lunedì 30 marzo 2009

La responsabilità di un nuovo scenario.

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Tra gli scopi principali dell'Associazione ‘icoraggiosi’ vi è quello di praticare e promuovere l’impegno culturale, politico e civile nella comunità e sul territorio; riaffermare, in particolare, il valore della politica come forma di volontariato che sappia essere strumento di crescita sociale oltre che di composizione e mediazione di esigenze e attese dei cittadini. Con questa premessa e con questo spirito vogliamo condividere valutazioni semplici sulla crisi determinata nell’amministrazione guardiese.

Di recente il leader dei popolari Udeur si è collocato nel centro destra determinando con la sua scelta politica uno scompaginamento delle alleanze in varie amministrazioni ed enti. Guardia è una di queste, retta dal centro sinistra nel quale allocava anche l’Udeur.

La domanda, posta per iscritto nominalmente dalla restante parte della compagine amministrativa, era di fare chiarezza rispetto alla collocazione dell’Udeur in un nuovo, mutato scenario politico. Il recente manifesto dei popolari Udeur sembra non lasciare dubbio alcuno … si sono chiamati fuori dall’amministrazione.

Ne consegue un quadro generale nel quale, al Comune di  Guardia Sanframondi, il centro sinistra è minoritario. Questo è il punto politico! Oggi è mutato il quadro di riferimento per il collocarsi di una forza politica un uno schieramento diverso da quello iniziale.

Ne consegue che:

  • O, si prende atto di questa debolezza determinata, e si ridà la parola ai cittadini;
  • O, si ‘lavora’ per una ricomposizione rabberciata, non aderente al mandato iniziale dei cittadini, con gli stessi soggetti che questa crisi hanno determinato;
  • O, si ridisegna un nuova alleanza nella quale gli interlocutori possono essere presenti in tutto l’arco del centro destra;

Tutto qui, chiediamo solo che, in questi momenti di difficoltà per la nostra comunità, si adotti chiarezza e rispetto verso i cittadini, sia reso chiaro, lineare e trasparente ogni possibile variante e percorso adottato, assumendosene limpidamente e politicamente tutta la responsabilità.

Associazione ‘icoraggiosi’

lunedì 23 marzo 2009

Domanda: dove vai ? Risposta: porto pesci.

Bisogna assolutamente chiarire le questioni poste dal recente manifesto UDEUR. Non perché ci sia una sorta di disagio nel vedere impiegata tanto maldestramente una ironia da persone a tanto non qualificate, ma perché c’è “una questione politica di fondo”.

Un manifesto impegnato per dar risposta ad un cittadino che probabilmente, stufo di passare per un contafrottole, peraltro da parte di chi contafrottole lo è per davvero, ha ritenuto di esprimere il suo punto di vista, come persona che ha partecipato a tutte le tarantelle che si sono volute ballare per redigere i cosiddetti documenti, mi sembra francamente sprecato. Il fatto è che non si è voluta perdere l’occasione anche per gettare quel tanto di fango su di me (sport praticato ormai a destra e a manca) che consentisse di ritirare rapidamente una mano vigliacca.

Andiamo per ordine.

Intanto nessuno giochi d’azzardo pensando che il “famoso documento” non esista o che chi lo detiene non lo tiri fuori. Esiste ed è stato firmato, alla presenza del segretario dell’Udeur, del presidente della Margherita, del rappresentante di Liberi di Cambiare, del rappresentante del Nuovo PSI e del sindaco uscente, dal candidato sindaco, dal segretario DS, da Vincenzo Falato e da Giuseppe Falato in qualità di garante delle verbalizzazioni. Una osservazione: ma con quale cinismo si è messa una persona, il candidato sindaco, in una tale trappola se i presenti già avevano in mente di non riconoscere questo impegno? Perché non dirlo in quel momento? La risposta è semplicissima: tutto sarebbe dipeso dall’esito delle elezioni. E’ dalla verifica a posteriori, quella comoda, che scaturiscono le corpose richieste dell’Udeur. Né io ho impedito che fossero per loro  esaudite. Tanto è vero che su invito del sindaco e richiesta del mio partito, ho accettato la delega al bilancio, personale e altro. Il mio partito, dimostrando un grande senso di responsabilità, ha rinunciato alla condizione posta per la partecipazione alla competizione elettorale. Storia vecchia e chiusa.

In secondo luogo nessuno faccia il furbo. Le domande poste in ordine di tempo sono due, anche se il loro ordine per importanza si è invertito o, addirittura, si sono fuse. Se il segretario nazionale dell’Udeur ha fatto una scelta che contraddice il quadro politico locale, c’è bisogno di un chiarimento o no? Se c’è una riorganizzazione delle deleghe, da me sollecitata in uno scritto pubblico del giugno 2008 che aveva come incipit “l’azione dell’Amministrazione è pigra”, c’è bisogno di darne una spiegazione politica o no? Si deve redigere un documento, questa volta pubblico, in cui si danno le ragioni politiche di una ripartenza, si individuano gli obiettivi da raggiungere e i metodi che si intendono adottare, o no?

Sia chiaro che queste sono richieste ineludibili e nessuno si illuda di annacquarle con delegazioni, comitati o sedicenti rappresentanti. La questione si risolve all’interno della Amministrazione o non si risolve. Impegni fasulli per altri non ne assume più nessuno: questo è l’insegnamento che viene dal “famoso documento”.

Non, quindi, come io ho proposto di gestire i lavori pubblici quando ne ero assessore. Non sono “custode della trasparenza e della legalità” come ironicamente si esprime l’estensore del detto manifesto. Sono solo uno che definisce ladro chi ruba e colluso l’amministratore che gozzoviglia con l’impresa , secondo il buon senso comune nazionale. La mia azione era tutta rivolta a  preservare tutti da simili, possibili eventualità in funzione della salvaguardia della risorse della comunità.

Anche nelle nuove funzioni che sono stato chiamato a svolgere ho applicato la stessa metodologia. Che è innanzi tutto di proposte da realizzare previa discussione e condivisione come l’anagrafe scolastica, per la delega alla edilizia scolastica; il progetto per la gestione del verde approvato dal consiglio, per la delega al verde pubblico; la aerofotogrammetria, disponibile, ed il WebGis, operativo a giorni, per la delega all’urbanistica; la proposta per la redistribuzione degli spazi ed il riassetto del personale, in corso di faticosa attuazione, per la delega al personale; la redazione critica del bilancio con l’indicazione degli obiettivi per i diversi servizi, che dovrebbero stimolare e motivare il personale, insieme con il progetto per la valutazione oggettiva del patrimonio comunale, per la delega al bilancio.

Non sarebbe male se, invece di passare il tempo a chiedere sempre e sempre di più in omaggio ad una sconsiderata visibilità e una improbabile pari dignità, abiti che a volte nascondono solo voglia di potere per il potere, si lavorasse in favore di questa nostra comunità.

Al mio presidente,Mario Plenzik, rivolgo una esortazione: continua il buon lavoro della nostra associazione e leggi in questo scritto tutte le ragioni che ci impongono di restare ad onta di ogni avverso parere.

La mia solidarietà, naturalmente, a Carlo Falato.

Raffaele Garofano

domenica 22 marzo 2009

La sindrome del sergente...

Sento di dover intervenire sul comunicato, datato 21 marzo 2009, dei Popolari Udeur di Guardia Sanframondi, a seguito di una serie di valutazioni di carattere politico sulla questione locale, e soprattutto perchè in tale comunicato vengo tirato in ballo in maniera scomposta: basti pensare che con le questioni dell'attuale Amministrazione, come avrebbe detto un mio antagonista, c'entro come il cavolo a merenda. Ma una serie di domande mi sono venute alla mente e le voglio condividere con voi.

Ma perchè l'Udeur locale, al posto di spiegare quali sono le iniziative che ha prodotto in questi due anni di amministrazione in cui ha avuto due assessori, di cui uno vicesindaco, quattro consiglieri, due rappresentanti in seno alla Comunità Montana del Titerno, di cui uno assessore, si affanna a dover dare spiegazioni in relazioni a fatti che nel bene o nel male si sono conclusi, con l'elezione di un nuovo Sindaco, di una nuova Amministrazione e di un programma di mandato?

La risposta è contenuta, secondo quanto scritto, nel fatto che si è messo “in atto, nei confronti dell'UDEUR, una azione di delegittimazione e di offese che dal marciapiede si trasferisce su siti web ed in articoli domenicali”. E' per questo motivo che si chiarisce, sempre nello scritto UDEUR, che è “falso” che l'Udeur abbia contestato l'amministrazione Falato nei due ultimi anni di mandato, che è “Pura e semplice fantasia” che l'amministrazione Falato stesse perseguendo una azione di controllo sui lavori pubblici (come se non fosse un dovere di un amministratore comunale), che l'Udeur avesse messo da parte il Sindaco uscente per favorire la candidatura di Ciarleglio (su questo avete ragione perchè sono stato proprio io a tirarmi fuori quel famoso “Giorno della Liberazione”, avendo da tempo capito da più punti di vista, anche dal mio partito dell'epoca, di non essere gradito nella continuazione di una esperienza amministrativa e che la mia fuoriuscita dalla scena politica locale avrebbe potuto al meglio risolvere quella esigenza di “pacificazione sociale” da tutti richiesta). E dopo il 25 aprile si è composta una amministrazione, un Sindaco un programma, una elezione, a cui, a questo punto, mi pento di aver contribuito a sostenere. Dopo di che il nuovo che si è formato, nello slancio delle idee che aveva proposto e nell'ottica di trovare le condizioni di una pace sociale ha avviato il suo percorso fino ad oggi, con risultati che anche il volantino UDEUR esplicita: una, non si sa ancora se irreversibile,profonda crisi politica e di rapporti interni.

Cosa c'entra tutto questo con ciò che è avvenuto due anni fa?. Forse, come dice un mio amico che fa questo di professione, è la esplicitazione della sindrome del “Sergente”: quando qualcosa non funziona, al posto di assumersi le proprie responsabilità, si cercano di trovare argomenti per attribuirle al “Sergente” di turno. Al posto di pensare al passato cercate di lavorare per programmare il futuro, per il bene di questa comunità. 

Carlo Falato

sabato 21 marzo 2009

Ora o mai più

Si rincorrono in questi giorni, a Guardia Sanframondi, argomentazioni di ogni tipo da parte di gruppi politici, gruppi consiliari e associazioni, sulla questione amministrativa locale. A titolo, esclusivamente personale, da cittadino di questa comunità, sento il dovere di esprimere una valutazione largamente condivisa, che si può, cioè, sentire semplicemente incontrandosi al bar tra conoscenti, tra amici o tra chi ha anche una qualche responsabilità di ordine politico. La valutazione è la seguente: è mai possibile che in un momento di crisi economica difficile, non solo per Guardia ma di carattere globale, le argomentazioni politiche che alimentano il dibattito locale si fermano esclusivamente a rivendicazioni di spazi mancati o da ottenere, oppure si ritorna su scelte fatte in tutta consapevolezza individuandole come vulnus per una difficoltà amministrativa? Non sarebbe il caso di unirsi o di dividersi su soluzioni, idee e progetti concreti? Il messaggio che la gente comune del nostro paese coglie è di una amministrazione comunale oramai prigioniera di se stessa e di questioni irrisolte che oramai si trascinano avanti da anni. E’ il momento in cui o si riesce a mettere al centro della discussione politica un programma serio di breve e medio periodo, da chi ha responsabilità politiche, in maniera chiara, pubblica ed aperta e le pone come motivazioni forti per la propria esistenza in vita oppure si chiariscano le reali volontà dell’amministrazione comunale e se ne traggano le dovute conclusioni. Questa considerazione è dovuta, e non è un ultimatum o una voglia di ingerenza nelle questioni politiche locali, ma vuole essere un richiamo alle responsabilità ed alla voglia di amministrare e di realizzare obiettivi importanti per il nostro paese. Ma perché è importante uscire dall’empasse? Lo è perché si stanno costruendo in questi mesi tutte i bandi per accedere alle risorse che la Comunità Europea ha messo a disposizione della Regione Campania. Risorse che, lo ricordo per tutti, devono colmare il gap di arretratezza delle regioni del mezzogiorno d’Italia rispetto alle altre regioni europee. E’, senza enfasi, l’ultima vera occasione fino al 2013, di riuscire a portare a casa un qualche importante obiettivo per il paese. E quindi, non sarebbe il caso di cominciare a definire degli obiettivi strategici per il centro storico, quali sono le azioni concrete da intraprendere per valorizzare l’ambiente, le produzioni tipiche, il paesaggio, le tradizioni antiche del nostro paese, quali sono, in tempi di ristrettezze economiche, le azioni per tutelare i diritti delle persone più deboli, quali azioni per migliorare la qualità dei servizi e migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini.

Dico questo, perché se non si risolvono a breve positivamente le dispute interne all’amministrazione rischiamo di brutto di vederci passare davanti opportunità concrete e non essere in grado di coglierle.

Si dovrebbe, senza indugio, mettere a punto una fabbrica delle idee sui temi prima enunciati su cui raccogliere tutte le persone disponibili ad unirsi e dare una mano per realizzarle. Siamo ad un anno e mezzo dai Riti dell’Assunta, quali iniziative si vogliono prendere? Come si vuole gestire la comunicazione su questo evento? Si riuscirà a far fronte con le risorse locali, ad una così imponente manifestazione,  per le questioni dell’ordine pubblico, per i servizi che devono essere adeguati al carico di persone che potrebbero visitare Guardia? Quali iniziative si vogliono prendere per fronteggiare queste esigenze e nel contempo tutelare una antica Manifestazione di Fede?

Ed allora, le forze politiche, gli amministratori comunali di Guardia, di maggioranza e di opposizione, ci facciano comprendere se ci vogliono amministrare sul serio o vogliono passare il tempo a dirimere questioni di parole dette o non dette, oppure, il che è ancora peggio,  a tenere ingessata una comunità.

Carlo Falato

venerdì 20 marzo 2009

'icoraggiosi' e il porcospino

È sorprendente vedere con quanta facilità e con quanta prontezza si manifestino, in un semplice scritto apparso sul web, la presunzione, la superbia e l’insolenza che contraddistingue il carattere di un’aggregazione politica di stampo locale. Un’associazione, denominata “iCoraggiosi”, composta di persone che, evidentemente, nei loro rapporti con l’esterno, hanno sempre fatto come la luna, mostrando cioè sempre una parte sola, sottraendo, cioè, alla vista quella che è la vera faccia.
Nessuno, cari “Coraggiosi”, può passare a lungo per quello che non è. In ogni modo, rispondendo alle fantasticherie della nota in questione, voglio dedicarvi alcune mie considerazioni, o per meglio dire, opinioni, che, sono persuaso, andranno a fortificare le fondamenta delle convinzioni dei cittadini guardiesi in merito alle reali intenzioni della vostra associazione.
Cari “Coraggiosi”, fin dalla prima apparizione sulla scena politica guardiese vi siete rivelati come perfetta sintesi di due vizi: da una parte il narcisismo dall’altra l’arroganza. Il vostro atteggiamento politico, poi, all’interno del centrosinistra, è stato ed è tuttora, quantomeno indefinibile e del tutto assimilabile a quello dei porcospini. I porcospini infatti, soprattutto d’inverno, si stringono l’uno addosso all’altro per riscaldarsi reciprocamente e proteggersi dal gelo. Ben presto, però, si sentono pungere, ciascuno, dagli aculei dei vicini; e ciò li fa scostare l’uno dall’altro. Ogni volta che il bisogno di scaldarsi li fa riavvicinare, tornano a essere tormentati al medesimo modo, e così continuano a essere sballottati fra l’una e l’altra sofferenza, finché trovano una sistemazione con la quale, standosene separati da una ragionevole distanza, possono sopportale entrambe meglio che possibile.
A chi legge trarre le dovute conclusioni.
Fatta questa doverosa, ma quanto mai necessaria constatazione di fatto, consentitemi un’aggiunta: considerato che sul sito internet, http://www.icoraggiosi.altervista.org/, sono stato tirato in ballo, in maniera non proprio velata, da una nota a firma di Angelo Mancini (lo stesso Angelo Mancini dei trascorsi universitari romani?), voglio precisare che, chi scrive, ovvero Raffaele Pengue (l’anonimato non appartiene alla mia cultura), non ha certamente “desideri reconditi” (io li definirei convincimenti più che legittimi, visto i fatti, le opere, dei vostri rappresentanti comunali e di partito), ha soltanto la pretesa di “aver ragione” sulle cose che dice e che pensa; d’altronde sulla questione da me sollevata sulla stampa locale non esistono verità assolute (chi può dirlo?), ma solo opinioni (evidentemente, voi che presidiate fisicamente all’interno e all’esterno 365 giorni all’anno la Casa Comunale, dovreste essere più informati), però penso che le mie “opinioni” siano quanto di più vicino alla verità. Diciamo perché l’esperienza accumulata in fatto di persone, stereotipi, psicologia e mentalità - soprattutto di una ben definita parte politica guardiese - mi aiutano a comprendere e destreggiarmi abbastanza bene tra certe situazioni della scena politica strapaesana.
L’aggiunta: per la verità, cari “Coraggiosi”, non me ne frega assolutamente niente delle vostre opinioni al riguardo, delle “voci” che sentite di dentro o di fuori, di quelle che nella nota in questione voi definite puerilmente “illazioni”, “segreti”, “profezie”.
Faccio un’aggiunta bis: lasciate perdere le calunnie, i buoi, gli stallieri e quant'altro, le “manovre basse e inconfessabili”, “voci velenose” messe in giro ad arte; probabilmente è vero - anzi io quasi quasi toglierei il probabilmente - tuttavia, per quanto mi riguarda, colui o coloro che, come ho avuto modo di riportare nell’articolo, si appresterebbero a “saltare il fosso”, possono starsene tranquillamente a pescare pesce azzurro o rosso o andarsene su Marte. Chi se ne frega. Fatti loro.
Aggiunta tris, e chiudo: continuate così. Continuate a recitare litanie per darvi coraggio. Ma, vi prego, in futuro non scomodate il grande Eduardo per delle scempiaggini da bassa politica.
A Guardia anche le pietre sanno quello che, in maniera più o meno occulta, si sta consumando da tempo nelle stanze della politica, soprattutto in quelle del centrosinistra.
Stanze di cui, evidentemente, alla vostra associazione viene negata copia della chiave.
Raffaele Pengue (da infosannio.com)

mercoledì 18 marzo 2009

Le inesattezze di Saviano

Sig. Saviano,

pur ammirandola come persona, come giornalista e per quanto sta facendo per evidenziare alla pubblica opinione la questione criminalità organizzata, mi permetta di farLe un appunto.

Scorrendo il Suo sito mi sono imbattuto nell’articolo del 13 marzo 2005 comparso sul Corriere del Mezzogiorno, per cui mi preme evidenziarle che quanto da Lei asserito nello stesso reca alcune inesattezze.

Nell’articolo in questione, tra l’altro, oltre a riti e usanze, traspare questa religiosità estrema, parla di feticismo religioso, di  persone di malaffare che per convinzione o per puro esibizionismo pregano in maniera quasi ossessiva affinché le varie Vergini e Santi intercedano per loro presso il Cristo.

Fin qui nulla questua anche se in merito, personalmente, ho delle mie opinioni.

Tra i vari simboli della cristianità ostentati, esposti da esporre o commissionati dai vari affiliati a clan mafiosi, nella parte finale dell’articolo, Lei cita testualmente ….I penitenti che ogni sette anni a Guardia Sanframondi per la festa dell’Assunta si battono ripetutamente e per oltre dodici ore il petto con una spugna di sughero con trentatré spilli o chiodi, sono anonimi fedeli ma è notizia diffusa che molti di loro sono affiliati non solo della Camorra ma anche della «Sacra corona unita» e della «n’drangheta» e dopo aver scontato le pene del carcere decidono di scuoiarsi il petto volendo scontare anche le pene dell'anima. Tra loro spesso anche molte donne con figli caduti nelle guerre di clan.

 

E veniamo al dunque, essendo io una persona che è nata e da sempre vive a Guardia Sanframondi (BN), ho avuto modo di assistere a parecchie edizioni dei Riti Settennali, quindi penso senza falsa modestia “molto più informata delle sue fonti sulla questione… mi creda”, Le vorrei precisare quanto segue: riguardo i flagellanti e i battenti essi sono solo una parte della processione di penitenza dei Riti Settennali in onore della Vergine Assunta; sono delle persone anonime che con un saio bianco addosso ed un cappuccio che difatti li rende anonimi, nel pieno dell’anonimato - ringraziano a loro modo la Vergine Assunta per devozione per una grazia ricevuta o per un ex voto.

Si flagellano il petto o la schiena ripetutamente per una quantità molto inferiore delle dodici ore che Lei asserisce.

Sono persone che non ostentano tatuaggi o quant’altro che potrebbe ricondurli in qualche modo a essere, … affiliati non solo della Camorra ma anche della «Sacra corona unita» e della «n’drangheta».

 Quindi l’asserire da parte Sua che …è notizia diffusa che molti di loro sono affiliati….. mi lascia quantomeno basito e d’impeto Le potrei consigliare di informarsi meglio, di rivedere per un attimo le Sue fonti, non vorrei che fossero le stesse dalle quali Lei attinge fatti, informazioni e notizie contenute negli articoli e libri che scrive, conterrebbero non poche imprecisioni.

Se queste “affiliazioni”, come dice Lei, fossero vere, non dico solo a Guardia Sanframondi, ma anche nei paesi limitrofi, ci sarebbero delle forti infiltrazioni di stampo camorristico.. non trova!.

Oppure ritiene che a Guardia Sanframondi i cosiddetti “mafiosi”, “camorristi” e “ndranghetisti” ci vengano ogni sette anni, da soli e senza guardaspalle, solo per flagellarsi e ringraziare la Vergine per le loro fiorenti attività? Francamente mi sembra un po’ riduttivo!

Non le sembra che a tutta la Comunità Guardiese vada resa giustizia nell’essere stata accomunata a dei fatti e/o circostanze non proprio esatte…. Forse una rettifica non ci starebbe male!

In ogni caso, l’anno prossimo nel mese di Agosto (Agosto 2010) cadrà di nuovo il settennale per i Riti Penitenziali in onore della Vergine Assunta, La invito personalmente a venire a Guardia Sanframondi (BN) per toccare con mano che i Riti Penitenziali sono una cosa diversa.

Le auguro buon tutto.

 

annibalefalato@alice.it

Guardia Sanframondi, 18 marzo 2009

Annibale Falato

martedì 17 marzo 2009

Le voci di dentro

C'è sempre qualche voce che magicamente e misteriosamente gira, o si spera che giri per il solo fatto di annunciarne il passaparola. Più che voci ,o illazioni, o segreti che passano furtivi da orecchio a orecchio, sono dei " desiderata" che si auspica diventino realtà. Sono " profezie " che si spera si avverino non per la loro carica profetica, ma per il semplice fatto di lavorare sotto coperta a tale scopo attraverso i seducenti e potenti mezzi del sospetto e della calunnia sempre all'opera. Se il tempo è galantuomo, il presente, a volte, può essere un perfetto mascalzone al servizio di qualche scriteriato.
Le voci messe in giro parlano di un possibile cambio di maggioranza con l'inclusione , nel caso di defezione della componente Udeur al comune, di esponenti della minoranza consiliare. Ciò che si denuncia è ciò che in segreto si spera che si avveri e per cui si lavora con la più classica delle manovre : tirare la pietra e nascondere la mano.
Non tocca a noi coraggiosi difendere la giunta Ciarleglio da tali voci che si spera siano infondate, anche perchè sarebbero da parte nostra inaccettabili, ma alcune precisazioni vanno fatte.
Lasciamo all'Udeur cittadino la responsabilità di decidere in modo autonomo sulla loro permanenza ,o meno, nella maggioranza comunale uscita dalle urne, ma senza tirare nessuno per la giacca e senza sovraccaricare o limitare l'autonomia di alcuno con il sospetto di manovre basse e inconfessabili.
Lasciamo alla maggioranza comunale l'ineludibile esigenza di un trasparente chiarimento politico, senza inficiarlo con velenosi retropensieri, funzionali a obiettivi poco nobili,  rivestiti con i panni pomposi di un moralismo d'accatto.
Qualora l'esito fosse negativo, la parola passi di nuovo ai cittadini-elettori, come in qualsiasi democrazia che si rispetti  e come già auspicato per la crisi prodottasi alla provincia.
Forse tra il dire e il fare effettivamente c'è di mezzo il mare. Evitiamo, però, di scambiare ,durante la traversata , qualche pesciolino azzurro per balena e qualche  vorace squalo per un'innocua sardina.
Ciò che non va fatto è mettere il carro davanti ai buoi, come qualche anonimo stalliere pretende di fare, ben sapendo di "giocare" con una realtà che non gli appartiene.
 
Giudichiamo i fatti, le opere, dei nostri rappresentanti comunali e di partito e non le voci "velenose" e i rumori incontrollati messi in giro ad arte.

Angelo Mancini

venerdì 13 marzo 2009

La favola continua ….. e il paese aspetta.

Sono ormai quattro anni che a Guardia si dibatte sul problema  dell'Amministrazione, che a mio parere, anche avendo delle buone potenzialità individuali ... resta al palo. Una specie di stitichezza dovuta al peccato originale.

Infatti bisogna partire dall'amministrazione Falato per incominciare a capire qualcosa, di fatti negli ultimi due anni di questa amministrazione c'e stato un attacco sotterraneo, ma non per questo meno violento, del gruppo che attualmente si definisce come UDEUR , allo stesso sindaco che aveva la colpa di lasciare esercitare le deleghe all'assessore ai lavori pubblici Raffaele Garofano il quale in base ad uno “ strano “ principio di trasparenza e legalità aveva osato  proporre, si badi proporre,  che i lavori pubblici a Guardia fossero soggetti ad un doveroso e naturale sistema di controllo. Si era in una situazione nella quale le imprese decidevano se i lavori fossero ultimati, quale fosse il loro costo, se fossero fatti a regola d’arte, secondo un modo di fare che durava da decenni. Lo stesso assessore aveva fatto conoscere ai cittadini lo stato dei lavori pubblici a Guardia con i relativi importi di spesa con un manifesto pubblico, da lui firmato a nome dell’Amministrazione, ed inoltre aveva   pubblicato sul sito comunale “ Il libro bianco “ con il  quale faceva pedissequamente la cronistoria completa degli atti degli appalti pubblici del Comune di Guardia dal 1960 al 2007 (è errore che parecchi cittadini non lo conoscano). Come è andata a finire lo sappiamo tutti: l'Amministrazione succitata si è trascinata, anche producendo dei buoni risultati che nessuno ha voluto vedere a cominciare soprattutto dai maggiorenti del centro - sinistra, fino alla fine del mandato naturale .

Dicevo appunto che nessuno ha voluto vedere quanto di buono aveva fatto l'amministrazione Falato nonostante il boicottaggio silente del gruppo attualmente UDEUR e di alcuni consiglieri della maggioranza che succubi dei capi storici esterni non vedevano l'ora che questa esperienza finisse aspettando nuove opportunistiche occasioni che sarebbero arrivate... sic !

Finalmente siamo arrivati alle schermaglie per la elezione del Sindaco attuale.

Andiamo per ordine. Dando per assodata la coalizione Margherita/DS si è pensato (per vincere) di rincorrere ancora una volta l'UDEUR facendo finta che prima non fosse successo niente. Chi scrive ha partecipato in qualità di delegato DS a tutte le trattative ufficiali pre elettorali, anche con il neonato movimento politico “ Liberi di cambiare “ che diceva di voler dialogare a 360 gradi con tutti per costituire un governo di salute pubblica per il nostro paese.

Dopo una infinita ed estenuante trattativa tra tutti e tra nessuno si arriva alla composizione di una lista di centro sinistra (Margherita-DS-Liberi di Cambiare- UDEUR e Nuovo PS) che fino alle ultime ore aveva come sindaco riconfermato Falato mentre nell'ultima e definitiva riunione salta fuori la nomina del sindaco attuale Ciarleglio che a detta di tutti aveva fatto si che l'UDEUR facesse parte della coalizione (forse vi è anche la promessa del futuro assessorato ai L.P.).

Si passa alla parte finale è cioè brutalmente alla spartizione delle cariche in base alla pesatura dei voti per i partiti mentre  il movimento “ Liberi di cambiare “ adducendo di rappresentare la società civile avrebbe dovuto portare quel valore aggiunto “ le novità e la buona etica “ visto che a detta del futuro sindaco “ i partiti avevano fallito” e quindi chiede oltre al sindaco due assessorati .

In questa riunione che si tenne presso la Sede del GAL  si addivenne all'assegnazione degli assessorati e di tutti gli incarichi  con l’impegno dell'assegnazione dell'assessorato ai L.P. ai DS, in segno di continuità, e garantito con firma di un documento dal Sindaco, alla presenza di tutti i responsabili delegati della coalizione e da nessuno dei quali esplicitamente e apertamente disconosciuto. L’accordo non è stato mantenuto a scorno di chi non è stato in grado o non ha voluto mantenere la parola data per iscritto, il Sindaco, e ciò nonostante i DS, per senso di responsabilità, hanno accettato la diversa attribuzione di deleghe proposta.

Ed ecco che a distanza di mesi  il Sindaco riconosce il problema posto, di assurdità della scomposizione delle deleghe, riunifica l’assessorato ai LL.PP. propriamente e meno propriamente qualche altro. Tira e molla con il Vice Sindaco UDEUR che si dimette o forse no (certamente la lettera di dimissioni arriva ed è protocollata), fa la sua proposta ma…c’è un ma. Come al solito lo vuole fare senza chiarire i motivi politici, senza indicare obiettivi, senza definire metodi. Alla solita maniera cioè, vaga, che consente di impegnarsi su tutto o su niente. In mancanza di questi passaggi fondamentali qualcuno questa volta non ha firmato l’accettazione e quindi i decreti di nomina restano al palo.... La favola continua ….. e il paese aspetta.

Vincenzo Falato

giovedì 12 marzo 2009

Una legge contro il territorio

Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni. Il territorio, la città e l'architettura non dipendono da un'anarchia progettuale che non rispetta il contesto, al contrario dipendono dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione dell'edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera definitiva il territorio. Ecco perché c'è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo paese.

Gae Aulenti
Massimiliano Fuksas
Vittorio Gregotti

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sabato 7 marzo 2009

La 'guardiense' ha una nuova giunta eletta

La cantina sociale  'la guardiense'  ha una nuova giunta  eletta all’unanimità con voto palese, in cui, per la prima, volta è presente una donna è un consiglio di amministrazione che si è dato obiettivi condivisi è sfidanti, nella consapevolezza che la crisi va affrontata a viso aperto, con strategie chiare, lavorando innanzitutto alla creazione di un clima di fiducia tra gli operatori del settore, le istituzioni  e le agenzie di sviluppo del territorio.Dopo le elezioni dell’ 8 febbraio u. s., gli 11 consiglieri eletti (6 provenienti dalle file del circolo viticoltori e 5 da quelle della coldiretti), che sono Domizio Pigna, Concetta Pigna, Conte Giuseppe, Silvio Di Lonardo, Italo Maffei, Pellegrino Pica, Salvatore Garofano, Mario Sebastianelli, Carlo Sebastianelli, Angelo Sebastianelli, Carlo Falato, hanno deciso, prima di eleggere gli organi, di darsi un metodo di lavoro innovativo, che è consistito in un lavoro comune, finalizzato ad approfondire aspetti di conoscenza e ad individuare eventuali strategie condivise. Questo lavoro, organizzato in tre sessioni di focalizzazione dei problemi ed a cui hanno preso parte sia una delegazione del circolo viticoltori che una della coldiretti, è stato supportato da  puntuali momenti di analisi effettuate dalla Giunta uscente nonché dai tecnici della stessa Cooperativa. Questa fase di approfondimento, realizzata in un clima di franco confronto, ha creato le condizioni per superare  divergenze e focalizzare l’impegno di tutti sugli obiettivi sfidanti che la difficile congiuntura economica pone e porrà sempre di più all’azienda e all’intero settore vitivinicolo, in un contesto di difficoltà dovuto ad una crisi finanziaria di ordine mondiale, in cui diminuiscono i consumi in generale e molto di più i consumi dei prodotti vinicoli. Dopo questo percorso molto centrato sui temi e sulle strategie è stato riconfermato Presidente della Cantina Pigna Domizio, anche alla Vice Presidenza è stato riconfermato Garofano Salvatore. Nella Giunta composta da 5 persone, oltre al Presidente e al Vice Presidente, sono presenti: Silvio Di Lo nardo - agricoltore, Concetta Pigna, agronomo, specializzata in economia e politica agraria, tecnico Formez, esperta di temi legati allo sviluppo locale e all’attuazione delle politiche comunitarie e  Mario Sebastianelli impiegato, da sempre legato al mondo dell’agricoltura.

Prima dell’elezione degli organi il CdA ha sottoscritto un comune documento d’intenti che ha come punti qualificanti:  

la conferma dell’attuale valore del punto al socio perseguita attraverso precise strategie di contenimento dei costi e di miglioramento del posizionamento sui mercati;

la condivisione e la partecipazione attiva del socio alle scelte importanti dell’azienda, al fine di determinare una maggiore consapevolezza delle strategie aziendali coinvolgendo le migliori risorse esistenti nella base sociale;

la creazione, da subito, di occasioni di confronto con gli attori istituzionali (Regione, Provincia, Camera di Commercio, Comuni del comprensorio), le altre aziende vitivinicole, le organizzazioni di categoria,  le università, i centri di ricerca e le agenzie di sviluppo,  finalizzate a condividere i problemi del settore ed  ad individuare soluzioni sostenibili. Questo momento di confronto con gli attori istituzionali, con le organizzazioni di categoria e con tutti i soggetti interessati, si rende necessario ed urgente anche per affrontare in maniera unitaria il particolare momento congiunturale che attraversa il comparto produttivo del vino, al fine di mettere a punto proposte ed iniziative concrete con l’intento di contenere gli effetti economici e sociali che la crisi attuale determina nei confronti degli operatori e lavoratori del settore vitivinicolo;
la realizzazione di incisive azioni di difesa e valorizzazione del territorio finalizzate a contrastare i comportamenti vandalici individuali ormai troppo diffusi (le nostre campagne e le nostre strade interpoderali sono piene di immondizia) e ad accrescere la consapevolezza sia a livello istituzionale che di singoli operatori agricoli sull’esigenza di darsi regole, di individuare strumenti ed adottare comportamenti, finalizzati  ad un corretto governo del territorio e a preservarne la residua bellezza e biodiversità.
Carlo Falato

venerdì 6 marzo 2009

Comunicato/invito

Il 12 marzo Massimo D’Alema a Villa dei Papi

Futuridea, Associazione per le Innovazioni utili e Sostenibili presieduta da Carmine Nardone e la Fondazione di Cultura Politica Italianieuropei presieduta da Massimo D’Alema, con la collaborazione della Fondazione Mezzogiorno Europa e della Lega per le Autonomie, organizzano per il 12 marzo 2009 alle ore 10,00, presso la sala conferenze di Villa dei Papi in Benevento alla Via Perlingieri 1, un SEMINARIO sul tema: ” CRISI, SOSTENIBILITA’ E INNOVAZIONI: PROPOSTE PER LA CAMPANIA E IL MEZZOGIORNO”. Il programma, dopo le relazioni di Filippo Bencardino Rettore dell’Università degli Studi del Sannio e Carmine Nardone Presidente di Futuridea prevede “TESTIMONIANZE DAL MONDO DELL’INNOVAZIONE”. I lavori saranno conclusi da Massimo D’Alema Presidente Italianieuropei. Ufficio Stampa Futuridea  Luigi La Monaca

martedì 3 marzo 2009

NUCLEARE? NO GRAZIE

Da qualche giorno abbiamo appreso dagli organi di stampa dell’accordo tra Italia e Francia sulla costruzione di quattro centrali nucleari di terza generazione nel nostro paese.

Il nucleare è  una tecnologia vecchia, superata, che tutti i Paesi d'Europa stanno smantellando. La Francia per rientrare dalle perdite in questo settore, finanziato dal governo per scopi militari prima che civili, sta tentando di vendere ad altri Paesi questa obsoleta tecnologia. Nel 1987 con un referendum abrogativo gli italiani hanno cestinato questa fonte di energia. Se si vuole tornare indietro bisogna ripercorrere lo stesso iter democratico (ignoto evidentemente al governo). Il nucleare non può essere deciso né da Scajola né da Berlusconi, solo dai cittadini. Il nucleare è una bomba a scoppio ritardato che entrerà in funzione tra molto, molto tempo, quando invece dovremmo investire sulle energie alternative. Le centrali nucleari di terza generazione sono quelle di trent'anni fa. Oggi c'è una tecnologia, che si chiama di quarta generazione post nucleare, su cui si stanno facendo delle sperimentazioni, dove anche l'Italia sta facendo la sua parte. Fare oggi le centrali nucleari vuol dire comunque arrivare ad una soluzione che non arriverà prima del 2050.  

Bisogna trovare il sito, bisogna mettere d'accordo le popolazioni, e bisogna sapere dove mettere le scorie. Piaccia o non piaccia, siccome in natura nulla si crea e nulla si distrugge, queste scorie radioattive, che durano migliaia di anni e faranno morire un sacco di persone, da qualche parte dovremo metterle, un posto bisogna trovarlo, e voglio vedere chi è disposto a tenerle sotto casa sua. Fare tutto questo investimento, sprecare tutti questi soldi, mettere a rischio la salute e l'ambiente del nostro Paese per arrivare ad una centrale nucleare già obsoleta nel 2050, e arrivarci quando la scienza e la tecnologia avrà già portato a termine altre soluzioni, come l'ottimizzazione dell'energia solare e dell'energia eolica, energie alternative non inquinanti e con minor dispendio di energie. Per questa ragione, mi pare inopportuno, dispendioso, pericoloso e ambientalmente distruttivo il ritorno all’energia nucleare.

E’ paradossale che mentre il presidente degli stati uniti Barak Obama indica  tra le priorità della attività del suo governo lo sviluppo delle energie rinnovabili il nostro governo dà risposte diametralmente opposte. D’altronte lo sviluppo delle energie alternative consentono la  creazione di milioni di posti di lavoro che non sarebbero realizzabili con il nucleare che richiede al contrario pochi posti di lavoro e solo specialistici.

Quello, però, che mi sorprende in tutta questa vicenda è che il tutto sta passando tra l’indifferenza totale delle forze politiche e delle organizzazioni ambientaliste. Dove sono finiti i partiti e le forze ambientaliste che al precedente governo non perdonavano neanche lo spostamento di un bidone di rifiuti?