sabato 31 ottobre 2009

Sicurezza: è emergenza?

di Carlo Falato

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Una comunità è tale quando riesce a reagire a fatti che avvengono nel proprio paese, siano essi positivi che negativi. In questo caso i fatti sono negativi e riguardano una problematica di sicurezza che nel ventre molle della comunità genera incertezza e preoccupazione. Oramai da settimane assistiamo a fatti di criminalità nel nostro paese che meritano di essere valutati, con conseguente adozione di iniziative concrete. Ieri il furto alla Banca Popolare di Novara in pieno giorno, qualche giorno fa il furto in alcune abitazioni e di alcune autovetture, qualche settimana fa è stato profanato il Santuario dell'Assunta con il furto del bambinello dalla statua di S. Antonio di Padova. La frequenza con cui avvengono questi fatti è l'elemento che determina lo sgomento dei cittadini, con una preoccupante assuefazione. Ed allora che fare? Sarebbe il caso che la problematica venisse sollevata nel Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi al fine di prendere atto di questa negativa evoluzione della sicurezza locale e di proporre unitariamente una richiesta alla Prefettura ed alle forze dell'ordine di un più attento presidio del territorio e di prevenzione. Sono consapevole del fatto che  le forze dell'ordine, in relazione ai mezzi ed alle risorse umane disponibili fanno quanto è possibile. Bisogna richiedere quindi un rafforzamento dell'organico della locale Stazione dei Carabinieri ed un rafforzamento del pattugliamento notturno per il pronto intervento. La questione sicurezza, tanto sbandierata dal governo di centrodestra, infatti, cozza con la recente protesta effettuata dalle organizzazioni sindacali delle forze di Polizia, che lamentano sempre di più un affinamento degli organici, una mancanza di risorse adeguate al punto da non avere nemmeno il carburante per far girare le volanti e soprattutto stipendi adeguati essendo quelli italiani tra i più bassi d'europa. Su questo tema i Partiti, i gruppi consiliari devono dare un segnale forte di esserci all'intera comunità.
Spero che questa riflessione possa essere raccolta da un numero minimo di Consiglieri Comunali di Guardia Sanframondi per porla all'attenzione dell'intero Consiglio con la votazione di un apposito Ordine del Giorno.

venerdì 30 ottobre 2009

Discorso di Pericle agli ateniesi

 

Al termine del primo anno della guerra del Peloponneso  (che vedrà contrapposte Atene e Sparta, con le rispettive coalizioni, dal 431 al 404 a.C.) Pericle, secondo la tradizione ateniese, pronuncia un epitaffio per commemorare i caduti ateniesi. Da questa commemorazione, giunta sino a noi grazie a Tucidide, emerge l'ethos della pòlis di Atene.Se ne riportano di seguito i passaggi più significativi.

"Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così."

Tucidide, La guerra del Peloponneso

mercoledì 28 ottobre 2009

Le pubbliche riflessioni di Carlo Falato

 

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E' da tempo che non pubblico qualche riflessione sui temi che riguardano la comunità dove vivo e a cui sono legato per ragioni familiari, di amicizie e politiche. All'associazione de  ‘icoraggiosi’ vanno i migliori auguri per la sede inaugurata lo scorso 25 ottobre, proprio mentre il popolo delle primarie del PD esprimeva il proprio consenso alle varie mozioni in campo. Devo altresì, ringraziare gli amici che dal sito de ‘icoraggiosi’ e personalmente, hanno voluto solidarizzare con la mia persona e con il ruolo che rivesto nell'Amministrazione Provinciale di Benevento, in relazione ad un articolo di stampa apparso sul Mattino di qualche giorno fa in cui si paventava un’ipotesi di una mia sostituzione per scelte politiche dovute all'appoggio di una Mozione piuttosto che un'altra. Consentitemi di esprimere una valutazione su questa vicenda che, a leggere l'articolo, sembra essere fuori da ogni concezione democratica. Il PD a Benevento e Provincia è nato con problematiche più forti rispetto ad altri luoghi, in quanto ha trascinato dentro un partito nuovo, che doveva rappresentare un nuovo modo di concepire la politica, più aderente ai bisogni della società contemporanea, più rivolto alla tutela dei diritti della persona, in cui si dovevano coinvolgere soprattutto le donne e i giovani, tutta la logica di gruppi e gruppetti chiusi in se stessi e uniti esclusivamente per questioni di potere. Tutto questo nuovo che doveva emergere e diventare protagonista è rimasto a mio parere disatteso al punto che la democrazia annunciata è lontanissima da quella praticata. Le primarie in provincia di Benevento non sono state interpretate come un momento alto di confronto, di discussione, di come rafforzare le ragioni dello stare insieme, ma come conta personale per continuare a dire qui comanda Tizio e li comanda Caio. Fatto sta che il 25 ottobre è passato ed ha determinato un nuovo Segretario Nazionale nella figura di Bersani e di un Segretario Regionale nella figura di Enzo Amendola, a cui mi sento di formulare i migliori auguri di buon lavoro affinché sappiano fare del pluralismo una ricchezza, sappiano fare scelte coraggiose al fine di determinare una sempre più richiesta etica nella politica e nella scelta della classe dirigente, che sappiano mettere al centro gli interessi dei cittadini e delle comunità con progetti e programmi concreti e mettano da parte gli interessi di sola bottega.
A Guardia le primarie si sono svolte in un contesto tutto particolare dovuto a una crisi amministrativa molto delicata. Una maggioranza-minoranza di otto su diciassette tenuta in vita dall'appoggio esterno di due consiglieri; due assessori dimissionari; argomenti delicati in Consiglio Comunale (debiti fuori bilancio e salvaguardia degli equilibri di bilancio) che se non approvati possono far sciogliere il Consiglio Comunale con conseguenti nuove elezioni amministrative. Una serie di contrapposizioni tra consiglieri e gruppi che non sono conciliabili; poche idee per sostenere una continuazione dell'esperienza amministrativa. Tutto ciò, e sicuramente anche altro, ha determinato una diminuzione della partecipazione (che comunque è stata buona) di circa trecento elettori. La prima cosa che mi viene in mente è: il PD a Guardia è in grado di dare un segnale di prospettiva e sicurezza amministrativa chiaro in grado di mettere al centro le aspettative e i bisogni della gente del nostro paese, oppure anch'esso è chiuso in logiche improduttive? Spero che i dirigenti locali si attivino al più presto per discutere di queste cose prima che tutto diventi irreparabile se già non lo è. La mia opinione in merito l'ho espressa più volte, e la voglio ribadire ancora una volta. Vi è la necessità di trovare una quadra in maniera responsabile e con obiettivi certi e condivisi, con particolare riferimento al momento di programmazione regionale. E bisogna farlo in fretta perché il tempo davanti a noi è veramente poco atteso che dal dicembre prossimo la regione Campania andrà in amministrazione ordinaria. Ci sono notevoli possibilità che dobbiamo cogliere tra le quali l'Accordo di Reciprocità, i bandi regionali del POR, il Programma Pain I Borghi del Sannio in cui Guardia è uno degli elementi essenziali, anche grazie all'impegno personale del sottoscritto, l'Accordo di Programma Quadro per i Beni Culturali, e tanto altro ancora. Sono convinto anche che tutto si debba comunque risolvere tra gli attori principali di questa vicenda che sono i consiglieri comunali di Guardia. Tutto passa attraverso la loro capacità di sintesi e di reciproca fiducia.

Ora basta, termino qui! In ultimo, visto che a Guardia è in uso non informarsi per sapere cosa fa un rappresentante istituzionale del territorio per avere una propria idea in merito, ma molto spesso ci si affida al denigratore di turno, prendo l'impegno di comunicare una cosa al giorno di ciò che ho fatto per la mia comunità, mentre se si vuole sapere ciò che ho fatto per l'intero territorio sannita basta andare sul sito www.ilquaderno.it ed effettuare la ricerca digitando Carlo Falato. Buona lettura!

martedì 27 ottobre 2009

Ora la parola passa agli eventi!

di Angelo Mancini

i Senza abbandonarci ai toni trionfalistici, sempre fuori luogo, dobbiamo riscontrare che anche queste primarie, per la scelta del nuovo segretario nazionale e regionale, hanno avuto una partecipazione elevata di elettori e iscritti al partito, ribadendo, ancora una volta, la necessità di un formazione politica progressista e attenta al sociale. Tre milioni di elettori rappresentano una vasta area di cittadini italiani che chiede cambiamenti concreti nell’etica pubblica, nelle regole sociali, nella protezione dei redditi più bassi, nella sicurezza sociale ed ambientale. Il PD, che pure in queste ore vive momenti delicati per i fatti di Castellammare e di Roma, ha avuto da questa consultazione popolare una iniezione di fiducia e questo è un dato da non trascurare affatto.

In questo le primarie hanno giocato indubbiamente un ruolo positivo; ma al di là di questo, le primarie servono realmente?  Ci sono tra le varie anime del partito, a livello nazionale, regionale, provinciale e locale, notevoli punti di contrapposizione: è proprio utile e necessario aggiungerci anche quelle che inevitabilmente sorgono con le primarie? Non è forse meglio che i dirigenti si assumano in prima persona la responsabilità della scelta, anche in base alle indicazioni che provengono dai circoli?

L’affermazione alla segreteria nazionale di Pierluigi Bersani ha, poi, scongiurato un pericolo insito in questo meccanismo: il voto poteva ribaltare quello degli iscritti con esiti imprevedibili per l’unità e la stabilità del partito. C’era la concreta possibilità che Franceschini o Marino avrebbero potuto guidare il partito da posizioni di minoranza perché “incoronati” dal popolo delle primarie. Questo non è accaduto, ma bisogna scongiurare il pericolo che possa accadere in futuro.

Altro pericolo insito nel primariato è una deriva plebiscitaria, già intravista nell’insediamento di Veltroni, non in sintonia con un moderno partito occidentale. Bisogna evitare la “trappola populista”, come la definisce Alfredo Reichlin, per non contrapporre all’” Unto del Signore” l’”Unto del popolo”. Il cittadino che non vuole il primo difficilmente sceglierà il secondo, oppure preferirà l’originale alla copia. Plebiscitarismo e personalismo sono l’antitesi della democrazia e se questi sono gli ingredienti del berlusconismo, allora non possono essere i tratti salienti del Pd che a esso si contrappone.

Se poi si vuole un partito aperto non solo verso l’esterno, ma anche e soprattutto verso l’interno, allora bisogna eliminare l’anomalia delle liste bloccate: si critica aspramente, e a ragione, il tanto vituperato “porcellum” di Calderoni e poi si applica lo stesso perverso meccanismo in casa propria.Ritornare al sistema delle preferenze è, allora, il primo passo per immettere nel partito dinamismo, vitalità, istanze di novità , riportando la funzione partitica tra la gente, rimuovendola da quel limbo dorato delle “ sciagure ineliminabili”, come oggi la si intende.

Nel nostro piccolo Sannio abbiamo assistito ad un incremento di partecipazione rispetto alle primarie del 2007, nonostante la nascita e i primi due anni di esistenza abbastanza travagliati. La mozione Franceschini è risultata maggioritaria sia nel Sannio che nella nostra comunità guardiese anche se la mozione Bersani e quella di Marino hanno avuto affermazioni significative rispetto ai dati di partenza. Anche da noi, però, la personalizzazione della politica ha prevalso sulla qualità della proposta politica che è rimasta sullo sfondo come idealità male accordantesi con il realismo della sola conta numerica. Al nuovo coordinatore regionale Amendola va l’ingrato compito di eliminare “l’anomalia” campana che le troppe vicende negative hanno portato alla ribalta della pubblica opinione nazionale.

Il dato più significativo, per quanto riguarda la nostra cittadina, è la presenza di una consistente minoranza, come non si riscontrava da anni nel centro-sinistra guardiese. Il risultato dice che il divario è ancora consistente, ma per la prima volta essa è numericamente significativa, visibile e rilevante: si è uscito da una fase di partito personale e autoreferenziale e si è entrato in una fase di partito pluralistico, aperto a tutti coloro che sentono l’appartenenza ideale e non quella primaria di gruppo. Le liste di Bersani e di Amendola hanno avuto una buona affermazione andando complessivamente oltre il 20% dei consensi; la mozione Franceschini, largamente maggioritaria per l’assemblea nazionale, ha mostrato una differenziazione sul piano regionale e questo è un elemento che, pur inquadrandosi perfettamente nel gioco democratico, rompe quella unità d’area che qualche tempo fa era inimmaginabile. Anche la frantumazione dei consensi nelle diverse liste collegate alla mozione Bersani va accettata serenamente, senza dietrologie dannose: unire è un processo molto più laborioso che il dividere.

Ora la parola passa agli eventi!

lunedì 26 ottobre 2009

Bersani nuovo segretario PD.I risultati a Guardia e in provincia

Si è conclusa la lunga competizione per la guida del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del PD. Di seguito vengono riportati   i risultati del voto a Guardia Sanframondi:

     NAZIONALE
-----------------------------------------------------------------------------
BERSANI 209
FRANCESCHINI 573
MARINO 32
-----------------------------------------------------------------------------
Totale validi 814
Bianche 24
Nulle 8
Totale votanti  846

 

REGIONALE  
------------------------- ----------------------------------- --------------
  Mezzogiorno protagonista 10  
  Essere Democratici 123  
BERSANI Per un partito pop. e rif.18 200
  Sinistra riformista 5  
  Riformisti con Bersani 44  
------------------------- ----------------------------------- --------------
  Nome lista 535  
FRANCESCHINI 599
  Nome lista 64  
------------------------- ----------------------------------- --------------
MARINO Nome lista 23 23
------------------------- ----------------------------------- --------------
  Totale validi 822
  Bianche 17
  Nulle 8
  Totale votanti 845

Tutti i numeri per la provincia di Benevento

Dalle primarie del Partito Democratico svoltesi il 25 ottobre 2009, il dato ufficiale indica una partecipazione al voto di circa 3.500 elettori in meno rispetto alle scorse primarie. Infatti, è stato deterimato un calo a 27.413 partecipanti al voto, rispetto ai 30.500 passati;c'è stato quindi una calo del 10%circa dei votanti sul territorio; Il dato relativo alle liste per il nazionale, indica una percentuale di voti per Franceschini pari al 54,5%, , che in termini assoluti esprime 14.676 voti, mentre per Bersani la percentuale è del 41%, cioè 11.038 voti; Marino si attesta al 4,4%, con 1.192 voti. L'analisi del dato regionale invece, indica che le 5 liste collegate ad Enzo Amendola, complessivamente raggiungono il 44,6%, con 12.054 voti, mentre le due liste collegate a Leonardo Impegno si attestano al 52,1%, riportando 14.086 voti, e le iste collegate a Franco Vittoria per Marino, si attestano al 3.2% esprimendo 878 voti; Complessivamente i votanti nella provincia di Benevento sono stati 27.413;5. Dall'analisi dei dati considerati, si evince che, sia sul piano nazionale, che su quello regionale, le liste collegate ad Enzo Amendola hanno raccolto notevole consenso, e in misura senz'altro maggiore rispetto alle passate elezioni interne al Partito, arrestando la percentuale dell'area Impegno- Franceschini a circa 52%-54%, le cui liste, sono state politicamente sostenute dalle cariche più importanti del PD a Benevento, ed in particolare dal Presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile, di tutta la onorevole deputazione del PD, dal Sindaco del Capoluogo, dal Vicesindaco del Capoluogo, dal Presidente del Partito e dello stesso Segretario del PD. A sostegno dell'area Bersani – Amendola, l' On.le Carmine Nardone, Aniello Troiano, Sergio Tanga, e tutti coloro che hanno veramente creduto in questo progetto vincente, che merita di crescere e rafforzarsi sul territorio, determinando una solida base di consensi e di collaborazione per la nascita di un nuovo Partito Democratico. Oggi, abbiamo eletto Vincenzo Amendola Segretario Regionale del Partito Democratico, e Pierluigi Bersani Segretario Nazionale del Partito Democratico, il risultato atteso di chi ha lavorato negli anni, ed ora più che mai, alla costruzione di un Partito a vocazione territoriale, popolare, che incontra la gente e la rende partecipe ai processi democratici, che ritorna nei luoghi di lavoro, che pone al centro del dibattito politico-istituzionale i bisogni di tutti, e non di pochi privilegiati, in grado di determinare una reale opposizione al governo attuale di centro-destra. Rinnovo gli auguri ai neoeletti alle cariche regionali e nazionali, affinchè siano portatori delle istanze del nostro territorio, ed espressione di un Partito che vuole fare, che parla di innovazione, di giovani, di sviluppo, di dinamismo istituzionale su temi di rilevanza sociale, di concretezza nelle politiche che adotta, di ambiente e sostenibilità, di legalità...che porta avanti scelte determinanti e che continua ad essere il progetto da cui l'Italia, e la Campania intendono ripartire!

Giulia Falato

sabato 24 ottobre 2009

FRANCESCHINI E “FRANCESCHIELLI”

Ogni elezione è una competizione e la competizione comporta “forzature”, qualche colpo a sorpresa, anche “basso”, ma non può trascendere la correttezza, soprattutto se le persone terze chiamate in causa sono estranee alla realtà locale.

E’, pertanto, poco credibile il comunicato del PD, allegato al fac-simile, diffuso in ogni dove, a firma del Segretario uscente Franceschini che invita gli elettori a votare “direttamente” per se stesso.

Franceschini è persona corretta e sappiamo che non può incappare in un infortunio del genere. Dal suo sito ufficiale, infatti, dice: “Scegli il tuo Segretario tracciando un unico segno su una delle liste ad esso collegate”.

Chi ha prodotto il comunicato fasullo non mette in buona luce il candidato Franceschini e se medesimo.

Il Partito Democratico può essere il partito di BERSANI, come ci auguriamo, o di Franceschini, ma non dovrà mai essere il partito dei “Franceschielli”.

Liste  “Con BERSANI verso il futuro”  “Essere Democratici”

Estirpare le estraneità pericolose

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Corre una voce, flebile ma infida come il venticello della calunnia, come l’aria mefitica della vendetta, pericolosa non tanto per il contenuto, ma perché democraticamente delegittimante per il Partito Democratico. Si vocifera, dunque, che all’indomani del 25 ottobre 2009 all’assessore alla cultura della provincia di Benevento, ing. Carlo Falato, possa essere revocata la titolarità della funzione assessoriale. Motivazione: essere a favore della mozione Bersani ed essersi attivato politicamente nell’ambito del circolo di Guardia Sanframondi a favore di tale mozione, quanto l’intera rappresentanza del PD in consiglio provinciale, il presidente della provincia beneventana Cimatile e il coordinamento provinciale sono a favore della mozione Franceschini.
Una sorta di reato di lesa maestà di medioevale memoria.
Fin qui le voci, vere o presunte che siano si vedrà successivamente.
La riflessione e le conseguenze possibili che la fondatezza di tali voci comporta investono, però, drammaticamente lo stato della nostra democrazia e del PD stesso.
Viviamo ancora, o non più, in un paese realmente libero dove ogni cittadino può esprimere le proprie opinioni, le proprie convinzioni politiche, sociali, culturali, religiose e scegliersi liberamente i propri rappresentanti senza incorrere nelle ire e nella vendetta del “ sovrano” ?
Dalle voci circolanti, sembra sconfortantemente di no! La struttura monolitica del PD beneventano sembra non permetta, non “ tolleri”, posizioni diverse all’interno della sua struttura di comando e che veda ogni differenziazione come una estraneità pericolosa e da estirpare. Se ciò corrispondesse al vero il PD non sarebbe più un partito, e democratico per giunta, ma un gruppo, una congrega chiusa in se stressa dove non sono ammesse voci dissenzienti, ma solo uniformità alla posizione dominante.
Si rende conto il PD di Benevento che, qualora le voci in questione si dimostrassero vere, perderebbe ogni credibilità democratica?
Non ammettendo posizioni diverse, non solo si negherebbe quella pluralità ideale che è la vera novità del PD, proclamata da Franceschini stesso con l’indicazione dei suoi due vice, un esponente di origine africana e una donna, ma si porrebbe il partito di fatto al di fuori della tradizione delle moderne democrazie occidentali.
E’ questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri concittadini già delusi dalle le quotidiane vicende di mala-politica?
All’assessore provinciale Falato diciamo di stare comunque sereno e di lavorare fattivamente nel ruolo istituzionale a cui è stato chiamato, a prescindere dall’esito congressuale del PD: è assessore della comunità sannita e non del partito democratico anche se da questi indicato.
Se poi in sede regionale e nazionale dovesse prevalere la mozione Bersani, allora la sua serenità sarà maggiore: l’opportunismo dei nostri eroici dirigenti provinciali farà tramutare il luccichio delle loro lame in smaglianti sorrisi al carro del vincitore.
Angelo Mancini

venerdì 23 ottobre 2009

La sede de 'icoraggiosi'

 

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“Avevamo necessità di ritrovarci in un luogo fisico, avevamo la necessità di una sede che potesse accogliere le nostre esigenze organizzative e partecipative” - esordisce così Mario Plenzick presidente dell' Associazione nel presentare l'iniziativa dell'apertura della sede de icoraggiosi - "La nostra associazione, com’è noto, persegue obiettivi e pratiche per promuovere l’impegno culturale, politico e civile nelle comunità e sui territori e vuole riaffermare, in particolare, il valore della politica come forma di volontariato che sappia essere strumento di crescita sociale oltre che di composizione e mediazione di esigenze e attese dei cittadini” - e nel proseguire rileva - " ... La sede, favorirà sicuramente il raggiungimento di questi obiettivi stimolando il dibattito sulle vaste problematiche del nostro tempo e su quelle più ravvicinate d’interesse nazionale e locale"

L' inaugurazione è prevista per   Domenica 25 ottobre alle  ore 11,00  al  Corso Umberto I, n° 134  in Guardia Sanframondi.

giovedì 22 ottobre 2009

Il buon pastore

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(Immagine del fotografo Jose Luis Rodiguez)

Dopo che gli assessori Raffaele Garofano e Giovanni De Blasio hanno ritenuto, con un semplice ragionamento, di avviare e favorire, con le loro dimissioni, la più ampia possibilità di un negoziato, adesso, a questo punto, con questa situazione tutti, ma proprio tutti, dovranno dire chiaramente qual è l’obiettivo cui si punta. E lo dovranno esternare non con i sapienti giochi sotterranei o davanti  a caminetti organizzati con il primo freddo di questi giorni, ma assumendosi pubblicamente ogni sorta di responsabilità politica.

I problemi sollevati (come dice Angelo Mancini in un suo delizioso commento) non possono più essere nascosti entro una cortina fumogena. Non c'è più il lupo, riusciranno gli "agnelli" a produrre qualcosa di buono per la nostra collettività?

In questa situazione capiremo e, capiranno tutti, chi vuole che questa comunità continui a vivere, a sopravvivere e lottare e chi, di contro, vuole definitivamente affossarla in nome di un’avida guerra fratricida.

Ma la chiave di lettura potrebbe, come spesso accade,  essere, invece, molto più semplice e stupefacente del previsto, ci troviamo, lontano dalla metafora di fronte ad ‘agnelli’ veri, capaci di riunirsi, belare e ruminare politichese; ma non a ragionare e confrontarsi politicamente. Allora, possibilità vere e serie potrebbero non esserci ... questi sono gli uomini che la nostra collettività riesce a far emergere ... e da questi uomini deriva questa gestione.

mercoledì 21 ottobre 2009

Si dimette anche Giovanni De Blasio

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Con una lapidaria missiva di cinque righe l’Assessore Giovanni De Blasio rassegna le dimissioni.

… Con la presente comunico le mie dimissioni da assessore e rinuncio alle deleghe assegnatemi. Le motivazioni, che condivido, sono quelle già espresse dall’Assessore Ing. Garofano, al quale va la mia solidarietà… - inizia così la nota di dimissioni -.

Giovannni De Blasio pone l’accento nella comunicazione sulla diversa visione degli obiettivi strategici per la comunità che hanno caratterizzato il travagliato rapporto nell’esecutivo. Infine rileva come sarebbero irrealizzabili obiettivi minimi per un’amministrazione costretta a inseguire emergenze continue e mente si vive un clima di perenne crisi politico-amministrativa e di continua insoddisfazione da parte dei cittadini.

PRESENTATO IL CRONOPROGRAMMA DEL PROGETTO "SCUOLE APERTE" 2009/2010


Le attività avranno inizio a fine ottobre e termineranno il 20 giugno

L'articolato cronoprogramma attività del progetto "Scuole aperte" 2009/2010 è stato presentato dall'Istituto Comprensivo Statale "Sebastiano Guidi" di Guardia Sanframondi (Benevento).
L'iniziativa, promossa dalla Regione Campania e dall'assessore regionale all'Istruzione Corrado Gabriele, è tesa a prolungare l'apertura delle istituzioni scolastiche, d'ogni ordine e grado, oltre l'orario curriculare, con l'intento di rafforzare la funzione di centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio e di formazione di cittadinanza attiva.
Un progetto, quindi, che rafforza sul territorio della regione la presenza delle istituzioni, i cui risultati riguardano effetti concreti per quanto attiene: la legalità, la tutela dall'ambiente, il disagio giovanile, i fenomeni di microcriminalità e di vandalismo e l'aggregazione tra famiglie intesa anche come partecipazione alla vita del territorio.

"La nostra azione - ha spiegato Antonio Giordano, Dirigente dell'istituto Guidi - è strutturata su Scuola, Integrazione, Ambiente e Legalità, con laboratori di Teatro, Pittura e Ambiente, e nei moduli Ambiente e Mondo delle fiabe. Tutti proposti per prevenire la dispersione scolastica, migliorare l'integrazione nella comunità locale e scolastica degli extracomunitari e favorire una più proficua conoscenza degli usi e dei costumi del territorio".

Alle diverse attività parteciperanno: 150 alunni interni e studenti con disabilità; 10 alunni a disagio sociale inseriti in un progetto di recupero tra ente locale e provincia 100 alunni Istituto comprensivo di Ponte; 10  extracomunitari (in maggioranza trattasi di donne badanti); 50  adulti esterni alla scuola e genitori di alunni. Inoltre saranno coinvolti: i comuni di Guardia Sanframondi e San Lorenzo Maggiore, gli studenti del Liceo Scientifico Statale e le associazioni culturali: Uisp  Arciguardia, Gruppo di teatro i Madreterra, La Misericordia di Guardia Sanframondi, Circolo Viticoltori, "I coraggiosi" e "Libero Teatro".

Sandro Tacinelli
ufficio stampa: Istituto Comprensivo Statale "Sebastiano Guidi"
tel.0824864016 - e-mail: icguardia@tin.it

lunedì 19 ottobre 2009

Le protocollate dimissioni

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Ricevo una insolita quantità di telefonate per effetto delle mie protocollate dimissioni da assessore della giunta Ciarleglio. Mi trovo obbligato a dare ragione di questa azione ad ogni amico che mi contatta. Ritengo, a questo punto, doveroso, prima che si diffondano interpretazioni capziose ed interessate, consegnare qualche riflessione aperta.
In una riunione del gruppo consiliare del PD con l’assemblea del partito, è scaturita la decisione di avviare un ampio giro di consultazioni per capire se ci sono le condizioni perché si ricomponga una maggioranza consiliare che consenta di portare avanti la consiliatura, atteso che lo sforzo prodotto dallo stesso gruppo per cercare di garantire comunque una azione amministrativa, anche da posizione di minoranza e dopo mesi di stallo, sbatte violentemente contro la realtà. (Sono stato contrario, a suo tempo, ad una soluzione del genere perché ritengo che la prima analisi delle questioni sul tavolo spetti a coloro che poi dovranno convivere per risolverle. Non si è potuto o voluto fare allora, ma anche in quest’altra ipotesi, alla fine, sempre a quel punto bisognerà arrivare). Alcune cose si sono fatte, sia pure con grande affanno, ma alla prova del dibattito in consiglio comunale sono miseramente naufragate: è il caso del piano per la dismissione di beni comunali che non è stato possibile approvare e che ha visto tra l’altro, tra i pareri sfavorevoli, motivazioni davvero stupefacenti; è il caso, da ultimo, della salvaguardia degli equilibri di bilancio e del riconoscimento dei debiti fuori bilancio che hanno visto /l’uscita, per dichiarati motivi personali, del gruppo “Guardia Libera” e, successivamente, l’abbandono da parte dei gruppi “UDEUR” e “Popolo della Libertà” con conseguente mancanza del numero legale e scioglimento della seduta,/come già ho avuto modo di scrivere.


1) Il tentativo posto in essere poteva avere una probabilità di successo se si fossero verificate alcune condizioni fondamentali: da una parte la più grande solidarietà, lealtà e trasparenza nell’azione amministrativa e, dall’altra, coinvolgimento sulle progettualità dell’intero consiglio. Si ritiene, evidentemente, che almeno qualcuna di queste condizioni non si sia verificata. O, forse, non si potevano affatto verificare, neppure in una situazione complessa, perché, da che esiste la politica, non c’è forza che, per quanto generosa, lasci in vita una minoranza.


2) Tra gli altri motivi, però, quello che ritengo fondamentale è che è in atto, da alcuni anni, una guerra fratricida, sorda e senza quartiere che ha motivazioni profonde. Sarebbe ben curioso che le scelte strategiche di un partito, nella fattispecie l’UDEUR, fossero assunte sull’onda dell’emozione suscitata da un volantino. Non è credibile. E, allora, ci deve essere dell’altro. Le persone io le conosco e so dove sono nate politicamente: sono nate nella Democrazia Cristiana. Una di esse, anzi, è stata il segretario dell’ultima Democrazia Cristiana a Guardia. Hanno aderito, poi, al Partito Popolare ed infine alla Margherita. E qui si interrompe un percorso che naturalmente avrebbe dovuto condurre al Partito Democratico. Perché queste persone non sono dirigenti, come sarebbe dovuto essere logico, del PD? La ragione è molto semplice: perché sono andate via dalla Margherita, ovvero, come più volte esse stesse hanno dichiarato, sono state costrette ad andarsene. La politica, si sa, è fondamentalmente gestione del sottogoverno. Molti di coloro che “fanno politica” hanno aspirazione alla gestione del sottogoverno che è in sé legittima quando implica una rotazione negli incarichi. Quando, invece, questi sono appannaggio sempre dello stesso dirigente, fatalmente si conduce all’asfissia chiunque tenti di emergere e si dice in gergo che “non si fa crescere nessuno”. A Guardia , poi, si è raggiunto il parossismo, tanto che si tenta in ogni occasione di costruire partiti a base familiare per non avere antagonisti. Questo è successo a queste persone, che tecnicamente sarebbero dovute essere non solo dalla mia parte, ma nel mio stesso partito e che ora mi ritrovo addirittura nello schieramento opposto. Chi porta questa responsabilità dovrebbe fare molti “mea culpa” ma temo che il pelo sullo stomaco sia troppo spesso perché questo avvenga. E anche perché, se le cose si manipolano, come di prassi, a dovere, si può far apparire ragione anche il torto più marcio. Di qui la guerra. Della quale la prima vittima sono stato io stesso. Ma non tanto per il venir meno alla parola data per iscritto, quanto per la mancanza di rispetto che colpiva direttamente la mia immagine. Ma, come si dice, chi più capisce più deve comprendere. Ed è toccato a me comprendere. Adesso,tuttavia, sono stanco di questo scontro che non finisce più e che va a tutto detrimento della collettività. E’ venuto il momento di dire chiaramente qual è l’obiettivo a cui si punta.


3) Sulla scorta dell’orientamento emerso nella riunione di cui innanzi, ho ritenuto, con un semplice ragionamento, che la nostra delegazione dovesse avere la più ampia possibilità di negoziato e ciò si può ottenere con un azzeramento dello status quo. Io ho fatto la mia parte, autonomamente perché sono stanco anche delle soverchie chiacchiere inconcludenti. Mi auguro che anche gli altri facciano altrettanto. Semplicemente, per quanto mi riguarda, il problema della rinuncia a qualcosa non verrà a cose fatte.

Raffaele Garofano

Il rispetto della decisione

L’Associazione prende atto della decisione del Comitato dei Riti di penitenza.

Il 25 luglio 2009, l’associazione de ‘icoraggiosi’ aveva, con una proposta pubblica, una lettera alle amministrazioni locali e ai politici, sollevato il dibattito intorno alla proposta dell’inserimento dei riti settennali di penitenza nell’elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco. Questa iniziativa e la relativa proposta erano state, poi, ripresa dalla stampa e dal web che ne hanno alimentato il dibattito.

Il 16 ottobre 2009 con un comunicato redatto e diffuso dal Dott. Luca  Iuliani Responsabile dell’Ufficio Stampa Comitato Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta si precisava che:

…’Dopo ampia e serena discussione si è deciso di rimandare la trattazione dell’argomento a dopo la celebrazione dei Riti del 2010 che si terranno da lunedì 16 a domenica 22 agosto 2010. La principale motivazione che ha spinto il parroco, Padre Filippo Di Lonardo presidente del Comitato dei Riti di Penitenza, ed i venti membri dello stesso, cinque per ognuno dei quattro rioni Croce Portella Fontanella e Piazza, ad affrontare la proposta “a bocce ferme” è dovuta al fatto che adesso i tempi per la cadenza settennale dei Riti si sono fatti molto stretti e c’è appena il tempo per preparare al meglio questa antichissima manifestazione da ogni punto di vista in specie quelli organizzativo e spirituale ‘…

Questa associazione ha voluto stimolare il dibattito sulle problematiche importanti dei riti settennali di penitenza nell’elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco. Oggi, prende atto e rispetta quanto deciso dal Comitato dei Riti settennali

Il nostro contributo, come associazione, si esaurisce qui, solo se eventualmente richiesto, saremo disponibili a dare il nostro supporto sia materiale sia d’idee.

Vogliamo, infine, ringraziare Padre Filippo Di Lonardo presidente del Comitato dei Riti settennali, i membri dello stesso e tutti coloro che, con interesse, hanno voluto leggere nella nostra proposta un momento di crescita effettiva sia della nostra Comunità sia di conservazione di questa nostra antica pratica religiosa.

Il presidente Associazioene ’icoraggiosi’ Mario Plenzick

venerdì 16 ottobre 2009

Le strade percorribili

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Gli accadimenti dell’ultima seduta del Consiglio Comunale del 13.10.2009 evidenziano con chiarezza estrema l’inagibilità politica da parte di una maggioranza (minoranza) che pure si era assunto un onere teso a rappezzare una situazione che avrebbe richiesto, in sé, per le questioni in atto, un largo e
comunque gravoso impegno.
Le sole questioni dei debiti fuori bilancio nascenti, come più volte evidenziato,
dagli espropri del 1985, mai definiti, per la costruzione della Caserma dei Carabinieri e per la costruzione delle case popolari di via Sant’Antuono, di quelli già pagati ed in corso di pagamento risalenti agli stessi anni ’80, della rinegoziazione dei mutui del 1996, che costerà dal 2008 al 2016 un milione di
euro al Comune, richiederebbero sostegno ed impegno, sia dell’intera amministrazione, sia di chi di tanto è responsabile ed ancora oggi è classe dirigente di questo paese.
Bisogna constatare, purtroppo, che prevale l’interesse a realizzare disegni personali o di gruppo. Di fronte al riconoscimento dei debiti fuori bilancio per oltre 242.000 euro, c’è stata l’uscita dal Consiglio, per dichiarati motivi personali, del gruppo “Guardia Libera” e successivamente l’abbandono dei gruppi “UDEUR” e ”Popolo della Libertà”, con conseguente scioglimento della seduta.
Stante questa situazione, le strade percorribili sono due: l’allargamento della maggioranza se il Sindaco vorrà perseguirla, ovvero le dimissioni dello stesso.
Bisogna constatare, altresì, che il tentativo di portare avanti una  amministrazione in minoranza su progettualità di interesse collettivo, e sulle basi dette, non è realizzabile e a niente valgono sostegni estemporanei che non garantiscono alcuna efficacia e nessuna efficienza. Ne sia esempio l’impossibilità, da cinque mesi e per le stravaganti argomentazioni riportate anche in consiglio, di approvare il piano delle dismissioni di beni del Comune
che avrebbe dovuto concedere ristoro alle esauste casse comunali.


Raffaele Garofano - consigliere comunale di Guardia Sanframondi

Dopo i riti 2010 la discussione Riti - Unesco

La proposta per l'inserimento dei riti settennali nell'elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, è stata posta, su richiesta, all’ordine del giorno di uno degli incontri checlip_image001periodicamente tiene il Comitato dei Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta, una antichissima ed importante manifestazione di fede di cui i guardiesi e i devoti dell’Assunta devono andar fieri.

Dopo ampia e serena discussione si è deciso di rimandare la trattazione dell’argomento a dopo la celebrazione dei Riti del  2010 che si terranno da lunedì 16 a domenica 22 agosto 2010. La principale motivazione che ha spinto il parroco, Padre Filippo Di Lonardo presidente del Comitato dei Riti di Penitenza, ed i venti membri dello stesso, cinque per ognuno dei quattro rioni Croce Portella Fontanella e Piazza, ad affrontare la proposta “a bocce ferme” è dovuta al fatto che adesso i tempi per la cadenza settennale dei Riti si sono fatti molto stretti e c’è appena il tempo per preparare al meglio questa antichissima manifestazione da ogni punto di vista in specie quelli organizzativo e spirituale. Ogni comitato rionale dovrà rivedere i misteri di penitenza e di comunione che intende presentare, di ciascuno dovrà trovare tutte le persone che ben figurino nei quadri plastici che saranno oltre cento. Bisognerà pensare agli abiti di sartoria, ai vari e diversi strumenti da utilizzare nei misteri, alle tabelle enunciative che lo precedono. Bisognerà formare i quattro cori rionali, dare incarico ai maestri per i testi e le musiche, indicare il direttore del coro, far imparare i canti. Non va dimenticata poi la preparazione spirituale fatta di missione al popolo, penitenza, confessione, comunione, prediche, sermoni e veglie. Un insieme di cose che dovrà essere compiuto in meno di un anno ed essere pronto per la settimana dal 16 al 22 agosto 2010, quando una marea di fedeli confluirà nella Basilica Santuario dell’Assunta di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento, per rendere e chiedere grazie alla Vergine loro protettrice.

Per quanti volessero utilizzare foto possono collegarsi al sito http://www.ritisettennali.altervista.org/index.html, link creato dall’amico Giovanni Lombardi che ha messo a disposizione il suo archivio e la sua professionalità. Gliene diamo atto e lo ringraziamo.

Luca Iuliani  Responsabile Ufficio Stampa Comitato Riti Settennali di Penitenza in onore dell’Assunta

Approfondimenti:

venerdì 9 ottobre 2009

La fiduciosa attesa

COMITATO CIVICO ''NO ALLA CHIUSURA DELL'OSPEDALE MARIA DELLA GRAZIE DI CERRETO SANNITA''

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Nella mattina di ieri 7 ottobre, una delegazione del Comitato Civico si è recata dal Sindaco di Cerreto Sannita,  Pasquale Santagata, presso la Casa Comunale, per informarsi su quanto era stato deciso nel vertice tenutosi il giorno precedente tra l'Assessore Regionale alla Sanità e il consulente del Commissario ''ad acta'' On. Bassolino ed i sindaci di Cerreto Sannita e Sant'Agata dei Goti. Quanto appreso è stato poi discusso in un incontro tra il Comitato ed i suoi sostenitori.

La sensazione registrata è di fiduciosa attesa in quanto il vertice istituzionale ha posto in evidenza l'esigenza di definire in tempi brevi una soluzione che contemperi le necessità dei due territori; pur tuttavia il Comitato resta vigile sui futuri sviluppi. Và comunque detto che dispiace leggere di presunte rivalità tra le due cittadine di Cerreto e Sant'Agata dei Goti, mai esistite, in verità, tanto quanto non ci risultano sfide perse o vinte.l

la Presidente Signora Giuseppina Iannotti

domenica 4 ottobre 2009

Erano venti …giovani e belli…

 Lista accettazione candidature 011
Ne bastavano 20! Occorrevano solamente 20 deputati della minoranza per non approvare in parlamento il tanto vituperato decreto sullo scudo, che tanto ha fatto stracciare le vesti per lo sdegno all'opposizione. E invece?! Assenti 25 deputati del PD, 7 dell'UDC, 1 dell' Italia dei Valori.
Risultato: legge approvata! Molto rumore mediatico vanificato al momento cruciale del voto, tanto da far esclamare allo stesso Di Pietro: " è un indulto bipartisan".  Non è un semplice incidente di percorso, ma un vero e proprio tradimento dei doveri parlamentare e a niente valgono le giustificazioni di missioni all'estero le quali,in talune occasioni come queste, assumono più i caratteri di un comportamento pilatesco che di vero espletamento del mandato
parlamentare. Quanto è successo, allora, è gravissimo! Le defezioni di deputati PDL avrebbero potuto affossare questo decreto iniquo, che premia per l'ennesima volta furbi evasori, e, invece, grazie proprio ad esponenti di quel partito che più si è speso contro questo decreto salva-criminali, chi ha pagato correttamente le tasse si vedrà, ancora una volta, sbeffeggiato e ridotto al ruolo di tontolone per non aver capito come vanno le cose in Italia.
Come vivranno l'accaduto quelle migliaia di cittadini italiani che hanno firmato la petizione contro l'introduzione di questa sanatoria fiscale? Cosa penseranno eventualmente del Pd? A niente valgono le sanzioni paventate dal coordinatore Franceschini contro questi poco onorevoli assenti. Il danno prodotto è enorme sia per il paese,che vede ancora una volta premiati comportamenti fraudolenti,
sia per il partito, che subisce un discredito enorme con la sua condotta  ambivalente.
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare! Purtroppo per i cittadini, qui il mare è quello turchese delle isole paradiso-fiscale dove nuotano anche amici dell'opposizione.
Angelo Mancini

sabato 3 ottobre 2009

Goffo e inopportuno

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Ciao Coraggiosi!
Le parole dell'onorevole Mario Pepe appartengono alla classica retorica comiziale o precongressuale dell'enfatizzare in modo parossistico le proprie tesi e posizioni e demonizzare la controparte prefigurando tristi e sciagurati scenari futuri nel caso di una sua vittoria. E' il classico can per l'aia: si abbaia più per richiamare l'attenzione che per azzannare e mordere il malcapitato
che transita nei paraggi. Minacciare ipotesi di scissione nel caso dell'affermazione della controparte politica non è nè elegante nè democraticamente corretto: forse il nostro onorevole è abituato a rispettare il responso democratico solo quando è in suo favore! Ora che si prospetta una sconfitta mal sopporta di diventare minoranza ben conoscendo le modalità con cui ha trattato le sue minoranze.
Al di là del modo goffo e inopportuno con cui ha esternato le sue paure, va detto che non è il solo a paventare simili scenari. Le stesse "paure" sono state espresse da altri esponenti cattolici del PD e da Francesco Rutelli, folgorato qualche anno fa sulla via della Riconciliazione: Roma val bene una messa!


Forse, meno prosaicamente, stiamo solo vivendo un momento di chiarezza. Finalmente si pone il problema dell'identità del Partito Democratico. A lungo elusa, la questione oggi si pone in tutta la sua inevitabilità e necessità. Sin dai primi momenti di vita del PD, ma anche nelle discussioni che ne hanno generato la nascita, la discussione sull'identità del nuovo partito è stata sempre affrontata in modo propagandistico e demagogico, mai in modo realistico e ideale. Non abbiamo sin qui assistito alla nascita di un nuovo soggetto politico, ma all'unione, alla fusione, di due entità che per più di 50 anni erano state contrapposte. Non si abbandonavano le rispettive posizioni in favore di una nuova prospettiva ideale, ma si facevano vivere all' interno del partito conflittualità che oggi non possono più convivere.
Sarebbe,quindi, auspicabile che questo congresso ponesse e risolvesse finalmente le problematiche connesse alla sua identità e che la nuova leadership fosse espressione di un gruppo nuovo, di nuove idealità, capace di guardare avanti, accantonando le differenziazioni storiche che di certo non rendono un partito nuovo, ma una raffazzonata e incongrua aggregazione. Se le contrapposizioni saranno insanabili, come obietta l'onorevole Pepe, avremo perso una grande opportunità di costruire un moderno partito progressista, moderno e attento al sociale, ma non faremo drammi. Altri, come l'onorevole Pepe, porteranno per il resto della propria vita il rimpianto
e la responsabilità per l'opportunità mancata. La stoffa è buona, speriamo in un sarto all'altezza!