dei nuovi, più evidenti e meno comprensibili dei primi. Come spiegheremo l'eventuale apporto di ex PDL i cui nomi circolano già sulla stampa locale? Come spiegheremo questo innaturale matrimonio agli elettori del centro-sinistra? Ricorreremo sempre allo spregiudicato realismo politico? Tutto politicamente legittimo, ma eticamente sconveniente!  Siete sicuri,onorevoli amministratori, che gli elettori un domani capiranno e accetteranno le vostre scelte?
Meglio ardere in un attimo che bruciare lentamente!
Angelo Mancini 

Speranze che si trasformeranno in delusione?

Walter Veltroni si è dimesso da segretario del Partito Democratico nella giornata di oggi, al termine di una riunione della segreteria politica del partito convocata per analizzare il deludente voto in Sardegna. Dopo 5 sconfitte consegutive e una dilaniante lotta tra fazioni il segretario eletto appena 16 mesi fa con il 76% dei voti ha deciso di rassegnare in modo irrevocabile le sue dimissioni. Se dopo ben 5 confitte le dimissioni sembrano quasi dovute in democrazia, ben più preoccupante è la situazione interna che ha accellerato questa conclusione. Dalla sconfitta alle elezioni politiche la vita del PD è stata molto travagliata e le vecchie correnti DS e DL, unite alle nuove, hanno fatto sentire tutto il loro peso e tutta la loro voglia di andare oltre l'esperienza veltroniana. L'annoso e stucchevole antagonismo tra Veltroni e D'Alema si è riproposto anche nel nuovo partito portandolo di fatto a una fibrillazione interna che fa temere molto per la sua unità e permanenza sulla scena politica nazionale. I dioscuri comunisti ,o ex tali, hanno ripreso l'antico fioretto con cui da anni si contendono la leadership del partito di militanza ben sapendo che ognuno sopravvive politicamente solo in presenza dell'altro; scomparso uno, scomparirà automaticamente anche l'altro. Altro punto debole è stato la mancata definizione di un ideale politico che superasse il vecchio antagonismo tra il popolarismo e il socialismo; si è cercato un punto di mediazione, che come sempre ,essendo un terreno neutro, si e rivelato un luogo di nessuno.Anche il modo con cui si è arrivato alla formazione del partito è stato un punto debole per la segreteria Veltroni: si è scelto nei fatti un partito sommatoria e non un soggetto nuovo, una formazione statica appiattita sulle vecchie correnti e su logori personaggi invece di un gruppo dinamico con l'innesto di nuove personalità autonome e radicate sul territorio, si è ingessato una realtà laddove c'era bisogno di dinamismo e apertura . Veltroni paga per tutto questo, ma ci consegna un partito che, oltre a perdere consensi ed elezioni, ha perso quello slancio ideale iniziale che i vecchi satrapi della politica credevano di aver incassato e di poter spendere per conservare un potere oramai logoro.
Riuscirà il partito democratico a superare questa crisi nonostante le forze centrifughe presenti al suo interno? Prevarrà la logica dell'unione che fa la forza o ognuno prenderà le vecchie strade? Attendiamo e vediamo se le speranze di 16 mesi orsono si trasformeranno in delusione.
Angelo Mancini

martedì 17 febbraio 2009

Mastellismo

E' di ieri la notizia che Clemente Mastella e il suo partito l'Udeur hanno siglato un accordo per le prossime elezioni europee con il PDL, accordo che prevede anche una ridefinizione delle alleanze in provincia di benevento, in regione Campania e in tutte quelle realtà politiche dove l'Udeur si trova a governare con il centro-sinistra. La notizia in sè non ha prodotto nessuna sorpresa, era nell'aria dalla caduta del governo Prodi e le smentite dell'interessato hanno avuto il tempo tecnico di una successiva tornata elettorale. Tempo dovuto a noi elettori per farci dimenticare il voltafaccia politico dell'onorevole Mastella e i guai giudiziari suoi e della consorte .
Un'abile campagna autopromozionale ha cercato di far passare per vittime di un perverso potere giudiziario i nostri due coniugi , dediti con tutto l'amore cristiano e sociale per il prossimo a operare per il bene della nostra comunità sannita. Ma anche sul trono si consumano i pantaloni e l'onorevole Mastella mostra troppe toppe che in questi ultimi anni ha dovuto mettere per ricoprire il nulla politico che lo qualifica. E non gli fa onore nè gli rende ragione l'ostinato e protervio ripetere che anche gli altri partiti sono uguali al suo: parlano di programmi, chiedono poltrone, Il suo è solo un retrobottega politico e il suo disincanto è solo cinico opportunismo. Ma questo è il personaggio e questo è sempre stato : il pensare politico era del suo mentore De Mita, il sottobosco della politica gli era delegato.
Ben più importante è il mastellismo, quella concezione della cosa pubblica volta ai fini e alle esigenze del gruppo, dei familiari, dei famigli che in questi anni ha imperversato da noi. Una concezione non etica, non morale della politica che poi è la differenza che passa tra un partito politico a un gruppo di affari. Il mastellismo,con la sua cinica spregiudicatezza, vuole concincerci che la politica è preda dell'affarismo,ma questo è solo autoassolvimento delle proprie colpe e responsabilità. Un partito guarda agli affari in un ottica di sviluppo e di benessere complessivo, un gruppo di potere li guarda in una prospettiva di arricchimento personale. Non è quindi la gestione del potere l'aspetto degenerativo della politica, ma l'uso che se ne fa.
Lottiamo affinchè il mastellismo non vinca anche al di fuori dei confini che gli ha ritagliato l'onorevole Mastella e che la politica torni a dare prospettive positive alle generazioni presenti.
Angelo Mancini

sabato 14 febbraio 2009

Mastella candidato con il PDL

(Ansa) Torna in campo Clemente Mastella. Il leader dell'Udeur, Guardasigilli del governo Prodi che lasciò tra le polemiche il suo incarico dopo la richiesta di arresti domiciliari per la moglie Sandra, di fatto accelerando la conclusione della legislatura, correrà con il Pdl per Strasburgo. Dopo qualche abboccamento con l'Udc di Pier Ferdinando Casini nei mesi scorsi e dopo aver fatto sapere che si sarebbe presentato con chi gli avesse offerto ospitalità, il politico di Ceppaloni sigla un'intesa con il centrodestra che comprende anche l'uscita dell'Udeur dalle giunte di centrosinistra, a partire da quella della Campania. L'accordo è stato sottoscritto a Roma dai coordinatori regionali della Campania di Forza Italia e An, Nicola Cosentino e Mario Landolfi e dal segretario campano dell'Udeur Antonio Fantini e prevede di proseguire "anche dopo il voto di giugno, lungo un percorso fatto di programmi e scelte condivise". "Spero in una campagna elettorale senza veleni e cattiverie - fa sapere Mastella - senza cose come quelle successe contro di me nel recente passato dalle parti di Catanzaro". Ma alla notizia della sua candidatura, sono già scintille, in particolare con l'Idv. "Dini - attacca il partito di Di Pietro con Felice Belisario - lo candidarono subito. Mastella era indagato e non poterono mantenere la promessa alle politiche, ora con la candidatura alle europee l'accordo per le prossime amministrative è chiuso.
Berlusconi ha finalmente pagato il debito a chi lo ha aiutato a far cadere il governo Prodi". Accuse "da farabutti", ribatte infuriato l'ex Guardasigilli. Anche il 'prodiano' Franco Monaco è critico: Mastella e Berlusconi "non potevano che incontrarsi sul mercato della politica nel tempo dei saldi". Il ministro ombra del Pd del Welfare Enrico Letta, dopo questa notizia, invita pragmaticamente il suo partito a "presidiare il centro". Il Pdl, invece, fa quadrato. La candidatura di Mastella, "qualificherà le nostre liste", dice il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Si tratta, per Cosentino di una intesa che "apre nuove prospettive", e che, aggiunge Landolfi, "é in linea con la collocazione dell'Udeur a livello europeo all'interno del Ppe".

martedì 10 febbraio 2009

L'unico media non controllato

Mai come in questo periodo Google è stato politicamente attivo, anche e forse soprattutto in Italia. Le minacce provenienti dalla politica e dal suo incauto approccio alla materia del Web hanno infatti consigliato un'entrata in campo diretta, senza mediazioni, lanciando per voce di Marco Pancini interventi pensati per sollevare questioni, suggerire direzioni, bocciare le soluzioni intraprese. L'ultimo intervento di Google Italia riguarda (anche e non solo) il famigerato art.50, quello con. cui il Senato ha emendato il pacchetto sicurezza introducendo una norma appositamente pensata per punire l'apologia di reato sul Web. «Che differenza c'è fra un quotidiano, un programma televisivo ed un sito Internet? Chi legge questo blog probabilmente ha ben chiara la risposta, eppure il dibattito intorno ai recenti progetti di legge che impattano la Rete sembra mettere in discussione le nostre convinzioni. Il tema ruota intorno al rapporto fra responsabilità e libertà di espressione».

«Quando compro un giornale, so in linea di principio che l'articolo che sto per leggere è stato scritto da un giornalista, approvato da un altro giornalista e scelto per la pubblicazione, allo stesso modo quando guardo la televisione i programmi sono il frutto di una scelta editoriale del canale. Su Internet non è sempre così semplice, lo scenario è diverso, questo non vuol dire che chi scrive qualcosa non sia responsabile delle sue affermazioni, tutto il contrario! Le leggi in vigore sono chiarissime su questo punto: chi produce un contenuto ne risponde completamente. Esistono comunque tutta una serie di figure come il blogger non professionista, chi fornisce la connessione, chi mette a disposizione una piattaforma telematica per ospitare i contenuti forniti dagli utenti, che non fanno lo stesso mestiere di chi gestisce la comunicazione sui media tradizionali. Ecco perché per questi soggetti andrebbero discusse regole diverse (non più o meno severe, ma diverse)».

Continua ancora il comunicato: «Non c'è dubbio che per chi non è un nativo digitale non è semplice comprendere immediatamente le dinamiche delle nuove tecnologie. Ma per questo è importante il dialogo fra Istituzioni, industria e società civile. Così ad esempio sui temi della pirateria digitale abbiamo dato la nostra disponibilità ad essere sentiti, e così hanno fatto altri importanti soggetti importanti come i consumatori. Un ulteriore esempio di questa tendenza o mancanza di dialogo fra il mondo della politica e quello della Rete è un articolo del decreto sicurezza in cui si prevede il filtraggio di tutti i siti internet (da Facebook all'ultimo Blog di giardinaggio) se ci sono concreti elementi che consentano di ritenere che qualcuno stia per compiere attività di apologia o di istigazione al reato in via telematica sulla rete Internet. Tutto questo non serve a combattere il crimine, perché basta segnalare un'attività illecita a qualunque Internet service provider perché questi la possa rimuovere: è già previsto dalla legge e dai contratti di tutti coloro che forniscono servizi online».

In conclusione, e qui sta il vero nocciolo del messaggio: «Questo serve a controllare la Rete e in quanto tale è pericoloso per la nostra libertà»

Fonte: Webnews

martedì 3 febbraio 2009

Comunicato

L'associazione nel ribadire che, come recita il suo statuto, promuove l'impegno culturale, politico e civile nelle comunità e sui territori; riaffermando, in particolare, il valore della politica come forma di volontariato che sappia essere strumento di crescita sociale oltre che di composizione e mediazione di esigenze ed attese dei cittadini. Constatato che recentemente l'associazione de 'icoraggiosi' è stata 'tirata in causa' rispetto a presunte posizioni circa le prossime elezioni del Consiglio Direttivo della Cooperativa sociale 'La Guardiense'.

C O M U N I C A

che con apposita riunione, in merito all'argomento, indetta ed espletata il giorno 3 febbraio 2009 l'associazione dichiara quanto segue:

1. I soci nella loro libertà ed arbitrarietà possono far parte di qualsiasi partito o movimento politico;
2. L'associazione non intende assolutamente entrare nel merito della gestione della cooperativa 'La Guardiense';
3. Che quest'ultima resta una realtà della massima importanza per l'economia locale, perciò formuliamo i nostri migliori auguri per un buon lavoro al prossimo consiglio di amministrazione.
Tanto si doveva per allontanare voci ed illazioni e fugare ogni dubbio.
Il Presidente
Mario Plenzick