domenica 22 novembre 2009

L’elemento di chiarezza dovuto a tutti guardiesi

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In qualsiasi confronto, io cerco sempre di seguire un tirocinio che, parafrasando uno dei padri del nuovo c.p.p. italiano, sia guidato da una regola fondamentale: dire tutto l’importante, con parole autentiche, scrivendo (o parlando) poco e chiaro [1]. Pertanto, raccolgo l’invito del Consigliere Comunale Ludovico Prete e rendo ancora più esplicita la mia posizione circa l’ amministrazione di cui sono parte e, più in generale, rispetto alla cosiddetta politica che si è praticata, che si pratica e che si vuol continuare a praticare in questo paese.

Anch’io sento dire ancora una volta, l’ennesima, che questa amministrazione non è che sia proprio ferma, ma per scovare quel “qualcosa” che ha fatto, bisogna essere degli abili rabdomanti della politica perché, in superficie, l’opinione dominante nella nostra comunità è un’altra: si vuole continuare a “sopravvivere istituzionalmente” fino a quando la ricerca (a volte mirata, a volte random) del cosiddetto capro espiatorio non giungerà a buon fine e si potrà tornare alle urne, tutti (in)soddisfatti.

Certo, le ragioni di questa situazione sono molteplici (e spesso non di natura politica), ma un dato non può essere messo in discussione: fin dall’inizio di questa esperienza amministrativa, sono mancate chiarezza e lealtà tra tutti i protagonisti e, in particolar modo, da parte di chi poteva e doveva essere il garante della coalizione che aveva vinto le elezioni.

Questa è, a mio avviso, l’unica vera causa della stagnante situazione politica che è sotto i nostri occhi. Non si spiega, infatti, come sia stato possibile che una maggioranza, legittimata da un notevole consenso elettorale, che ha avuto la fortuna di sedere in un Consiglio Comunale senza opposizione (perché divisa fin dal primo momento), non sia stata in grado di mettere in atto una efficace azione amministrativa.

Si dice, poi, che il rimedio è peggiore del male perché le elezioni anticipate sono addirittura “il disconoscimento delle regole democratiche”, ma allora devo dedurre che l’Italia è un paese totalitario, visto che, tranne il precedente governo Berlusconi, mai nessun governo nazionale è arrivato alla scadenza naturale del mandato elettorale! Va detto subito, però, che se il voto, oltre ad essere personale, uguale e segreto, non è soprattutto libero, come recita la nostra Costituzione, ma trova sempre la sua ragion d’essere nelle aspettative di coloro che vogliono essere clientes [2] a tutti i costi, allora forse è meglio non votare mai più.

Ciò posto, ritengo che non solo questo, ma nessun governo di Guardia Sanframondi, potrà essere “giusto” [3] senza un nuovo contratto sociale tra la politica e il cittadino, basato sui principi minimi della convivenza civile: a) il principio di imparzialità (inteso come l’adozione di metodi di esercizio del potere e della politica che evitino favoritismi preferenze e/o discriminazioni); b) il principio di legalità (inteso come l’obbligo di sanzionare con gli strumenti previsti dal Legislatore chi, senza giustificato motivo o per negligenza o per incapacità, non rispetta le regole).

Forse, come dice la canzone, I’m dreamer, perché penso ancora che politica derivi da polis e non sia mera aspirazione al potere (Max Weber), ma qualcuno mi smentisca con fatti e non con effetti speciali, affinché non debba convincermi definitivamente come Saint-Just che il popolo ha un solo nemico davvero pericoloso: il suo governo.[4]

In definitiva, ogni giorno che passa in questa ridente cittadina sui colli del Sannio, mi rendo conto che “lo spazio dell’esperienza oltrepassa l’orizzonte delle aspettative” [5], cosicché, mentre noi aspettiamo la Divina Provvidenza, discutendo di aritmetica politica, il mondo continua a correre in tutt’altra direzione.

Chiudo con una notazione personale: non sono un aspirante suicida, sempre in procinto di tagliarsi le vene, come qualche amico mi ha fatto notare anche in occasione della mia lettera di dimissioni da Assessore, e quindi, per una volta, voglio essere ottimista: se la sindrome di Stoccolma e il virus del potere per il potere continueranno a proliferare nella nostra comunità, assisteremo presto ad allegre e patologiche interpretazioni della realtà politica: spero negli anticorpi dei nostri concittadini.

Il Consigliere Comunale  Giuseppe Falato


[1] Franco Cordero, Procedura Penale, Roma, 7ª edizione.

[2] Soggetti non di condizione servile, ma nondimeno posti in condizione di sudditanza verso un patronus cui dovevano obbedienza: Dizionario Giuridico Romano, Napoli, 3ª Edizione.

[3] Per il concetto di giustizia come equità v. John Rawls, A Theory of Justice, Harvard College,1972, trad. italiana Milano 2009. Questo libro dovrebbero leggerlo tutti quelli che si definiscono democratici.

[4] AA.VV. , Il pensiero politico dall’antichità a oggi, Milano, 1996.

[5] Reinhart Koselleck, Futuro Passato, Genova, 1986.

sabato 21 novembre 2009

In bocca al lupo

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Prendiamo atto dell’invito del Consigliere Ludovico Prete a essere di supporto a quest’amministrazione, ma ripetiamo quanto già detto in altre occasioni e cioè che l'associazione icoraggiosi, come recita il suo statuto, promuove l'impegno culturale, politico e civile nelle comunità e sui territori; riaffermando, in particolare, il valore della politica come forma di volontariato che sappia essere strumento di crescita sociale oltre che di composizione e mediazione di esigenze e attese dei cittadini.

Riaffermiamo che in più occasioni (vedi la sezione Proposte sul nostro sito) ci siamo fatti promotori d’iniziative volte a concretizzare e/o programmare interventi qualificanti per il nostro territorio e che questo è l’unico ruolo che vogliamo svolgere. Nel rispettare sia le decisioni altrui che tutte le istituzione vigenti, chiediamo che altrettanto sia fatto nei confronti dell’Associazione per cui sottolineiamo che:

  • I soci nella loro libertà e arbitrarietà possono far parte di qualsiasi partito o movimento politico;
  • L'associazione non intende assolutamente essere un partito politico ma vuole continuare a intendere la politica come volontariato senza dipendere da niente e nessuno se non dalle proprie idee e progettualità;

Detto questo nell’augurare all’amico Ludovico un in bocca al lupo per tutto quello che si prefigge di realizzare, invitiamo tutti i partiti, le associazioni, i movimenti e ogni singolo cittadino a pensare, progettare e programmare il futuro di questa nostra terra.

A breve avvieremo un ciclo d’iniziative volte a definire con precisione quale sviluppo immaginiamo per questo nostro Sannio. Siamo interessati ad affermare il principio della democrazia come partecipazione alle decisioni senza soffermarci su chi o cosa sarà chiamato a realizzarle.

Crediamo fermamente che il nostro territorio abbia delle potenzialità immense e che nello stesso tempo ci sono altrettante persone capaci di rivalutarle. Continueremo a essere propositivi, a criticare in modo costruttivo e a denunziare ogni atteggiamento che si discosta dalle regole del vivere e prosperare insieme.

Associazione coraggiosi   Il Presidente   Mario Plenzick

giovedì 19 novembre 2009

A Guardia uno dei quattro Uffici informativi sanniti

La sede dell'Ept di Benevento

La Regione Campania ha stipulato un protocollo d’intesa con l’EPT di Napoli per l’individuazione e realizzazione sul territorio provinciale campano di una rete di Uffici punti informativi per il turismo, ne sono previsti quattro sul territorio sannita  di cui uno sarà istituito a Guardia Sanframondi. Già in passato Carlo Falato assessore alla Cultura della Provincia di Benevento precisava  che:  “Il Sannio, grazie alla ricchezza naturalistica e storica del suo territorio, rappresenta un’offerta turistica della Campania diversificata. Dal percorso religioso o via della fede con Pietrelcina e Guardia Sanframondi, alla storia romana della via Appia con Benevento e Montesarchio e una ricchezza diffusa di borghi autentici lungo la via Latina con importanti tradizioni artigianali e storiche, oltre ad un’offerta enogastronomica che spazia dal vino aglianico alle carni pregiate. Ha inoltre degli attrattori importanti come le terme di Telese e centri storici di esclusivo pregio architettonico come Sant’Agata dei Goti e Guardia Sanframondi”

La scelta di Guardia accelera quel progetto strategico di valorizzazione del territorio, attraverso una rete che favorisce la connessione tra aree naturalistiche, borghi d’interesse storico, siti archeologici e percorsi religiosi, puntando l'attenzione su un turismo di qualità, di nicchia e non di massa, che evidenzia le peculiarità e le tipicità locali, spesso sconosciute a viaggiatori e turisti.

Va sottolineato che la realizzazione a Guardia Sanframondi di un punto informativo per il turismo rianima e riaccende il dibattito intorno alla crisi che in questi giorni attanaglia l’amministrazione guardiese guidata da Ciarleglio. I maligni affermerebbero che l’assessore provinciale e il gruppo che lo sostiene siano passati a ‘riscuotere’ dopo l’impegno profuso con le primarie del PD e il sostegno a Bersani.

mercoledì 18 novembre 2009

Non c'è niente da dire

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Lo scenario è di quelli da lasciare senza fiato per qualche secondo ... la domanda si trasforma in una constatazione di fatto ... quasi in certezza ... vuoi vedere che in questo paese non c'è più niente da fare ma, sotto sotto, non c'è neanche più niente da dire? Ma andiamo per ordine.

Un cittadino ha il diritto di conoscere le risposte della politica e dei partiti alle grandi e/o piccole questioni che riguardano la sua vita, la sua comunità. Dalle risposte che la politica, in un particolare momento gli sa dare, può desumere parametri che adatta alla sua esperienza per trovare il suo filo nel labirinto della vita. La politica e gli uomini che sanno fornire quei fili e dare risposte, guadagnano legittimazione e autorevolezza ... Ma qui nessuno prende una posizione e chiarisce un suo pensiero.

Certo la vita di questa comunità, a ben guardare , è strana e sorprendente: Viviamo una crisi amministrativa grave e paralizzante, una ampasse che danneggia la politica, l'economia e la qualità della vita dei guardiesi. Eppure non si muove nulla! Non si muovono i partiti, non si muovono i soggetti che ritengono di essere protagonisti, non si muovono le associazioni, non si fanno sentire i cittadini...

Allora delle due l'una o si sta aspettando chissà quali nuove ... (cosa altro dovrà abbattersi sulle nostre povere teste) oppure, non c'è niente da dire. La verità è questa, la politica e gli uomini che ritengono di farla non sanno fornire e dare risposte, né tantomeno vogliono o immaginano di guadagnare legittimazione e autorevolezza.

domenica 15 novembre 2009

A ben guardare… qualcosa c’è da fare…

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Ciao coraggiosi!
Non so se per l'amministrazione comunale di Guardia Sanframondi non ci sia " più niente da fare", come dichiara l'articolo pubblicato sul sito: è un problema esclusivo della ex maggioranza uscita dalle ultime urne comunali. Sono innegabili, però, le contrapposizioni inconciliabili al suo interno che di fatto mettono questa consiliatura nell'impossibilità di lavorare serenamente e con un minimo di produttività e questo mette la comunità di fronte ad alcune problematiche.
In democrazia la sovranità è del popolo che la delega a un gruppo di cittadini espressione della maggioranza: qualora non c'è più la maggioranza la sovranità ritorna al suo legittimo possessore e cioè il popolo. Non esistono deroghe a tale principio; non ci sono scadenze, opportunità, accadimenti di sorta che possono far accantonare questo fondamento dello stato democratico. Se così fosse stato si sarebbe votato una sola volta, la prima, non solo in Italia, ma in tutte le democrazie. Se è legittimo ricercare maggioranze, anche diverse, in consiglio comunale, è doveroso riconsegnare il potere al popolo qualora le varie esplorazioni e i vari tentativi non approdino ad una maggioranza certa e determinata. La fine anticipata di una consiliatura non la si chiede, non la si cerca, è sempre un avvenimento spiacevole per la collettività, ma non la si può nascondere, ne’ viverla e rappresentarla come un dramma epocale della nostra storia foriera di chissà quali tragedie, ne’ considerarla come la fine e la panacea di tutti i nostri drammi sociali.
Bisogna viverla con compostezza, avendo il coraggio di analizzare i motivi di tale insuccesso non per non ricaderci più, ma per programmare meglio l'avvenire della nostra comunità. Non è questo il momento di fare il "pesce in barile", ma è il tempo di guardare avanti, di dare una prospettiva credibile al nostro futuro, di dare fiducia ai nostri concittadini sfibrati e sfiduciati da diatribe vecchie. Qualunque sia lo snodo di questa vicenda, abbiamo la necessità ineludibile di un cambio di prospettive. C'è un orizzonte politico che si sta chiudendo come un cappio intorno alla gola della nostra comunità e noi guardiesi tutti abbiamo il dovere civico di scongiurare questo pericolo.
Angelo Mancini

sabato 14 novembre 2009

Ospedali…

La troupe di “Striscia la Notizia”, il tg satirico di Canale 5, ha visitato il 20 Ottobre scorso il nuovo ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori di Sant’Agata de’ Goti (BN). L’inviato Luca Abete,  è entrato nella struttura, al momento ancora chiusa. Poi ha visitato anche l’ospedale di Cerreto Sannita. Ecco il servizio andato in onda:

venerdì 13 novembre 2009

Non c’è più niente da fare

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Il gruppo alla guida della nostra comunità, sin dal giorno del suo insediamento, non è stato capace d’essere operativo, di lavorare, si è subito scollato e a nulla sono valsi i diversi tentativi di andare avanti. Problemi vari hanno fatto si che questa compagine amministrativa fino ad oggi non sia risultata incisiva nella risoluzione delle tante problematiche che affliggono da anni la nostra comunità. Le divergenze interne hanno anche impedito all’attuale compagine amministrativa di cogliere le opportunità, presentatesi di volta in volta, rappresentate dai vari bandi regionali.

Da tempo si cerca di uscire da questa situazione di stallo senza trovare le soluzioni che consentano di rilanciare l’azione amministrativa. A nulla serve addossare responsabilità a uno piuttosto che a un altro, come pure si sta tentando di fare in questi ultimi tempi. Come a nulla serve richiamare l’attenzione sul particolare momento propizio per intercettare fondi derivanti dalla programmazione 2007-2013. Si perderebbe altro tempo prezioso.

Ora basta… non c’è più niente da fare! Con dignità si ammetta che nonostante l’impegno e gli sforzi compiuti non ci sono le condizioni per continuare a esercitare una forte azione amministrativa necessaria per portare il paese fuori dalla situazione in cui versa. La comunità ha bisogno di un esecutivo forte, stabile e funzionale alle esigenze della stessa. Non possiamo più perdere occasioni.

  • Non ha senso continuare a vivacchiare alla meno peggio per poi ‘tirare le cuoia’ comunque.
  • Non ha senso continuare a ingannare e illudere la comunità!
  • Si vada a nuove elezioni … alla fine di Marzo, comunque vada, avremo un nuovo esecutivo a guidare e a lavorare seriamente per questa comunità!

Avremo una nuova compagine amministrativa più coesa e in grado di intercettare le tante occasioni di finanziamento che si presenteranno.

Lasciamo che i guardiesi indichino una via concreta, realistica, da percorrere per uscire dalla stasi amministrativa in cui siamo precipitati e aggregare consensi e buone volontà che segnino una chiara discontinuità con il modo di amministrare la cosa pubblica e il modo personalistico di interpretare la politica, insieme responsabili di questa situazione da tutti percepita come il punto più basso della nostra storia.

È meglio una maggioranza raccattata a Dicembre o una maggioranza qualificata a Marzo?

Mani in acqua

Il 4 novembre 2009, dopo un iter parlamentare durato due anni, il Senato della repubblica italiana ha decretato la privatizzazione dell’acqua: un bene pubblico, un dono della natura, che diventa un bene privato da sfruttare sia per fini politici che per quelli economici. Il surriscaldamento della terra, il crescente inquinamento, l’aumento della popolazione rendono questo elemento un bene sempre più prezioso, da controllare e gestire. Da tempo le grandi lobby politico- affaristico-economiche hanno intravisto nel controllo di tale risorsa una fonte di grandi guadagni e la legge approvata va nella direzione da loro auspicata.

Il governo Berlusconi già con l’articolo 23 bis della legge 133/2008 del 6 agosto 2008, mentre gli italiani erano sotto gli ombrelloni, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato demandandola a imprenditori o società con gare da indire entro il 31 dicembre 2010.

Un anno dopo, il 9 settembre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge ( Fitto- Calderoni) che all’articolo 15 modifica l’articolo 23 bis della legge 133/2008 imponendo la gestione dei servizi idrici a imprenditori o società miste ( pubblico- privato), con un capitale privato non inferiore al 40% e la cessazione degli affidamenti della gestione a società interamente pubbliche e controllate dai comuni entro il 31 dicembre del 2011. Dal 1 gennaio 2012 le società pubbliche non potranno più gestire da sole l’erogazione di un bene essenziale e vitale qual è l’acqua. Per il cittadino al danno si aggiunge il sopruso legalizzato: la pessima e clientelare gestione del servizio idrico ad opera dei politici ha indotto gli stessi a ricercare parter privati per cercare di contenere i costi elevati da loro stessi prodotti per la loro scriteriata gestione.

Il PD, che da sempre si è mostrato favorevole alle privatizzazioni ( vedi Bassolino), ha proposto attraverso il senatore Bubbico un emendamento al decreto: l’acqua potrebbe essere gestita da privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. L’emendamento è stato approvato e le coscienze sono lavate e pulite. La maggioranza, poi, ha approvato la privatizzazione dell’acqua con il voto contrario dell’opposizione che però, al contrario dei decreti sulla giustizia e dei guai giudiziari di Berlusconi, non ha alzato la voce, né ha dato risonanza mediatica all’accaduto.

La barca malridotta della nostra democrazia è, così, naufragata sullo scoglio delle sirene dell’alta finanza e la politica ha ceduto il suo primato al denaro!

Cosa possiamo fare noi cittadini? Innanzitutto, portare a conoscenza di tutti, anche attraverso petizioni, quello che sta accadendo per impedire che tale provvedimento venga approvato anche alla Camera. Chiedere, poi, alle regioni di ricorrere alla corte costituzionale per verificare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto legge Fitto- Calderoni.

Chiedere, infine, ai comuni:

  • 1) di indire consigli comunali sul problema dell’acqua;
  • 2) dichiarare l’acqua un bene di rilevanza economica per la comunità;
  • 3) fare la scelta dell’azienda pubblica speciale per la gestione delle acque.

Per il terzo punto si tratta di ritornare alle vecchie municipalizzate, ancora possibile, secondo giuristi, con l’attuale legislazione.

Se l’acqua è vita e la vita è un diritto inviolabile, allora l’acqua è un diritto fondamentale di ogni essere vivente e che per tale motivo non può in alcun modo essere appannaggio di pochi.

Angelo Mancini

martedì 10 novembre 2009

Rispondere alle opportunità

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Mi si continua a chiedere se dietro la crisi politico-amministrativa che investe il comune di Guardia Sanframondi ci sia una mia regia. Questo mi viene chiesto da più parti, e siccome la cosa può essere interpretata con una doppia lettura, e cioè che qualcuno voglia sapere se è effettivamente così, oppure che la proposizione debba passare in alcuni ambienti perchè fa comodo che si possa dubitare di ciò. Ed allora, per sgombrare il campo da ogni possibile interpretazione, vi riferisco cosa ne penso sul tema. Verba volant, scripta resta. Sono fermamente convinto che la situazione amministrativa attuale del comune di Guardia sia effettivamente delicata. Sono anche convinto del fatto che l'amministrazione comunale ed il Sindaco debbano far comprendere alla comunità guardiese se sono in grado di amministrare per cogliere le opportunità che ci vengono offerte dalla programmazione comunitaria. Del perchè si sia giunti ad una situazione complessa e quasi di stallo, si potrebbe approfondire e penso che chi si interessa della storia politica di questi ultimi decenni, la potrebbe anche fare. Dal mio punto di vista può essere interessante, ma non risolve il momento attuale. Allora, è necessario fare una analisi di chi sono gli attori in campo, e chi deve sciogliere il nodo: la crisi è numerica, perchè non esiste una maggioranza di almeno nove unità in grado di assicurare stabilità del governo cittadino; la crisi è programmatica in quanto, pur essendo venute da più parti la richiesta di avere obiettivi certi che l'amministrazione attiva vuole raggiungere, ad oggi non sono stati ancora ufficializzati; la crisi è politica, in quanto la maggioranza che è venuta fuori dalla consultazione elettorale non c'è più. E quindi, quali sono gli attori che devono intervenire? In primis i consiglieri comunali che elaborano un piano di obiettivi concreto su cui costruire una maggioranza stabile, una definizione di convivenza amministrativa, nel rispetto dei ruoli, in grado di impegnare e coinvolgere tutti i consiglieri, un sistema di garanzia del progetto amministrativo da attuare in cui il Sindaco è l'elemento principale. Detto ciò, è alquanto semplice intuire che tutto è relegato a soggetti interni alla amministrazione con i quali, pur intrattenendo rapporti politici ed amicali, il sottoscritto non può fare altro che esporre il proprio pensiero in merito, e non altro.
Ma cosa ne penso io? E quindi rispondo al quesito: in questo particolare momento storico, in cui partono tutte le programmazioni per lo sviluppo, (Accordi di reciprocità, Pain Borghi del Sannio, PIF, Piano di coordinamento provinciale, piano per i beni culturali, tutte le problematiche relative ai riti, ecc....) non avere una amministrazione in carica in grado di poter assumere atti di natura politica e programmatica, sarebbe un grave danno per l'intera comunità. E quindi, penso che dagli attori prima individuati, si debbano ricercare tutti gli elementi possibili di unità al fine di rispondere alle opportunità che si presentano, in quanto questo ciclo di programmazione regionale potrebbe essere l'ultimo.
Carlo Falato.

domenica 8 novembre 2009

Grandi speranze (High hopes) Ritisettennali Intangible Cultural Heritage

In rete il Video - simbolo della proposta

Una pagina web specifica per la condivisione, un blog per favorire la discussione e il confronto, e un recentissimo Video appositamente realizzato per continuare  e consolidare il lavoro di ricerca e documentazione del progetto ritisettennali  che  coltiva, on line, la proposta di inserimento  dei riti settennali di penitenza nell'elenco del patrimonio immateriale dell'Unesco.

“Sottolineato  da uno struggente e coinvolgente  brano  dei Zero Project ho voluto tentare di raccontare, in poco più  di quattro minuti, la manifestazione guardiese “-  Giovanni Lombardi  spiega così la realizzazione del video -  “I Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta sono stati tramandati di generazione in generazione; ogni sette anni sono costantemente ricreati dalla comunità guardiese,  in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia. Recentemente L’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha costituito, all’interno della sua Divisione del Patrimonio Culturale, una sezione dedicata al Patrimonio Immateriale per l’individuazione dei patrimoni immateriali d’interesse mondiale meritevoli di essere considerati come ‘capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità’. Partendo da questa constatazione, il progetto www.ritisettennali.info  ha attivato, in rete, una serie d’iniziative per favorire la condivisione e la discussione sulla possibilità dell'inserimento dei riti settennali  nell'elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco ".

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Il sito  dei riti settennali
La condivisione della proposta
Il Blog di ritisettennali
Canale Video di ritisettennali
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I ritisettennali 2010

sabato 7 novembre 2009

Turismo e beni culturali

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Vi propongo gli allegati progettuali alla delibera di Giunta Regionale n. 1336/2009 riguardante la proposta presentata al comitato tecnico ministeriale del 5 agosto 2009 per la definizione dei finanziamenti per il
Come si potrà notare, e per chi vuole approfondire la normativa, tale proposta è in una rete interregionale e finanziata per il 50% dalla comunità europea e per il 50 % con fondi nazionali e regionali, e rappresenta uno degli strumenti più importanti della programmazione comunitaria Italiana per il periodo 2007/2013. Sempre per  precisazione, per chi vuole approfondire e magari proporre qualcosa, Guardia Sanframondi, insieme a Pietrelcina vengono individuati come i Borghi della fede con una particolare attenzione alle loro potenzialità turistiche. Posso, senza ombra di smentite, dichiarare che quanto fin qui ottenuto, e cioè un progetto territoriale specifico per il turismo e i beni culturali per la Provincia di Benevento, la centralità di Guardia nel formulaio presentato al CTCA a Roma (composto dalle otto regioni meridionali e tre ministeri), l'imponenza delle risorse finanziarie in dotazione al progetto (si stimano informalmente dai 150 ai 200 milioni di euro), sia in gran parte merito dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Benevento retto dal sottoscritto. Ma il mio compito consiste nella definizione della strategia, ormai già delineata, e nel portare a termine il programma di sviluppo fino a farlo diventare operativo, dopo di che sono i comuni a dover proporre gli interventi secondo le misure di spesa di cui si comporra il programma. E, quindi dovrà essere il comune di Guardia Sanframondi a dover proporre progetti ed idee da candidare per essere finanziate. Allora, mi domando e dico, al posto di discutere su come essere pronti quando il programma diventerà operativo, ci si attarda in discussioni di principio che la cittadinanza non riesce a comprendere. A Raffaele Pengue, che annovero tra i miei fans più sfegatati, faccio questa proposta: al posto di fare sempre allusioni su cosa si faccia nelle antiche rocche papaline, perchè non si cimenta su qualche idea da proporre all'Amministrazione comunale sul progetto "I Borghi de Sannio, sulle vie della Storia, della Fede e della Tradizione" magari potrebbe riuscire a far trovare l'unità in consiglio comunale con somma soddisfazione di noi tutti.
Carlo Falato

Approfondimenti con Allegati

venerdì 6 novembre 2009

La banda (na) larga

Il governo  congela i fondi, circa 800 milioni di euro, destinati a superare il «digital divide» e a sviluppare la banda larga in Italia.

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha dichiarato che "i soldi non li abbiamo né dirottati, né sciupati; ci siamo presi un momento di riflessione e di analisi in funzione della diversa scala di priorità che poteva nascere dalla crisi".
Letta ha spiegato che gli 800 milioni ancora non approvati dal Cipe verranno stanziati "quando avremo la certezza che quelle risorse non serviranno per la protezione sociale o per l'occupazione, che sono le nostre principali priorità". Superata la crisi, ha concluso Letta, "allora la prima delle nostre priorità sarà la banda larga, che può essere motore di sviluppo del nostro Paese".
Aveva dunque ragione Il presidente di Telecom Italia Gabriele Galateri quando qualche tempo fa in un convegno ha raccontato di essere stato posto di fronte al difficile dilemma "Volete la banda larga o i vaccini?".

Recentemente , Confindustria, presentando il suo piano per l'innovazione e la digitalizzazione, aveva chiesto con priorità assoluta al Governo di «sbloccare subito le risorse per superare il digital divide e completare la copertura della banda larga a tutta la popolazione entro il 2011, obiettivo realizzabile solo a patto che i fondi siano sbloccati entro il 2009». Una richiesta rimasta inascoltata: lo stop alle risorse mette ora una seria ipoteca anche sul piano e-Government del  popolare ministro Renato Brunetta per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Per Assintel-Confcommercio si tratta dell'ennesima «doccia fredda» sul settore dell'innovazione tecnologica, che penalizza l'Italia «sullo scenario competitivo globale».

giovedì 5 novembre 2009

Indirizzo formativo in enologia.

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Come è stato pubblicato dal sito de I Coraggiosi, si avvicina il termine per la individuazione di nuovi indirizzi formativi da proporre per le scuole secondarie per la nostra provincia. Siccome il termine fissato è il 20 novembre, e per richiederlo vi è la necessità di una serie di atti tra i quali, la richiesta di uno o più enti locali che ne sottolineano l’esigenza in termini formativi, la dirigenza scolastica con il suo consiglio d’istituto che la fa propria, la Provincia che ne prende atto e la formula all’ufficio scolastico regionale ed alla Regione Campania. Si è sempre parlato, a Guardia, della possibilità di promuovere l’istituzione di un indirizzo formativo in enologia. Anche in questo caso, pongo l’attenzione sul tema affinchè, i partiti, il Sindaco, i Consiglieri Comunali possano riflettere sulla questione e in caso di valutazione positiva, di formalizzare con atti la volontà di istituire questo indirizzo formativo in enologia.

Carlo Falato

lunedì 2 novembre 2009

Alda Merini una delle più grandi poetesse di sempre

Ciao Coraggiosi
E' morta  all'età di 78 anni Alda Merini una delle più grandi poetesse di sempre, la più grande in assoluto d'Italia. Era nata il 21 marzo 1931, giorno di primavera che aveva celebrato in una famosa poesia. Ricoverata negli anni sessanta in un ospedale psichiatrico era stata sottoposta a vari elettroschoc che l'avevano devastata l'anima, ma non attenuata la sua grandissima sensibilità. L'esperienza tragica dell'internamento l'aveva lasciati ferite profonde che affiorano costantemente nella sua poesia dedicata al popolo dolente dei sofferenti e dei "folli" Aveva detto di sè: Sono una piccola ape furibonda mi piace cambiare colore mi piace cambiare misura.

Requiem
ed ecco per te il mio requiem senza parole
con la bocca piena di erba e di felci azzurre
ecco il mio requiem della corifera che non
è creduta, della Cassandra che è vilipesa
magnifico esempio di segreta impresa
tu solo mi esalti e mi incanti perché
sei colui che non si può prendere ed essendo
fermo sulle rive del Gange in perenne
contemplazione aspettando che passi la pagliuzza
d’oro della conoscenza e dell’era eterna
tu che sei scaltro più della pietra e più
duro del sasso e che pensi perennemente
pensi alle ere pitagoriche e che veneri
Socrate e che infine sei Paolo di Tarso
atterrato dalla fede infinita ebbene io
ti disarcionerò dal tuo cavallo d’amore
filiale desiderante farò di te un martire
dell’ombra perché il segreto della tua
tristezza è l’ordine e il disordine delle
cose create perché io non sono dissimile a
tua madre a Cerere eterna e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada e tu ami la rosa della
vergogna che mi trovo appuntata sul petto
e tu le esalti e le scorri con le tue dita
feconde. Potessi così capire il mio desiderio
che si apre il fiore della carne infinitamente bella
e trovarvi dentro il seme insaziabile
dell’amore e dell’ebbrezza potessi sprezzante te
spargere sangue insieme disseminare
la discordia degli abissi perché sei
il murmure pieno e il precipizio delle
albe e perché infine tu conosci il senso
della bellezza. Io aborro pensare ma
aborro anche muovermi nel caos infinito.