mercoledì 30 dicembre 2009

Le considerazioni del Dirigente scolastico

 

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CARISSIMA COMUNITA’ di Guardia,
solo stamane sono venuta a conoscenza - PER CASO- di un fatto increscioso che sta cercando di mettere in cattiva luce la mia persona ma soprattutto l’ISTITUZIONE SCOLASTICA che ho l’onore di dirigere.
Poche considerazioni per invitare a riflettere la COMUNITA’ di questo stupendo paese che sto iniziando a conoscere.
Mi chiamo SILVANA SANTAGATA e mi rivolgo a tutti, compresi quelli che, quando scrivono o pensano di informarvi, non si firmano o si firmano con pseudo nomi.
In questo periodo prenatalizio ho invitato, insieme alle insegnanti e agli alunni, tutta la comunità a partecipare alle attività natalizie organizzate:
• Giovedì 17 dicembre-Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Michele De Rosa-Sala mensa Scuola Primaria-Guardia Sanframondi
• Venerdì 18 dicembre-Classi quarte A e B-esibizione musicale-Sperimentazione del flauto dolce-Dirige il prof. Aldo D’Onofrio-Sala mensa Scuola primaria di Guardia
• Sabato 19 dicembre-Scuola dell’Infanzia e Primaria di San Lupo-L’altro Natale…Fotoracconto di Natale-Salone Scuola Primaria di S. Lupo
• Lunedì 21 dicembre 2009 ore 18.30-Inaugurazione presepe nell’ambito della Rassegna “ Barocco: Emozioni di luce”Piazza Castello - Guardia Sanframondi
• Martedì 22 dicembre 2009 ore 18.00-Scuola dell’Infanzia-Classi prime A e B– Classi quarte A e B di Guardia Sanframondi-Concerto di Natale-Basilica-Santuario Santa Maria Assunta e San Filippo Neri - Guardia Sanframondi
• Mercoledì 23 dicembre 2009 ore 19.30-Scuola primaria di Guardia Sanframondi-Cantami una canzone… Raccontami La storia-Cinema 4 Fontane - Guardia Sanframondi
Tantissimi di voi hanno partecipato, applaudito i RAGAZZI che sono stati BRAVISSIMI, si sono congratulati con le INSEGNANTI, ECCELLENTI, che lavorano a pieno ritmo. Quelle alle quali avete assistito sono solo una piccola parte dell’enorme lavoro che fa il corpo docente e non docente insieme agli alunni. Ma è importante che venga presentato all’esterno perché anche questo fa parte del lavoro, rappresenta una verifica. Vi ringrazio perché con la vostra presenza avete fatto capire ai vostri figli che voi ci siete, sempre. Avete visto come sono stati bravi? Il merito, come ho già avuto di dirvi , è anche vostro. Mi avete chiesto una replica di alcune “rappresentazioni”: i ragazzi sono entusiasti e non vedono l’ora di esibirsi di nuovo avendo superato l’impatto, non facile, di parlare a viso scoperto ad un vasto pubblico. Cercherò di accontentarvi.
L’idea OFFERTAMI di un “Babbo Natale” su una vera slitta mi è sembrata bella come può essere una bella favola che si racconta ai bambini, la magia di qualcosa che, quando si cresce e si diventa grandi, tutti dimentichiamo.
Di Babbo Natale ne avevo dato giusta informazione agli organi scolastici e politici, avendone parlato con il Sindaco, con l’Ass. Carlo Falato, con il Provveditore: è bello condividere anche questo momento, prettamente per i bambini, con quelli che bambini non sono più. Mi è sembrato bello invitare anche i genitori per uno scambio di auguri.
Tutto qui!
All’arrivo di ‘babbo natale’ la comunità - un rappresentante del comando della polizia municipale, insieme a qualche genitore e qualche abitante di Guardia- ha dato una mano a risolvere qualche inconveniente dovuto al cattivo tempo.
La sottoscritta non ha distribuito cartoline ad alcun bambino, né piccolo né grande, né aveva la minima idea che una sorpresa potesse avere risvolti diversi .
Se qualcosa di grave, INVOLONTARIAMENTE, c’è stato….la sottoscritta è pronta a chiedere venia…Ma a chi?
Ripeto: ho saputo per caso di quanto qualcuno ha messo in giro, per caso perché non abito a Guardia.
Non sarebbe stato più corretto e bello parlarmene apertamente, così come sempre fa la sottoscritta, anzichè utilizzare una tecnologia virtuale?
Ma per far questo bisogna essere molto CORAGGIOSI!

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
SILVANA SANTAGATA

Risorse correlate: Una cartolina natalizia  / A scuola di propaganda

Mozione di sfiducia al sindaco

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In data 27 Dicembre 2009 i Consiglieri Comunali di Guardia Sanframondi: Angela Conte, Giovanni De Blasio, Raffaele Di Lonardo, Giuseppe Falato, Silvio Falato (1969), Silvio Falato (1979), Raffaele Garofano, Umberto Garofano, Vittorio Mancinelli, Lino Orso hanno presentato  una motivata mozione di sfiducia al Sindaco ai sensi dell’articolo 52 T.U. del D.L. 267/2000.

Ecco il testo completo

lunedì 28 dicembre 2009

Cercasi Sarchiapone...


L'attuale nomento politico che sta vivendo Guardia mi porta alla mente la nota poesia del grande Totò ... Sarchiapone e Ludovico.
In questo caso non è tanto la rima ogne bella scarpa nu scarpone addeventa c' 'o tiempo e cu ll'età dato che gli anni passano per tutti, e forse proprio questo dovrebbe portarci con l'esperienza ad essere più maturi e consapevoli, ma non sempre è così.
Ma dicevo la rima che più si addice al momento politico di Guardia è quando Totò dice ... A prova è chesta, caro Sarchiapone: appena si trasuto int' 'a vicchiaia, pe poche sorde, comme a nu scarpone, t'hanno vennuto e si caduto ccà. Pe sotto a chillu stesso carruzzino 'o patruncino tuio n'atu cavallo se ll' è accattato proprio stammatina pe ghi currenno 'e pprete d' 'a città".
Ecco in queste poche righe è racchiuso tutto quello che sta avvenendo a Guardia, si è in cerca di un cavallo da sostituire all'attuale perchè ormai inservibile per gli scopi di alcuni, e dopo che anche questo avrà portato a termine il proprio mandato ( quello di essere servizievole e consenziente
affinchè i manovratori possano fare il loro comodo) verrà messo da parte e partirà la nuova ricerca.
Allora una domanda si pone ... Chi sarà il prossimo Sarchiapone ???

domenica 27 dicembre 2009

Discussioni sotto l'albero

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Le feste natalizie sono sempre una occasione di riflessione profonda: viene sottolineata la natura umana nella sua fragilità, nella sua tendenza al peccato, e nel contempo viene offerta una via cristiana di uscita in cui Dio fatto uomo si confonde tra gli umani per portare parole di giustizia, di uguaglianza, di pace con l’esempio massimo del sacrificio della vita per gli altri. Ma queste feste natalizie, per la comunità guardiese, sono di fermento politico amministrativo e di riflessione sul futuro dell’attuale amministrazione in carica. Ovunque si giri per il paese, ove vi sia un minimo di aggregazione la domanda ricorrente è se l’amministrazione comunale in carica cada presto oppure no. A volte si viene coinvolti in questa discussione e ti vengono chieste cose per capire se uno né sappia di più o per cercare di capire quali trame oscure si stiano intessendo sulla vicenda. Altre volte, addirittura, vogliono sapere se dietro a questa situazione di evidente stallo ci sia il mio zampino, o addirittura che ne sia il grande regista, visto che per poter condividere qualche considerazione sulle vicende paesane utilizzi il sito dei Coraggiosi. Forse in una cosa non pecca la comunità guardiese, nella fantasia.
Dal mio punto di vista la situazione la si può riassumere brevemente, ed è una visione personale delle cose: dopo le varie vicissitudini interne alla maggioranza che hanno visto contrapporsi sul piano personale e politico una serie di soggetti, (vedi le dimissioni del vicesindaco tenute nel cassetto per vari mesi, vedi la scelta dell’Udeur di chiamarsi fuori dalla maggioranza a seguito della pressante richiesta di sapere da quale parte fossero dopo la candidatura di Mastella nelle file del PDL, ecc...) nel maggio 2009 otto consiglieri, compreso il Sindaco, decisero di proseguire il corso amministrativo, pur non avendo la maggioranza in consiglio, con una strategia che metteva al centro obiettivi certi e di breve e medio periodo da portare all’attenzione del consiglio comunale e lì trovare le nuove condizioni politiche per condividere tali obiettivi, nell’esclusivo interesse della comunità guardiese. Da maggio, per ciò che è dato di sapere, questa operazione di trasparenza e di chiarezza nei confronti del Consiglio Comunale e soprattutto nei confronti della cittadinanza è rimasta lettera morta. Si è tirati a campare grazie al mantenimento in consiglio comunale del numero legale da parte dei due consiglieri di Guardia Libera. Ora nell’ultimo periodo si sono consumate altre vicende tra le quali le dimissioni dalla Giunta Comunale di tre assessori, al punto che attualmente la stessa funziona con la presenza del Sindaco e di tre assessori. Sono state effettuate diverse riunioni tra gli otto consiglieri al fine di avere una linea comune. Ad alcune di queste ha partecipato anche il coordinatore provinciale ed anche il sottoscritto. In particolare, in queste riunioni, mi sono soffermato sul ruolo che è proprio del consiglio comunale e di una maggioranza di governo, nonchè del significato che ha l’elezione diretta del Sindaco. Una azione di governo di un ente è efficace quando vi è una maggioranza politica che lo sostiene; chi determina la fine o il proseguimento di una amministrazione è il Sindaco che prende atto della impossibilità di procedere in una azione di governo, o il Consiglio comunale che sancisce che non c’è una maggioranza per governare. E quindi il mio invito, chiaro e semplice, era di trovare delle ragioni programmatiche e metodologiche, di condivisione e di coinvolgimento per lo stare insieme, e di trovare su queste basi i numeri necessari per una navigazione amministrativa in sicurezza. La precisazione ai consiglieri era, ed è ancora attuale, che qualsiasi decisione in merito al da farsi rimaneva nella loro volontà, essendo tutti navigati, adulti e responsabili. Cosa poi sia successo o quali effetti abbiano prodotto questi incontri è tutto da vedere. Una cosa è certa e che in questo mondo di “mezzo” in cui ci siamo venuti a trovare è partita già la caccia alle responsabilità: la colpa è tua, no è di quello, no è di quell’altro, ve lo avevo detto che sarebbe finita così, ma chi ha voluto questa situazione, chi ha spinto, chi ha frenato. Devo dire la verità, questa discussione in itinere non mi appassiona, anzi la trovo quanto mai deleteria e di basso profilo ed irrispettosa nei confronti dei cittadini elettori i quali una cosa sola riescono a ben percepire e cioè che queste prese di posizione mettono in secondo piano gli interessi generali del paese. Dice bene Giuseppe Falato: è una questione di ordine culturale! Se non si torna a parlare di Politica e di come si devono affrontare le problematiche stringenti del nostro paese, non ci saranno maggioranze azzeccate con il nastro isolante che tengano. Ma questo significa che tutti dovrebbero elevare il livello della discussione e del confronto, che si deve essere in grado di mettersi in discussione ogni istante ed insieme trovare le soluzioni ai problemi. Dico questo non perché ho velleità politiche o di ritorno nell’amministrazione guardiese: il fatidico 24 aprile del 2007 ho definitivamente fatto un passo indietro, in nome di una pacificazione sociale che si doveva costruire e che i guru locali professavano per un nuovo corso per la stabilità politica della nostra comunità. Certo che i risultati si sono visti!!! Formulo i migliori auguri al Sindaco ed ai Consiglieri Comunali affinchè nel loro agire sappiano decidere quale è la migliore soluzione alle questioni sul campo e che le loro decisioni siano sempre improntate alla salvaguardia del bene comune.
Carlo Falato

sabato 26 dicembre 2009

Una cartolina natalizia

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La scuola elementare di Guardia Sanframondi nell’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie si è trasformata in un luogo di propaganda elettorale. Come è noto, la nostra scuola elementare informa i genitori delle attività che la stessa pone in essere attraverso messaggi scritti dagli alunni sui propri quaderni. Attraverso questo strumento i genitori degli alunni frequentanti la scuola elementare si sono visti invitati a celebrare un brindisi di auguri natalizio per l’ultimo giorno di scuola. Fin qui nulla da obiettare, coinvolgere i genitori nelle attività organizzate dalla scuola è sempre molto positivo. Solo che le cose non sono andate esattamente così. I genitori che si sono recati a scuola per il brindisi non hanno trovato calici e spumante ma un consigliere regionale accompagnato da “pseudo babbi natale” che consegnava agli alunni doni e una cartolina natalizia, in forma di vignetta, di chiara propaganda elettorale. Se è opinabile che un consigliere regionale possa girare le scuole a far doni agli alunni (siamo quasi al pacco di pasta del dopoguerra) è sicuramente scandaloso che un dirigente scolastico organizzi tale evento convocando anche i genitori degli alunni. D’altronde la vignetta che il consigliere regionale porta in giro impropriamente nelle scuole, trasmette un messaggio che inneggia alla eliminazione della più alta carica istituzionale della nostra regione. Il ruolo del dirigente scolastico è quello di far si che la scuola metta in condizioni i ragazzi di apprendere il sapere, e non quello di indirizzarli nelle scelte politiche soprattutto perché ci troviamo, in questo caso, di fronte a bambini delle scuole elementari.

La cosa non può assolutamente passare sotto silenzio, anche se in questi giorni nessuno ha osato stigmatizzare questo comportamento. La gravità dell’accaduto impone che sia data giusta informazione ai cittadini e agli organi scolastici e politici interessati.

Inoltre, in un momento in cui si chiede alla politica a gran voce di abbassare i toni, si fa riferimento a partiti dell’amore piuttosto che a partiti dell’odio, è vergognoso che si permetta ad un consigliere regionale di portare ai bambini un messaggio che va in tutt’altra direzione visto che la vignetta inneggia, seppur scherzosamente, alla eliminazione fisica dell’avversario politico.

venerdì 25 dicembre 2009

Lontani dalla riva

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Buon Natale Coraggiosi!
Lo scambio epistolare tra i nostri due amici e consiglieri comunali Raffaele Garofano e Giuseppe Falato è di alto profilo, enormemente stimolante e di notevole qualità intellettuale e politica, rara ai giorni d' oggi in cui la politica è diventata contrapposizione personalistica e gazzarra mediatica.
C'è un punto, un inciso, su cui mi preme intervenire, laddove Raffaele parla di qualche " movimento che periodicamente ci investe ( ricordi " Insieme") e sempre con risultati disastrosi". L'assunto dell' id quod plerumque accidit introduce la "presunzione semplice"  della lettura degli avvenimenti citati così come esposti, e quindi fa obbligo a chi, come me, li ha vissuti, dell'onere della prova contraria, affinchè una riflessione sul passato non solo ci faccia evitare errori, ma ci aiuti a costruire  qualcosa di positivo e utile per la nostra comunità.
"Insieme", secondo il mio modesto e personale parere, ha significato la ricerca del ripristino di quelle categorie politiche,di cui parla Giuseppe, nel momento di massima crisi  e di logoramento dei partiti tradizionali, laddove la tradizionale e storica opposizione da alternativa diventava "sistema", facendo drammaticamente mancare alla nostra comunità la possibilità di esperire e praticare una modalità diversa, nuova di amministrare la cosa pubblica. "Insieme" nacque per quella "assenza" e non certo dal miscelare, dalla credenza, idealità, meschinità e opportunismo. Alcune storie e percorsi personali che, con il senno di poi, dovrebbero avvalorare il "risultato disastroso", sono ascrivibili al patto esplicito tra alcuni membri della coalizione vincente, a quello implicito con l'opposizione, che si liberava di uno scomodo concorrente e al demone dell'utilitarismo che i vincitori hanno saputo fomentare. Le esperienze successive non hanno fatto altro che riproporre lo schema vincente che portò alla eliminazione di quel tentativo facendo leva più sulla confusione che sulla comunicazione.
Oggi siamo di nuovo a quel punto, isola nella corrente, lontani dalla riva dell'opposizione che ci assimila alla vecchia maggioranza, distanti dalla maggioranza che ci riconosce intrusi e ostili. Oggi abbiamo le stesse necessità, quella di una politica  che antepone il bene pubblico agli arrivismi personali, di regole condivise a tutela di tutti, di un patto di mutua fiducia tra i cittadini e gli amministratori. Oggi sappiamo che questo è possibile, che è improcrastinabile, che va ricercato con tutte le nostre forze!
Oggi, però, sappiamo anche che le sirene non  incantano per divorarci, ma per continuare a vivere!
Angelo Mancini

mercoledì 23 dicembre 2009

A scuola di propaganda…

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Cari coraggiosi, ieri nella sede della scuola elementare di Guardia si è consumata una azione di grave scorrettezza da parte della Dirigente scolastica.
Ella ha distribuito a tutti i bambini una cartolina di chiara propaganda elettorale in forma di vignetta natalizia.
Nessuna delle insegnanti ha osato stigmatizzare questo comportamento e solo qualcuno dei genitori ha elevato proteste anche nei confronti del Sindaco.
La cosa non può assolutamente passare sotto silenzio, per cui prego di lanciare sul sito un appello ai genitori sensibili alla correttezza dei comportamenti, specie nella scuola, a voler far pervenire ai consiglieri comunali Raffaele Garofano e Giovanni De Blasio le cartoline in questione, perchè sia data giusta informazione agli organi scolastici e politici interessati. Non sarebbe male, inoltre, che su tale accadimento si pronunciasse la classe docente di questa comunità.
Raffaele Garofano

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I genitori in possesso della cartolina di  propaganda elettorale sotto forma di vignetta natalizia possono farla pervenire al nostro indirizzo email affinché, oltre a condividerla online, possiamo dare giusta informazione agli organi scolastici e politici interessati alla incresciosa vicenda.

Indirizzo e mail: icoraggiosi@gmail.com

Sul futuro politico del nostro paese

Oltreamareellenews … e se finisse la terra e chiedessero lassù agli uomini: “Ebbene avete capito la vostra vita sulla terra e che conclusione ne avete tratto?”, l’uomo potrebbe porgere in silenzio il Don Chisciotte: “Ecco la mia conclusione sulla vita, potete voi giudicarmi per questo?”.F.M. Dostoevskij

Politica codificata, politica vivente o nuova politica? Spunti per un dibattito sul futuro politico del nostro paese nello stile del Cervantes

Introduzione Dove si narra della “pacata” polemica del 28/11/2009 intorno ad una eventuale strategia politica per questa comunità.

La politica non può essere paragonata ad un dispensa dalla quale si prendono gli ingredienti (senza verificare neppure la data di scadenza) e si prepara il pasto quotidiano.

Tale tesi (che va ascritta alla politica vivente in virtù del principio dell’id quod plaerumque accidit) ha due risvolti negativi:

1) avvalora il comportamento di chi continua a favorire classi dirigenti mediocri;

2) giustifica alleanze politiche di natura cartacea il cui unico scopo è vincere questa o quella competizione elettorale o, ciò che è lo stesso, non far vincere chi si ritiene essere la fonte di ogni male per la società.

La mia proposta, pertanto, prevede una strategia diversa (ma non nuova) che tenda innanzitutto a ripristinare le cosiddette categorie della politica ( che appartengono alla politica codificata) e solo successivamente a tradursi nella realizzazione di obiettivi a cui “tutti possono dare una mano”.

Per essere chiaro mi servirò di un famoso esempio del filosofo Adorno il quale affermò: Dopo Auschwitz, Hitler ci costringe ad impegnarci con tutte le nostre forze per fare in modo che ciò che è avvenuto non possa ripetersi. Questo è diventato l’ imperativo categorico della nostra epoca”.

Orbene, fermo restando che l’attuale imperativo categorico che ci unisce è quello “che ciò che avvenuto non possa ripetersi”, quali devono essere gli altri principi irrinunciabili che facciano da minimo comune denominatore per la nascita di una nuova politica?

Il punto di partenza per spostare l’attenzione da una concezione meramente utilitaristica della politica e, quindi, innalzare il livello culturale dell’attuale dibattito, io ritengo che debba essere quello di proporre una visione “personocentrica” dell’azione politico-amministrativa che, medio tempore, possa suscitare nei nostri compaesani, anche in quei “sognatori sognati” (leggi: maggioranza dei giovani del coordinamento PD locale), la consapevolezza di poter affrontare con le proprie capacità i momenti di crisi individuale e collettiva.

Per ora mi fermo qui. Aspetto risposte e critiche. Ciao Giuseppe

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 OltreamareellenewsConcepiamo la politica come la scienza di ciò che è possibile fare in determinate condizioni di tempo e di luogo, e non come la scienza di ciò che è desiderabile per ragioni puramente teoriche” (Gaetano Salvemini, George La Piana, La sorte dell’Italia, New York, 1943).

Id quod plerumque accidit”.

Non è proprio, tuttavia, una dispensa da cui prelevare ingredienti alla rinfusa. Ammetto che ci sono stati negli ultimi tempi ben due casi in cui questo è ciò che ci è piovuto addosso. Il primo data 1999; il secondo è quello che stiamo vivendo; e derivano, stranamente, da comportamenti e concezioni ascrivibili allo stesso personaggio: il nostro sindaco. Una mente piuttosto ristretta che ha per misura delle cose esclusivamente il proprio tormentato ego e che produrrà danni incalcolabili ( a persone e a cose).

Nulla nutre la terra più meschino dell’uomo tra tutto ciò che respira e cammina sopra di essa”. (Omero, “Odissea” – versione di Franco Rossi).

Ma questa è un’altra storia.

Sarebbe interessante, invece, comprendere la ragione di questo ultimo accadimento.

A parer mio è intervenuto in un momento di estrema debolezza della politica, di disarmo di alcuni partiti, di mancanza di lucidità nell’analisi e, forse, di un peccato di arroganza circa qualche personale indispensabilità. E, in mancanza, si è ritenuto possibile codificare alcune categorie, della politica, appunto, attraverso il movimento. Anche questo è un “id quod plerumque accidit” che periodicamente ci investe (ricordi “Insieme”?) e sempre con risultati disastrosi. Si fa salva, naturalmente, la buona fede dei più che proprio per questa non colgono con immediatezza le intenzioni di chi in buona fede non è. E si verifica il caso nostro.

Sono assolutamente d’accordo sul fatto che la politica vada codificata: principi, scelta sociale, coinvolgimento, scelta della democrazia, pratica del governo. Ritengo, tuttavia, che questo non basti, come dimostrano i fatti. Anche perché è fatale che su tali temi nessuno si dichiari contrario, al di là delle intenzioni o dei malintenzionati.

Ho sempre a mente la prima lezione leniniana: la politica si può praticare solo in forma organizzata. E qui è il punto: la classe dirigente si seleziona solo attraverso la organizzazione, altrimenti è soggetta ad umori,giochi perversi, forza dei numeri, autoreferenzialità. Ed il tempo è l’unico elemento che favorisce la selezione. Nello scorso secolo le forme organizzate sono stati la dittatura e, successivamente, i partiti. La questione dunque è: in quale forma è possibile riorganizzare, oggi, la politica? Il dibattito è aperto. La visione “personocentrica” è una opzione se è intesa come una sorta di nuovo umanesimo che metta al centro l’uomo e una azione politica verso la persona e con la persona; è più problematica se è intesa come somma di singoli, proprio perché contraddittoria rispetto al principio della organizzazione.

A meno che i filosofi non regnino nelle città, o quelli che oggi han nome di re non prendano a nobilmente filosofare, e non vengano a coincidere la forza politica e la filosofia, non avran tregua alcuna dai mali le città, anzi credo neppure il genere umano”. (Platone, “La Repubblica”).

Sono passati venticinque secoli e suppongo che la scelta ai nostri giorni sia un pò più ampia, almeno non riservata a filosofi e re (e meno che mai a unti del Signore). La scelta può riguardare anche coloro che hanno capito. Sul valore e la verità di questa comprensione, ancora una volta, sarà il tempo a dare il giudizio ultimo.

Il dibattito continua. E se si allargasse?  Raffaele

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Oltreamareellenews Dream # 1 Dove si narra di organizzazione politica e del rapporto tra il sovrano e la società civile. Inizio dalla fine del tuo intervento: allarghiamo la discussione, sempre che ci siano persone interessate! Ciò premesso, veniamo al punto.

1. Sui movimenti di cittadini ( in particolare su liberi di cambiare)

Condivido la tua analisi circa la debolezza della politica in generale e dei partiti in particolare di cogliere le istanze di novità provenienti dalla società civile.

Tale assunto, tuttavia, non può deresponsabilizzare chi, pur essendo titolare di un potere amministrativo (sia pure relativo), non è stato in grado di comunicare correttamente ciò che metteva in campo.

Per usare il linguaggio della scienza della comunicazione si può dire che l’emittente (l’amministratore) ha inviato un messaggio attraverso un codice sconosciuto al ricevente (il cittadino).

La precedente amministrazione, all’esterno, appariva estremamente debole perché vittima di: 1) uno scontro interno alla maggioranza (secondo la sterile dialettica, da me già sottolineata in altre occasioni, amicus/inimicus) finalizzato alla conquista di chissà quali posti di comando, 2) uno scontro esterno (secondo la altrettanto sterile dialettica amicus/hostis) destinato ad alimentare soltanto la cronaca giudiziaria locale.

Ebbene, se vogliamo comprendere realmente le ragioni di quello o di “questo accadimento” e, quindi, le ragioni dei cosiddetti movimenti, dobbiamo fare uso: a) della lealtà semantica, evitando quegli eufemismi linguistico-espedienziali (rectius: pézzë a culórë) che servono solo a giustificare scelte politiche sbagliate; b) della lealtà metodologica nel senso di non invertire il prius col posterior, al solo scopo di dare una conveniente lettura della realtà.

Il punto di partenza per comprendere l’attuale situazione, a mio avviso, è stata l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco che, da una parte, ha personalizzato la politica e, dall’altra, ha dissolto i partiti a livello locale, talché nel periodo 1995-2009 motus in fine velocior: (ri)nascita di una insignificante e contraddittoria classe politica che lascia sgomento anche l’assuefatto alle fluttuanti logiche del potere.

D’altra parte, non si può negare che gli stessi militanti di partito non hanno saputo o voluto rifiutare scelte pseudo-ideologiche incarnate da personaggi arcinoti negli ambienti politico-amministrativi locali per la loro avidità personale: parafrasando Puškin, si può dire, che i partiti (soprattutto a livello locale), pensando di sacrificare il superfluo per ottenere il necessario, hanno sacrificato il necessario per ottenere il superfluo.

Non c’è altro da dire: Res ipsa loquitur

2. Sul nostro sovrano: semel sindaco semper sindaco

In alcune parti del tuo scritto, hai accennato alle forme di organizzazione e hai attribuito al nostro attuale sovrano la colpa di alcuni passaggi negativi nella storia politica guardiese.

Sul punto ho qualche perplessità: il cesarismo non è una malattia solo del Nostro, ma anche di qualche altro napoleonide locale (come il tuo sindaco), che, in una sorta di delirio onirico, ha sciolto le briglie a qualche suo assessore, ma, subito dopo, obbligato a mettere di nuovo i piedi a terra, è tornato dalla mamma!

Non c’è differenza tra il bigotto, titolare di una sovranità dall’alto (nulla potestas nisi a Deo, diceva San Paolo), e il trasgressivo, titolare di una sovranità dal basso (Deus mortalis, diceva Hobbes), la costante è una sola: la supremazia della res familiaris sulla res publica.

Ecco, dunque, cosa intendo per opzione “personocentrica”: una società modellata sui principi di giustizia che secondo la definizione di John Rawls sono quei principi che persone razionali sceglierebbero in una posizione iniziale di eguaglianza. In tale situazione, nessuno conosce in anticipo la propria sorte all’interno della società, cosicché gli individui sono costretti ad accordarsi su uno schema equo di distribuzione dei costi e dei benefici della cooperazione sociale.

Forse hai ragione, questa è solo filosofia, ma io ci credo!  Ciao Giuseppe

martedì 15 dicembre 2009

Il principio fondamentale della democrazia

di Angelo Mancini

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Ho letto con interesse l'articolo "Cattivi maestri" di Angelo D' Orsi che rispolvera con parole nuove, ma toni vecchi, la presunta superiorità morale, culturale e politica di una sinistra del "cachemire", come la chiamava Gian Carlo Fusco, giornalista, scrittore, ma soprattutto spirito libero e non settario. "Chi la fa, l'aspetti", è questo che traspare dalle parole del giornalista e l'unico leader politico che abbia il coraggio di affermare questa sacrosanta e incontrovertibile verità è l'onorevole Di Pietro. Di seguito sono riportate tutte le "malefatte" e le "forzature" istituzionali e politiche del reprobo che con " pervicacia ostinazione" " se l'è cercata". Questa sinistra settaria, elitaria e salottiera ha già fatto enormi danni al paese con le sue utopie politiche, dimostrandosi , il più delle volte, utili sciocchi per il potere, alla stessa stregua del Tartaglia.
All'articolista sfugge completamente che il principio fondamentale della democrazia è la libertà, di parola, di opinione, di fede, di azione governativa; questa omissione è gravissima sia se è voluta sia se è non-voluta. Se fosse volontaria , dovremmo pensare che la libertà vale per tutti tranne che per i nostri "nemici" avversari politici, e questo è qualcosa di inaccettabile. Se fosse non intenzionale, dovremmo presupporre che per il signor D'Orsi la libertà non è un pilastro della democrazia, ma una concessione, e questo è l'anticamera della tirannide.
Forse è utile richiamare la mai abusata frase di Voltaire: " Non sono d' accordo con te, ma darei la mia vita affinchè tu possa esprimere le tue opinioni". In questa vicenda è questo, a mio parere, l'elemento che va messo in evidenza e non l'aspetto provocatorio dei discorsi e dell'azione politica del cavaliere. Il principio sacro e fondatore della democrazia, la libertà, impone una ferma condanna del gesto; questo principio vale per tutti indistintamente, amici, sodali e avversari, e non può essere sospeso in alcun modo e in nessuna circostanza. I provvedimenti del governo si combattono in parlamento con un'azione politica chiara e forte, non con le forche giornalistiche o con la pubblica gogna: per sfortuna del signor D'Orsi, almeno su questo, il medioevo è alle spalle. L'attentato di Bologna del 1926 a Mussolini, che il giornalista cita, servì al governo fascista per introdurre alcune leggi " fascistissime" che di fatto rafforzarono il potere e non ai partiti di opposizione che si videro dichiarati fuorilegge. E' la storia, allora, che ci insegna che l'atteggiamento proposto dall'articolo non è quello giusto se si vuole congiurare il pericolo di un nuovo regime.
Concludo con un altro pensiero di Voltaire: "perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze". Dette da un laico "mangiapreti" queste parole acquistano un significato ancora più profondo e universale e ci fanno perdonare anche i cattivi maestri alla D' Orsi che rendono un cattivo servigio alle nostre coscienze.

giovedì 10 dicembre 2009

Estate 2010

di Carlo Falato

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La Giunta Regionale, con deliberazioni n. 1094 del 12 giugno 2009 e n. 1749 del 20 novembre 2009. ha approvato la programmazione 2009/2010 relativa agli eventi che costituiranno le "Quattro Stagioni" e ha stabilito che la programmazione dei medesimi eventi, differenziati per categorie e target di destinatari e articolati in percorsi tematici/temporali che interessano tutto il territorio regionale (Inverno 2009-2010 e Primavera 2010: "Ritorno al Barocco.... e non solo", Estate 2010: "La riscoperta del patrimonio culturale", Autunno 2010: "Genius Loci: Ritorno all'identità") sarà attuata attraverso una preventiva manifestazione di interesse rivolta a Province, Comuni, Enti Provinciali per il Turismo, Direzione Regionale per i Beni e le Attività Culturali della Campania, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli, le Soprintendenze competenti per territorio nonché Fondazioni a totale partecipazione pubblica.

In data 25 novembre 2009 è stata pubblicata, a cura dell'AGC (Area Generale di Coordinamento) 13 "Turismo e Beni Culturali" la Manifestazione d'interesse relativa alla stagione "Estate 2010: La riscoperta del patrimonio culturale". In essa sono specificate le modalità e la scadenza (fissata alle ore 16.00 del 29 dicembre 2009) per la presentazione, da parte dei su richiamati Enti, delle proposte di eventi.

Ora nel dare questa comunicazione, la domanda sorge spontanea: ma nel periodo estate 2010 non ci sono anche i Riti Settennali? Certo che sì!

I soggetti titolati a presentare istanze per il nostro caso specifico può essere il Comune di Guardia Sanframondi o la Provincia di Benevento. Io personalmente ritengo che a presentare l'istanza di finanziamento debba essere il Comune di Guardia Sanframondi in quanto è il paese da cui origina questa importante e sentita manifestazione di fede. La Provincia è a disposizione per sostenere nei modi e nelle forme che si concorderanno l'iniziativa. D'altronde il presidente Cimitile ha più volte manifestato l'intenzione della Provincia ad essere al fianco della comunità Guardiese.

Siccome i tempi sono ristretti, vista la scadenza al 29 dicembre, mi sento di fare una proposta all'Amministrazione comunale di Guardia Sanframondi, e cioè: convocare da subito un tavolo di lavoro in cui coinvolgere assessori e consiglieri, un rappresentante dell'Amministrazione Provinciale, rappresentanti dei comitati rionali, il Parroco, le scuole locali, la proloco e rappresentanti del mondo culturale e associativo locale al fine di addivenire ad una proposta organica e condivisa in grado di rispondere appieno alle esigenze della comunicazione, dei servizi, delle attività collaterali e che sia rispettosa dei valori che i Riti Settennali rappresentano per i Guardiesi.

sabato 5 dicembre 2009

NO B-DAY

Manifestazione contro il governo Berlusconi tenutasi il 5 dicembre, il corteo è partito da Piazza della Repubblica ed è terminato in piazza San Giovanni a Roma.

giovedì 3 dicembre 2009

Contributi concessi per iniziative

di Carlo Falato

Per ritornare sempre sull'argomento della comunicazione delle attività che si fanno presso la Provincia di Benevento, che riguardano l'Assessorato da me retto, e sopratutto che riguardano la comunità di Guardia Sanframondi apriamo il capitolo dei contributi concessi per iniziative di promozione turistica e culturale. Per questo anno 2009, la Provincia di Benevento, su proposta dell'Assessore Falato ha deliberato i seguenti contributi:


1) riconoscimento e sostegno alla manifestazione Vinalia 2009 per € 15.000,00. Da pecisare che per impegno del sottoscritto la manifestazione Vinalia fu riconosciuta per la prima volta nel 2008 come manifestazione di interesse provinciale ed ebbe già € 15.000,00 di contributo;
2) contributo di € 2.500,00 alla Rassegna di Teatro Amatoriale il Grifone;
3) contributo di € 2.500,00 alla rassegna musicale Six Dais Sonic Madness;
4) contributo di € 5.000,00 al Comune di Guardia Sanframondi per la realizzazione della iniziativa Scatti e Riscatti, rievocativa di film importanti che hanno avuto come location Guadia Sanframondi.


Non sempre viene dato particolare risalto a queste attività che l'assessorato sostiene a Guardia Sanframondi, quasi che siano un atto dovuto, oppure da tenere nell'ombra perchè non vi è un interesse a renderle note. Sarebbe interessante vedere quantità e qualità dei contributi che la comunità guardiese ha avuto nel periodo in cui non ha avuto rappresentanti in Provincia per fare un confronto. Ma questo lo lascio ai più volenterosi.

domenica 22 novembre 2009

L’elemento di chiarezza dovuto a tutti guardiesi

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In qualsiasi confronto, io cerco sempre di seguire un tirocinio che, parafrasando uno dei padri del nuovo c.p.p. italiano, sia guidato da una regola fondamentale: dire tutto l’importante, con parole autentiche, scrivendo (o parlando) poco e chiaro [1]. Pertanto, raccolgo l’invito del Consigliere Comunale Ludovico Prete e rendo ancora più esplicita la mia posizione circa l’ amministrazione di cui sono parte e, più in generale, rispetto alla cosiddetta politica che si è praticata, che si pratica e che si vuol continuare a praticare in questo paese.

Anch’io sento dire ancora una volta, l’ennesima, che questa amministrazione non è che sia proprio ferma, ma per scovare quel “qualcosa” che ha fatto, bisogna essere degli abili rabdomanti della politica perché, in superficie, l’opinione dominante nella nostra comunità è un’altra: si vuole continuare a “sopravvivere istituzionalmente” fino a quando la ricerca (a volte mirata, a volte random) del cosiddetto capro espiatorio non giungerà a buon fine e si potrà tornare alle urne, tutti (in)soddisfatti.

Certo, le ragioni di questa situazione sono molteplici (e spesso non di natura politica), ma un dato non può essere messo in discussione: fin dall’inizio di questa esperienza amministrativa, sono mancate chiarezza e lealtà tra tutti i protagonisti e, in particolar modo, da parte di chi poteva e doveva essere il garante della coalizione che aveva vinto le elezioni.

Questa è, a mio avviso, l’unica vera causa della stagnante situazione politica che è sotto i nostri occhi. Non si spiega, infatti, come sia stato possibile che una maggioranza, legittimata da un notevole consenso elettorale, che ha avuto la fortuna di sedere in un Consiglio Comunale senza opposizione (perché divisa fin dal primo momento), non sia stata in grado di mettere in atto una efficace azione amministrativa.

Si dice, poi, che il rimedio è peggiore del male perché le elezioni anticipate sono addirittura “il disconoscimento delle regole democratiche”, ma allora devo dedurre che l’Italia è un paese totalitario, visto che, tranne il precedente governo Berlusconi, mai nessun governo nazionale è arrivato alla scadenza naturale del mandato elettorale! Va detto subito, però, che se il voto, oltre ad essere personale, uguale e segreto, non è soprattutto libero, come recita la nostra Costituzione, ma trova sempre la sua ragion d’essere nelle aspettative di coloro che vogliono essere clientes [2] a tutti i costi, allora forse è meglio non votare mai più.

Ciò posto, ritengo che non solo questo, ma nessun governo di Guardia Sanframondi, potrà essere “giusto” [3] senza un nuovo contratto sociale tra la politica e il cittadino, basato sui principi minimi della convivenza civile: a) il principio di imparzialità (inteso come l’adozione di metodi di esercizio del potere e della politica che evitino favoritismi preferenze e/o discriminazioni); b) il principio di legalità (inteso come l’obbligo di sanzionare con gli strumenti previsti dal Legislatore chi, senza giustificato motivo o per negligenza o per incapacità, non rispetta le regole).

Forse, come dice la canzone, I’m dreamer, perché penso ancora che politica derivi da polis e non sia mera aspirazione al potere (Max Weber), ma qualcuno mi smentisca con fatti e non con effetti speciali, affinché non debba convincermi definitivamente come Saint-Just che il popolo ha un solo nemico davvero pericoloso: il suo governo.[4]

In definitiva, ogni giorno che passa in questa ridente cittadina sui colli del Sannio, mi rendo conto che “lo spazio dell’esperienza oltrepassa l’orizzonte delle aspettative” [5], cosicché, mentre noi aspettiamo la Divina Provvidenza, discutendo di aritmetica politica, il mondo continua a correre in tutt’altra direzione.

Chiudo con una notazione personale: non sono un aspirante suicida, sempre in procinto di tagliarsi le vene, come qualche amico mi ha fatto notare anche in occasione della mia lettera di dimissioni da Assessore, e quindi, per una volta, voglio essere ottimista: se la sindrome di Stoccolma e il virus del potere per il potere continueranno a proliferare nella nostra comunità, assisteremo presto ad allegre e patologiche interpretazioni della realtà politica: spero negli anticorpi dei nostri concittadini.

Il Consigliere Comunale  Giuseppe Falato


[1] Franco Cordero, Procedura Penale, Roma, 7ª edizione.

[2] Soggetti non di condizione servile, ma nondimeno posti in condizione di sudditanza verso un patronus cui dovevano obbedienza: Dizionario Giuridico Romano, Napoli, 3ª Edizione.

[3] Per il concetto di giustizia come equità v. John Rawls, A Theory of Justice, Harvard College,1972, trad. italiana Milano 2009. Questo libro dovrebbero leggerlo tutti quelli che si definiscono democratici.

[4] AA.VV. , Il pensiero politico dall’antichità a oggi, Milano, 1996.

[5] Reinhart Koselleck, Futuro Passato, Genova, 1986.

sabato 21 novembre 2009

In bocca al lupo

conclusioni

Prendiamo atto dell’invito del Consigliere Ludovico Prete a essere di supporto a quest’amministrazione, ma ripetiamo quanto già detto in altre occasioni e cioè che l'associazione icoraggiosi, come recita il suo statuto, promuove l'impegno culturale, politico e civile nelle comunità e sui territori; riaffermando, in particolare, il valore della politica come forma di volontariato che sappia essere strumento di crescita sociale oltre che di composizione e mediazione di esigenze e attese dei cittadini.

Riaffermiamo che in più occasioni (vedi la sezione Proposte sul nostro sito) ci siamo fatti promotori d’iniziative volte a concretizzare e/o programmare interventi qualificanti per il nostro territorio e che questo è l’unico ruolo che vogliamo svolgere. Nel rispettare sia le decisioni altrui che tutte le istituzione vigenti, chiediamo che altrettanto sia fatto nei confronti dell’Associazione per cui sottolineiamo che:

  • I soci nella loro libertà e arbitrarietà possono far parte di qualsiasi partito o movimento politico;
  • L'associazione non intende assolutamente essere un partito politico ma vuole continuare a intendere la politica come volontariato senza dipendere da niente e nessuno se non dalle proprie idee e progettualità;

Detto questo nell’augurare all’amico Ludovico un in bocca al lupo per tutto quello che si prefigge di realizzare, invitiamo tutti i partiti, le associazioni, i movimenti e ogni singolo cittadino a pensare, progettare e programmare il futuro di questa nostra terra.

A breve avvieremo un ciclo d’iniziative volte a definire con precisione quale sviluppo immaginiamo per questo nostro Sannio. Siamo interessati ad affermare il principio della democrazia come partecipazione alle decisioni senza soffermarci su chi o cosa sarà chiamato a realizzarle.

Crediamo fermamente che il nostro territorio abbia delle potenzialità immense e che nello stesso tempo ci sono altrettante persone capaci di rivalutarle. Continueremo a essere propositivi, a criticare in modo costruttivo e a denunziare ogni atteggiamento che si discosta dalle regole del vivere e prosperare insieme.

Associazione coraggiosi   Il Presidente   Mario Plenzick

giovedì 19 novembre 2009

A Guardia uno dei quattro Uffici informativi sanniti

La sede dell'Ept di Benevento

La Regione Campania ha stipulato un protocollo d’intesa con l’EPT di Napoli per l’individuazione e realizzazione sul territorio provinciale campano di una rete di Uffici punti informativi per il turismo, ne sono previsti quattro sul territorio sannita  di cui uno sarà istituito a Guardia Sanframondi. Già in passato Carlo Falato assessore alla Cultura della Provincia di Benevento precisava  che:  “Il Sannio, grazie alla ricchezza naturalistica e storica del suo territorio, rappresenta un’offerta turistica della Campania diversificata. Dal percorso religioso o via della fede con Pietrelcina e Guardia Sanframondi, alla storia romana della via Appia con Benevento e Montesarchio e una ricchezza diffusa di borghi autentici lungo la via Latina con importanti tradizioni artigianali e storiche, oltre ad un’offerta enogastronomica che spazia dal vino aglianico alle carni pregiate. Ha inoltre degli attrattori importanti come le terme di Telese e centri storici di esclusivo pregio architettonico come Sant’Agata dei Goti e Guardia Sanframondi”

La scelta di Guardia accelera quel progetto strategico di valorizzazione del territorio, attraverso una rete che favorisce la connessione tra aree naturalistiche, borghi d’interesse storico, siti archeologici e percorsi religiosi, puntando l'attenzione su un turismo di qualità, di nicchia e non di massa, che evidenzia le peculiarità e le tipicità locali, spesso sconosciute a viaggiatori e turisti.

Va sottolineato che la realizzazione a Guardia Sanframondi di un punto informativo per il turismo rianima e riaccende il dibattito intorno alla crisi che in questi giorni attanaglia l’amministrazione guardiese guidata da Ciarleglio. I maligni affermerebbero che l’assessore provinciale e il gruppo che lo sostiene siano passati a ‘riscuotere’ dopo l’impegno profuso con le primarie del PD e il sostegno a Bersani.

mercoledì 18 novembre 2009

Non c'è niente da dire

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Lo scenario è di quelli da lasciare senza fiato per qualche secondo ... la domanda si trasforma in una constatazione di fatto ... quasi in certezza ... vuoi vedere che in questo paese non c'è più niente da fare ma, sotto sotto, non c'è neanche più niente da dire? Ma andiamo per ordine.

Un cittadino ha il diritto di conoscere le risposte della politica e dei partiti alle grandi e/o piccole questioni che riguardano la sua vita, la sua comunità. Dalle risposte che la politica, in un particolare momento gli sa dare, può desumere parametri che adatta alla sua esperienza per trovare il suo filo nel labirinto della vita. La politica e gli uomini che sanno fornire quei fili e dare risposte, guadagnano legittimazione e autorevolezza ... Ma qui nessuno prende una posizione e chiarisce un suo pensiero.

Certo la vita di questa comunità, a ben guardare , è strana e sorprendente: Viviamo una crisi amministrativa grave e paralizzante, una ampasse che danneggia la politica, l'economia e la qualità della vita dei guardiesi. Eppure non si muove nulla! Non si muovono i partiti, non si muovono i soggetti che ritengono di essere protagonisti, non si muovono le associazioni, non si fanno sentire i cittadini...

Allora delle due l'una o si sta aspettando chissà quali nuove ... (cosa altro dovrà abbattersi sulle nostre povere teste) oppure, non c'è niente da dire. La verità è questa, la politica e gli uomini che ritengono di farla non sanno fornire e dare risposte, né tantomeno vogliono o immaginano di guadagnare legittimazione e autorevolezza.

domenica 15 novembre 2009

A ben guardare… qualcosa c’è da fare…

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Ciao coraggiosi!
Non so se per l'amministrazione comunale di Guardia Sanframondi non ci sia " più niente da fare", come dichiara l'articolo pubblicato sul sito: è un problema esclusivo della ex maggioranza uscita dalle ultime urne comunali. Sono innegabili, però, le contrapposizioni inconciliabili al suo interno che di fatto mettono questa consiliatura nell'impossibilità di lavorare serenamente e con un minimo di produttività e questo mette la comunità di fronte ad alcune problematiche.
In democrazia la sovranità è del popolo che la delega a un gruppo di cittadini espressione della maggioranza: qualora non c'è più la maggioranza la sovranità ritorna al suo legittimo possessore e cioè il popolo. Non esistono deroghe a tale principio; non ci sono scadenze, opportunità, accadimenti di sorta che possono far accantonare questo fondamento dello stato democratico. Se così fosse stato si sarebbe votato una sola volta, la prima, non solo in Italia, ma in tutte le democrazie. Se è legittimo ricercare maggioranze, anche diverse, in consiglio comunale, è doveroso riconsegnare il potere al popolo qualora le varie esplorazioni e i vari tentativi non approdino ad una maggioranza certa e determinata. La fine anticipata di una consiliatura non la si chiede, non la si cerca, è sempre un avvenimento spiacevole per la collettività, ma non la si può nascondere, ne’ viverla e rappresentarla come un dramma epocale della nostra storia foriera di chissà quali tragedie, ne’ considerarla come la fine e la panacea di tutti i nostri drammi sociali.
Bisogna viverla con compostezza, avendo il coraggio di analizzare i motivi di tale insuccesso non per non ricaderci più, ma per programmare meglio l'avvenire della nostra comunità. Non è questo il momento di fare il "pesce in barile", ma è il tempo di guardare avanti, di dare una prospettiva credibile al nostro futuro, di dare fiducia ai nostri concittadini sfibrati e sfiduciati da diatribe vecchie. Qualunque sia lo snodo di questa vicenda, abbiamo la necessità ineludibile di un cambio di prospettive. C'è un orizzonte politico che si sta chiudendo come un cappio intorno alla gola della nostra comunità e noi guardiesi tutti abbiamo il dovere civico di scongiurare questo pericolo.
Angelo Mancini

sabato 14 novembre 2009

Ospedali…

La troupe di “Striscia la Notizia”, il tg satirico di Canale 5, ha visitato il 20 Ottobre scorso il nuovo ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata de’ Goti (BN). L’inviato Luca Abete,  è entrato nella struttura, al momento ancora chiusa. Poi ha visitato anche l’ospedale di Cerreto Sannita. Ecco il servizio andato in onda:

venerdì 13 novembre 2009

Non c’è più niente da fare

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Il gruppo alla guida della nostra comunità, sin dal giorno del suo insediamento, non è stato capace d’essere operativo, di lavorare, si è subito scollato e a nulla sono valsi i diversi tentativi di andare avanti. Problemi vari hanno fatto si che questa compagine amministrativa fino ad oggi non sia risultata incisiva nella risoluzione delle tante problematiche che affliggono da anni la nostra comunità. Le divergenze interne hanno anche impedito all’attuale compagine amministrativa di cogliere le opportunità, presentatesi di volta in volta, rappresentate dai vari bandi regionali.

Da tempo si cerca di uscire da questa situazione di stallo senza trovare le soluzioni che consentano di rilanciare l’azione amministrativa. A nulla serve addossare responsabilità a uno piuttosto che a un altro, come pure si sta tentando di fare in questi ultimi tempi. Come a nulla serve richiamare l’attenzione sul particolare momento propizio per intercettare fondi derivanti dalla programmazione 2007-2013. Si perderebbe altro tempo prezioso.

Ora basta… non c’è più niente da fare! Con dignità si ammetta che nonostante l’impegno e gli sforzi compiuti non ci sono le condizioni per continuare a esercitare una forte azione amministrativa necessaria per portare il paese fuori dalla situazione in cui versa. La comunità ha bisogno di un esecutivo forte, stabile e funzionale alle esigenze della stessa. Non possiamo più perdere occasioni.

  • Non ha senso continuare a vivacchiare alla meno peggio per poi ‘tirare le cuoia’ comunque.
  • Non ha senso continuare a ingannare e illudere la comunità!
  • Si vada a nuove elezioni … alla fine di Marzo, comunque vada, avremo un nuovo esecutivo a guidare e a lavorare seriamente per questa comunità!

Avremo una nuova compagine amministrativa più coesa e in grado di intercettare le tante occasioni di finanziamento che si presenteranno.

Lasciamo che i guardiesi indichino una via concreta, realistica, da percorrere per uscire dalla stasi amministrativa in cui siamo precipitati e aggregare consensi e buone volontà che segnino una chiara discontinuità con il modo di amministrare la cosa pubblica e il modo personalistico di interpretare la politica, insieme responsabili di questa situazione da tutti percepita come il punto più basso della nostra storia.

È meglio una maggioranza raccattata a Dicembre o una maggioranza qualificata a Marzo?

Mani in acqua

Il 4 novembre 2009, dopo un iter parlamentare durato due anni, il Senato della repubblica italiana ha decretato la privatizzazione dell’acqua: un bene pubblico, un dono della natura, che diventa un bene privato da sfruttare sia per fini politici che per quelli economici. Il surriscaldamento della terra, il crescente inquinamento, l’aumento della popolazione rendono questo elemento un bene sempre più prezioso, da controllare e gestire. Da tempo le grandi lobby politico- affaristico-economiche hanno intravisto nel controllo di tale risorsa una fonte di grandi guadagni e la legge approvata va nella direzione da loro auspicata.

Il governo Berlusconi già con l’articolo 23 bis della legge 133/2008 del 6 agosto 2008, mentre gli italiani erano sotto gli ombrelloni, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato demandandola a imprenditori o società con gare da indire entro il 31 dicembre 2010.

Un anno dopo, il 9 settembre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge ( Fitto- Calderoni) che all’articolo 15 modifica l’articolo 23 bis della legge 133/2008 imponendo la gestione dei servizi idrici a imprenditori o società miste ( pubblico- privato), con un capitale privato non inferiore al 40% e la cessazione degli affidamenti della gestione a società interamente pubbliche e controllate dai comuni entro il 31 dicembre del 2011. Dal 1 gennaio 2012 le società pubbliche non potranno più gestire da sole l’erogazione di un bene essenziale e vitale qual è l’acqua. Per il cittadino al danno si aggiunge il sopruso legalizzato: la pessima e clientelare gestione del servizio idrico ad opera dei politici ha indotto gli stessi a ricercare parter privati per cercare di contenere i costi elevati da loro stessi prodotti per la loro scriteriata gestione.

Il PD, che da sempre si è mostrato favorevole alle privatizzazioni ( vedi Bassolino), ha proposto attraverso il senatore Bubbico un emendamento al decreto: l’acqua potrebbe essere gestita da privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. L’emendamento è stato approvato e le coscienze sono lavate e pulite. La maggioranza, poi, ha approvato la privatizzazione dell’acqua con il voto contrario dell’opposizione che però, al contrario dei decreti sulla giustizia e dei guai giudiziari di Berlusconi, non ha alzato la voce, né ha dato risonanza mediatica all’accaduto.

La barca malridotta della nostra democrazia è, così, naufragata sullo scoglio delle sirene dell’alta finanza e la politica ha ceduto il suo primato al denaro!

Cosa possiamo fare noi cittadini? Innanzitutto, portare a conoscenza di tutti, anche attraverso petizioni, quello che sta accadendo per impedire che tale provvedimento venga approvato anche alla Camera. Chiedere, poi, alle regioni di ricorrere alla corte costituzionale per verificare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto legge Fitto- Calderoni.

Chiedere, infine, ai comuni:

  • 1) di indire consigli comunali sul problema dell’acqua;
  • 2) dichiarare l’acqua un bene di rilevanza economica per la comunità;
  • 3) fare la scelta dell’azienda pubblica speciale per la gestione delle acque.

Per il terzo punto si tratta di ritornare alle vecchie municipalizzate, ancora possibile, secondo giuristi, con l’attuale legislazione.

Se l’acqua è vita e la vita è un diritto inviolabile, allora l’acqua è un diritto fondamentale di ogni essere vivente e che per tale motivo non può in alcun modo essere appannaggio di pochi.

Angelo Mancini

martedì 10 novembre 2009

Rispondere alle opportunità

Pezzo

Mi si continua a chiedere se dietro la crisi politico-amministrativa che investe il comune di Guardia Sanframondi ci sia una mia regia. Questo mi viene chiesto da più parti, e siccome la cosa può essere interpretata con una doppia lettura, e cioè che qualcuno voglia sapere se è effettivamente così, oppure che la proposizione debba passare in alcuni ambienti perchè fa comodo che si possa dubitare di ciò. Ed allora, per sgombrare il campo da ogni possibile interpretazione, vi riferisco cosa ne penso sul tema. Verba volant, scripta resta. Sono fermamente convinto che la situazione amministrativa attuale del comune di Guardia sia effettivamente delicata. Sono anche convinto del fatto che l'amministrazione comunale ed il Sindaco debbano far comprendere alla comunità guardiese se sono in grado di amministrare per cogliere le opportunità che ci vengono offerte dalla programmazione comunitaria. Del perchè si sia giunti ad una situazione complessa e quasi di stallo, si potrebbe approfondire e penso che chi si interessa della storia politica di questi ultimi decenni, la potrebbe anche fare. Dal mio punto di vista può essere interessante, ma non risolve il momento attuale. Allora, è necessario fare una analisi di chi sono gli attori in campo, e chi deve sciogliere il nodo: la crisi è numerica, perchè non esiste una maggioranza di almeno nove unità in grado di assicurare stabilità del governo cittadino; la crisi è programmatica in quanto, pur essendo venute da più parti la richiesta di avere obiettivi certi che l'amministrazione attiva vuole raggiungere, ad oggi non sono stati ancora ufficializzati; la crisi è politica, in quanto la maggioranza che è venuta fuori dalla consultazione elettorale non c'è più. E quindi, quali sono gli attori che devono intervenire? In primis i consiglieri comunali che elaborano un piano di obiettivi concreto su cui costruire una maggioranza stabile, una definizione di convivenza amministrativa, nel rispetto dei ruoli, in grado di impegnare e coinvolgere tutti i consiglieri, un sistema di garanzia del progetto amministrativo da attuare in cui il Sindaco è l'elemento principale. Detto ciò, è alquanto semplice intuire che tutto è relegato a soggetti interni alla amministrazione con i quali, pur intrattenendo rapporti politici ed amicali, il sottoscritto non può fare altro che esporre il proprio pensiero in merito, e non altro.
Ma cosa ne penso io? E quindi rispondo al quesito: in questo particolare momento storico, in cui partono tutte le programmazioni per lo sviluppo, (Accordi di reciprocità, Pain Borghi del Sannio, PIF, Piano di coordinamento provinciale, piano per i beni culturali, tutte le problematiche relative ai riti, ecc....) non avere una amministrazione in carica in grado di poter assumere atti di natura politica e programmatica, sarebbe un grave danno per l'intera comunità. E quindi, penso che dagli attori prima individuati, si debbano ricercare tutti gli elementi possibili di unità al fine di rispondere alle opportunità che si presentano, in quanto questo ciclo di programmazione regionale potrebbe essere l'ultimo.
Carlo Falato.

domenica 8 novembre 2009

Grandi speranze (High hopes) Ritisettennali Intangible Cultural Heritage

In rete il Video - simbolo della proposta

Una pagina web specifica per la condivisione, un blog per favorire la discussione e il confronto, e un recentissimo Video appositamente realizzato per continuare  e consolidare il lavoro di ricerca e documentazione del progetto ritisettennali  che  coltiva, on line, la proposta di inserimento  dei riti settennali di penitenza nell'elenco del patrimonio immateriale dell'Unesco.

“Sottolineato  da uno struggente e coinvolgente  brano  dei Zero Project ho voluto tentare di raccontare, in poco più  di quattro minuti, la manifestazione guardiese “-  Giovanni Lombardi  spiega così la realizzazione del video -  “I Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta sono stati tramandati di generazione in generazione; ogni sette anni sono costantemente ricreati dalla comunità guardiese,  in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia. Recentemente L’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha costituito, all’interno della sua Divisione del Patrimonio Culturale, una sezione dedicata al Patrimonio Immateriale per l’individuazione dei patrimoni immateriali d’interesse mondiale meritevoli di essere considerati come ‘capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità’. Partendo da questa constatazione, il progetto www.ritisettennali.info  ha attivato, in rete, una serie d’iniziative per favorire la condivisione e la discussione sulla possibilità dell'inserimento dei riti settennali  nell'elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco ".

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Il sito  dei riti settennali
La condivisione della proposta
Il Blog di ritisettennali
Canale Video di ritisettennali
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I ritisettennali 2010

sabato 7 novembre 2009

Turismo e beni culturali

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Vi propongo gli allegati progettuali alla delibera di Giunta Regionale n. 1336/2009 riguardante la proposta presentata al comitato tecnico ministeriale del 5 agosto 2009 per la definizione dei finanziamenti per il
Come si potrà notare, e per chi vuole approfondire la normativa, tale proposta è in una rete interregionale e finanziata per il 50% dalla comunità europea e per il 50 % con fondi nazionali e regionali, e rappresenta uno degli strumenti più importanti della programmazione comunitaria Italiana per il periodo 2007/2013. Sempre per  precisazione, per chi vuole approfondire e magari proporre qualcosa, Guardia Sanframondi, insieme a Pietrelcina vengono individuati come i Borghi della fede con una particolare attenzione alle loro potenzialità turistiche. Posso, senza ombra di smentite, dichiarare che quanto fin qui ottenuto, e cioè un progetto territoriale specifico per il turismo e i beni culturali per la Provincia di Benevento, la centralità di Guardia nel formulaio presentato al CTCA a Roma (composto dalle otto regioni meridionali e tre ministeri), l'imponenza delle risorse finanziarie in dotazione al progetto (si stimano informalmente dai 150 ai 200 milioni di euro), sia in gran parte merito dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Benevento retto dal sottoscritto. Ma il mio compito consiste nella definizione della strategia, ormai già delineata, e nel portare a termine il programma di sviluppo fino a farlo diventare operativo, dopo di che sono i comuni a dover proporre gli interventi secondo le misure di spesa di cui si comporra il programma. E, quindi dovrà essere il comune di Guardia Sanframondi a dover proporre progetti ed idee da candidare per essere finanziate. Allora, mi domando e dico, al posto di discutere su come essere pronti quando il programma diventerà operativo, ci si attarda in discussioni di principio che la cittadinanza non riesce a comprendere. A Raffaele Pengue, che annovero tra i miei fans più sfegatati, faccio questa proposta: al posto di fare sempre allusioni su cosa si faccia nelle antiche rocche papaline, perchè non si cimenta su qualche idea da proporre all'Amministrazione comunale sul progetto "I Borghi de Sannio, sulle vie della Storia, della Fede e della Tradizione" magari potrebbe riuscire a far trovare l'unità in consiglio comunale con somma soddisfazione di noi tutti.
Carlo Falato

Approfondimenti con Allegati

venerdì 6 novembre 2009

La banda (na) larga

Il governo  congela i fondi, circa 800 milioni di euro, destinati a superare il «digital divide» e a sviluppare la banda larga in Italia.

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha dichiarato che "i soldi non li abbiamo né dirottati, né sciupati; ci siamo presi un momento di riflessione e di analisi in funzione della diversa scala di priorità che poteva nascere dalla crisi".
Letta ha spiegato che gli 800 milioni ancora non approvati dal Cipe verranno stanziati "quando avremo la certezza che quelle risorse non serviranno per la protezione sociale o per l'occupazione, che sono le nostre principali priorità". Superata la crisi, ha concluso Letta, "allora la prima delle nostre priorità sarà la banda larga, che può essere motore di sviluppo del nostro Paese".
Aveva dunque ragione Il presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri quando qualche tempo fa in un convegno ha raccontato di essere stato posto di fronte al difficile dilemma "Volete la banda larga o i vaccini?".

Recentemente , Confindustria, presentando il suo piano per l'innovazione e la digitalizzazione, aveva chiesto con priorità assoluta al Governo di «sbloccare subito le risorse per superare il digital divide e completare la copertura della banda larga a tutta la popolazione entro il 2011, obiettivo realizzabile solo a patto che i fondi siano sbloccati entro il 2009». Una richiesta rimasta inascoltata: lo stop alle risorse mette ora una seria ipoteca anche sul piano e-Government del  popolare ministro Renato Brunetta per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Per Assintel-Confcommercio si tratta dell'ennesima «doccia fredda» sul settore dell'innovazione tecnologica, che penalizza l'Italia «sullo scenario competitivo globale».

giovedì 5 novembre 2009

Indirizzo formativo in enologia.

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Come è stato pubblicato dal sito de I Coraggiosi, si avvicina il termine per la individuazione di nuovi indirizzi formativi da proporre per le scuole secondarie per la nostra provincia. Siccome il termine fissato è il 20 novembre, e per richiederlo vi è la necessità di una serie di atti tra i quali, la richiesta di uno o più enti locali che ne sottolineano l’esigenza in termini formativi, la dirigenza scolastica con il suo consiglio d’istituto che la fa propria, la Provincia che ne prende atto e la formula all’ufficio scolastico regionale ed alla Regione Campania. Si è sempre parlato, a Guardia, della possibilità di promuovere l’istituzione di un indirizzo formativo in enologia. Anche in questo caso, pongo l’attenzione sul tema affinchè, i partiti, il Sindaco, i Consiglieri Comunali possano riflettere sulla questione e in caso di valutazione positiva, di formalizzare con atti la volontà di istituire questo indirizzo formativo in enologia.

Carlo Falato

lunedì 2 novembre 2009

Alda Merini una delle più grandi poetesse di sempre

Ciao Coraggiosi
E' morta  all'età di 78 anni Alda Merini una delle più grandi poetesse di sempre, la più grande in assoluto d'Italia. Era nata il 21 marzo 1931, giorno di primavera che aveva celebrato in una famosa poesia. Ricoverata negli anni sessanta in un ospedale psichiatrico era stata sottoposta a vari elettroschoc che l'avevano devastata l'anima, ma non attenuata la sua grandissima sensibilità. L'esperienza tragica dell'internamento l'aveva lasciati ferite profonde che affiorano costantemente nella sua poesia dedicata al popolo dolente dei sofferenti e dei "folli" Aveva detto di sè: Sono una piccola ape furibonda mi piace cambiare colore mi piace cambiare misura.

Requiem
ed ecco per te il mio requiem senza parole
con la bocca piena di erba e di felci azzurre
ecco il mio requiem della corifera che non
è creduta, della Cassandra che è vilipesa
magnifico esempio di segreta impresa
tu solo mi esalti e mi incanti perché
sei colui che non si può prendere ed essendo
fermo sulle rive del Gange in perenne
contemplazione aspettando che passi la pagliuzza
d’oro della conoscenza e dell’era eterna
tu che sei scaltro più della pietra e più
duro del sasso e che pensi perennemente
pensi alle ere pitagoriche e che veneri
Socrate e che infine sei Paolo di Tarso
atterrato dalla fede infinita ebbene io
ti disarcionerò dal tuo cavallo d’amore
filiale desiderante farò di te un martire
dell’ombra perché il segreto della tua
tristezza è l’ordine e il disordine delle
cose create perché io non sono dissimile a
tua madre a Cerere eterna e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada e tu ami la rosa della
vergogna che mi trovo appuntata sul petto
e tu le esalti e le scorri con le tue dita
feconde. Potessi così capire il mio desiderio
che si apre il fiore della carne infinitamente bella
e trovarvi dentro il seme insaziabile
dell’amore e dell’ebbrezza potessi sprezzante te
spargere sangue insieme disseminare
la discordia degli abissi perché sei
il murmure pieno e il precipizio delle
albe e perché infine tu conosci il senso
della bellezza. Io aborro pensare ma
aborro anche muovermi nel caos infinito.

sabato 31 ottobre 2009

Sicurezza: è emergenza?

di Carlo Falato

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Una comunità è tale quando riesce a reagire a fatti che avvengono nel proprio paese, siano essi positivi che negativi. In questo caso i fatti sono negativi e riguardano una problematica di sicurezza che nel ventre molle della comunità genera incertezza e preoccupazione. Oramai da settimane assistiamo a fatti di criminalità nel nostro paese che meritano di essere valutati, con conseguente adozione di iniziative concrete. Ieri il furto alla Banca Popolare di Novara in pieno giorno, qualche giorno fa il furto in alcune abitazioni e di alcune autovetture, qualche settimana fa è stato profanato il Santuario dell'Assunta con il furto del bambinello dalla statua di S. Antonio di Padova. La frequenza con cui avvengono questi fatti è l'elemento che determina lo sgomento dei cittadini, con una preoccupante assuefazione. Ed allora che fare? Sarebbe il caso che la problematica venisse sollevata nel Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi al fine di prendere atto di questa negativa evoluzione della sicurezza locale e di proporre unitariamente una richiesta alla Prefettura ed alle forze dell'ordine di un più attento presidio del territorio e di prevenzione. Sono consapevole del fatto che  le forze dell'ordine, in relazione ai mezzi ed alle risorse umane disponibili fanno quanto è possibile. Bisogna richiedere quindi un rafforzamento dell'organico della locale Stazione dei Carabinieri ed un rafforzamento del pattugliamento notturno per il pronto intervento. La questione sicurezza, tanto sbandierata dal governo di centrodestra, infatti, cozza con la recente protesta effettuata dalle organizzazioni sindacali delle forze di Polizia, che lamentano sempre di più un affinamento degli organici, una mancanza di risorse adeguate al punto da non avere nemmeno il carburante per far girare le volanti e soprattutto stipendi adeguati essendo quelli italiani tra i più bassi d'europa. Su questo tema i Partiti, i gruppi consiliari devono dare un segnale forte di esserci all'intera comunità.
Spero che questa riflessione possa essere raccolta da un numero minimo di Consiglieri Comunali di Guardia Sanframondi per porla all'attenzione dell'intero Consiglio con la votazione di un apposito Ordine del Giorno.

venerdì 30 ottobre 2009

Discorso di Pericle agli ateniesi

 

Al termine del primo anno della guerra del Peloponneso  (che vedrà contrapposte Atene e Sparta, con le rispettive coalizioni, dal 431 al 404 a.C.) Pericle, secondo la tradizione ateniese, pronuncia un epitaffio per commemorare i caduti ateniesi. Da questa commemorazione, giunta sino a noi grazie a Tucidide, emerge l'ethos della pòlis di Atene.Se ne riportano di seguito i passaggi più significativi.

"Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così."

Tucidide, La guerra del Peloponneso

mercoledì 28 ottobre 2009

Le pubbliche riflessioni di Carlo Falato

 

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E' da tempo che non pubblico qualche riflessione sui temi che riguardano la comunità dove vivo e a cui sono legato per ragioni familiari, di amicizie e politiche. All'associazione de  ‘icoraggiosi’ vanno i migliori auguri per la sede inaugurata lo scorso 25 ottobre, proprio mentre il popolo delle primarie del PD esprimeva il proprio consenso alle varie mozioni in campo. Devo altresì, ringraziare gli amici che dal sito de ‘icoraggiosi’ e personalmente, hanno voluto solidarizzare con la mia persona e con il ruolo che rivesto nell'Amministrazione Provinciale di Benevento, in relazione ad un articolo di stampa apparso sul Mattino di qualche giorno fa in cui si paventava un’ipotesi di una mia sostituzione per scelte politiche dovute all'appoggio di una Mozione piuttosto che un'altra. Consentitemi di esprimere una valutazione su questa vicenda che, a leggere l'articolo, sembra essere fuori da ogni concezione democratica. Il PD a Benevento e Provincia è nato con problematiche più forti rispetto ad altri luoghi, in quanto ha trascinato dentro un partito nuovo, che doveva rappresentare un nuovo modo di concepire la politica, più aderente ai bisogni della società contemporanea, più rivolto alla tutela dei diritti della persona, in cui si dovevano coinvolgere soprattutto le donne e i giovani, tutta la logica di gruppi e gruppetti chiusi in se stessi e uniti esclusivamente per questioni di potere. Tutto questo nuovo che doveva emergere e diventare protagonista è rimasto a mio parere disatteso al punto che la democrazia annunciata è lontanissima da quella praticata. Le primarie in provincia di Benevento non sono state interpretate come un momento alto di confronto, di discussione, di come rafforzare le ragioni dello stare insieme, ma come conta personale per continuare a dire qui comanda Tizio e li comanda Caio. Fatto sta che il 25 ottobre è passato ed ha determinato un nuovo Segretario Nazionale nella figura di Bersani e di un Segretario Regionale nella figura di Enzo Amendola, a cui mi sento di formulare i migliori auguri di buon lavoro affinché sappiano fare del pluralismo una ricchezza, sappiano fare scelte coraggiose al fine di determinare una sempre più richiesta etica nella politica e nella scelta della classe dirigente, che sappiano mettere al centro gli interessi dei cittadini e delle comunità con progetti e programmi concreti e mettano da parte gli interessi di sola bottega.
A Guardia le primarie si sono svolte in un contesto tutto particolare dovuto a una crisi amministrativa molto delicata. Una maggioranza-minoranza di otto su diciassette tenuta in vita dall'appoggio esterno di due consiglieri; due assessori dimissionari; argomenti delicati in Consiglio Comunale (debiti fuori bilancio e salvaguardia degli equilibri di bilancio) che se non approvati possono far sciogliere il Consiglio Comunale con conseguenti nuove elezioni amministrative. Una serie di contrapposizioni tra consiglieri e gruppi che non sono conciliabili; poche idee per sostenere una continuazione dell'esperienza amministrativa. Tutto ciò, e sicuramente anche altro, ha determinato una diminuzione della partecipazione (che comunque è stata buona) di circa trecento elettori. La prima cosa che mi viene in mente è: il PD a Guardia è in grado di dare un segnale di prospettiva e sicurezza amministrativa chiaro in grado di mettere al centro le aspettative e i bisogni della gente del nostro paese, oppure anch'esso è chiuso in logiche improduttive? Spero che i dirigenti locali si attivino al più presto per discutere di queste cose prima che tutto diventi irreparabile se già non lo è. La mia opinione in merito l'ho espressa più volte, e la voglio ribadire ancora una volta. Vi è la necessità di trovare una quadra in maniera responsabile e con obiettivi certi e condivisi, con particolare riferimento al momento di programmazione regionale. E bisogna farlo in fretta perché il tempo davanti a noi è veramente poco atteso che dal dicembre prossimo la regione Campania andrà in amministrazione ordinaria. Ci sono notevoli possibilità che dobbiamo cogliere tra le quali l'Accordo di Reciprocità, i bandi regionali del POR, il Programma Pain I Borghi del Sannio in cui Guardia è uno degli elementi essenziali, anche grazie all'impegno personale del sottoscritto, l'Accordo di Programma Quadro per i Beni Culturali, e tanto altro ancora. Sono convinto anche che tutto si debba comunque risolvere tra gli attori principali di questa vicenda che sono i consiglieri comunali di Guardia. Tutto passa attraverso la loro capacità di sintesi e di reciproca fiducia.

Ora basta, termino qui! In ultimo, visto che a Guardia è in uso non informarsi per sapere cosa fa un rappresentante istituzionale del territorio per avere una propria idea in merito, ma molto spesso ci si affida al denigratore di turno, prendo l'impegno di comunicare una cosa al giorno di ciò che ho fatto per la mia comunità, mentre se si vuole sapere ciò che ho fatto per l'intero territorio sannita basta andare sul sito www.ilquaderno.it ed effettuare la ricerca digitando Carlo Falato. Buona lettura!