lunedì 17 maggio 2010

Riusciremo a sconfiggere i Giganti ?

Rileggendo “I Giganti della montagna”,opera incompiuta dell’agrigentino Pirandello,mi sono chiesto: Riusciremo a sconfiggere i giganti a Guardia Sanframondi?

Ma chi sono questi Giganti? Metaforicamente rappresentano quella parte della società moderna che rifiuta la cultura,l’arte. Nel nostro caso, tutti coloro che che non vogliono lo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro paese. Tanto è vero che Giorgio Strehler ne ha rappresentato tre edizioni,in tre momenti storici: nel 1947 l’Italia usciva dalla guerra, i “Giganti” servivano ad esorcizzare gli ancora dolenti incubi della morte in una rinnovellata speranza di rinascita,dove il mito si combinava con la favola e la realtà con l’ottimismo, ma era anche una denuncia da parte dell’artista all’oppressione del regime fascista attuata sull’arte attraverso la manipolazione del teatro e la censura. Infatti l’identità Giganti-regime ci è data dalla scelta della Favola del figlio cambiato,perno attorno al quale ruota tutta la vicenda di Ilse,testo che la censura fascista aveva proibito.

Nel 1966 tempi di buie vigilie, quindi il ’68 e nel 1994 rappresenta i gravi sconvolgimenti politici che hanno toccato l’Italia,cioè tangentopoli.

Allora,io mi chiedo:a Guardia Sanframondi chi sono i Giganti? Sono tutti coloro che hanno contribuito allo sfascio di questo Paese e tutt’oggi amministratori? Oppure i figli degli amministratori precedenti? Oppure gli elettori?

Strehler a partire dal 1966 fa cadere un sipario di ferro sulla carretta che trasporta il corpo esanime di Ilse e lo esibisce al pubblico,come se lo accusasse di essere l’assassino di Ilse,quindi della poesia. Ma chi sono gli assassini del nostro bel Paese? Non è che siamo noi elettori?

Più o meno la storia dei “ I giganti della montagna” è questa:

Una compagnia di attori girovaghi, guidata dalla contessa Ilse, avendo  deciso di recitare “La favola del figlio cambiato” (una opera altamente drammatica dello stesso Pirandello) e  non trovando accoglienza nei comuni teatri, giunge ad una villa che sembra abbandonata. Gli strani e misteriosi abitanti della villa, il mago Cotrone e gli Scalognati, cercano dapprima di allontanarli con tuoni, fulmini, apparizioni di fantasmi e altro, infine, poiche` i commedianti non si lasciano intimorire, li accolgono, e Cotrone cerca di convincere la contessa a recitare per gli ospiti della villa il suo dramma, una storia scritta per lei da un giovane poeta che, innamorato e da lei respinto, si e` ucciso. La villa puo` accoglierli perché e` una ‘dimora molto particolare’, dove tutto puo` realizzarsi, basta volerlo: “Siamo qui come agli orli della vita, Contessa” dice Crotone ad Ilse “Gli orli, a un comando, si distaccano, entra l’invisibile: vaporano i fantasmi. E` cosa naturale. Avviene cio` che di solito nel sogno. Io lo faccio avvenire anche nella veglia. Ecco tutto. I sogni, la musica, la preghiera, l’amore… Tutto l’infinto che e` negli uomini, lei lo trovera` dentro e intorno a questa villa” Ma Ilse non accetta, vuole che, in qualche modo, chi assiste all’opera teatrale venga coinvolto, magari in modo conflittuale; allora Cotrone le propone di recitare la sua favola ai Giganti della montagna, potenti signori occupati nella realizzazione di grandi opere, che potrebbero inserirla in un contesto di festeggiamenti per un loro importante matrimonio. 
La tragedia termina con l’arrivo dei Giganti (si odono musiche e urla quasi selvagge) ed ecco le ultime parole scritte da Pirandello e pronunciate da Diamante, la seconda donna della compagnia del teatranti: “Ho paura…”
Nell’epilogo, che non e` nel dramma, ma che era nelle intenzioni dell’autore, poi, si viene a sapere che i Giganti, tutta razionalita` e interessi materiali, non accettano la proposta, non hanno tempo per  la poesia e le cose dello spirito, ma permettono che la rappresentazione venga allestita per il popolo, i loro servitori. Ilse, pure consapevole del pericolo di portare la sua arte a chi e` completamente privo di sensibilita`, accetta. Urla e fischi accolgono la rappresentazione, gli attori reagiscono, nasce una zuffa, Ilse  viene uccisa.

Comunque voglio concludere in maniera ottimistica: I Giganti hanno sempre vinto,ma hanno sempre perso,nel mito e nella storia. L’uomo,lui no,che non si è definitivamente perduto.

(Giorgio Strehler)

Silvio Capocefalo