domenica 14 settembre 2014

Il bluff della Provincia



Qualche tempo fa su tutti i giornali, telegiornali, social network, tutti i cittadini hanno sentito il “grande annuncio” della scomparsa delle province decretata dalla riforma Delrio, in nome di un contenimento dei costi della politica. Venivano eliminate all’incirca 2500 “poltrone” con un forte risparmio per l’erario e con grande soddisfazione per il popolo che vede nei politici degli odiosi privilegiati da eliminare: si davano in pasto al popolo, ritenuto acefalo,  i consiglieri provinciali per salvaguardare i veri potenti. Oggi gli stessi cittadini, sconcertati, vedono tutta una serie di manovre tra sindaci e consiglieri comunali dell’intera provincia per eleggere i consiglieri provinciali e il presidente della provincia e si chiedono : “Ci è sfuggito qualcosa?”
No!, purtroppo non è sfuggito nulla; semplicemente sono stati ancora una volta ingannati e in politica ingannare il popolo sovrano è il peggior reato che si possa commettere.
Non sono scomparse le province, che, ad onor del vero, rappresentano, insieme ai comuni, le vere realtà territoriali del nostro Paese, e che non andavano affatto soppresse, ma rafforzate a discapito di realtà puramente politico-affaristiche come le regioni, comunità montane, Gal, parchi (a)scientifici ect...  Ciò che è stato eliminato è la democrazia.
Le  “vecchie” Province si occupavano di:
1.      tutela del territorio;
2.      gestione delle strade provinciali;
3.      pianificazione del territorio e del trasporto pubblico e controllo di quello privato;
4.      gestione dell’edilizia scolastica.
Le  “nuove” Province  si occuperanno di:
1.      tutela del territorio;
2.      gestione delle strade provinciali;
3.      della pianificazione del territorio e del trasporto pubblico e di controllo di quello privato;
4.      della gestione dell’edilizia scolastica.
Esattamente, quindi, delle stesse cose di cui si occupava la  vecchia provincia. Di più, l’11 settembre 2014, in una riunione tra i rappresentanti delle varie regioni italiche, si è deciso che ogni regione potrà delegare ulteriori funzioni alle province, uniche in grado di erogare alcuni servizi, quali ad esempio il riscaldamento degli edifici scolastici, come ha ammesso il presidente della regione Piemonte Chiamparino.
A ben vedere, dunque, l’unica cosa che è stata soppressa è la democrazia. E’ stato tolto  ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti in seno alla provincia e da popolo sovrano sono diventati spettatori passivi delle altrui poche volontà.
Ed ecco il triste show di conciliaboli, di lotte all’interno dei partiti e delle coalizioni, di patti trasversali, di quella politica deteriore che si teneva oculatamente celata come polvere sotto un tappeto e di cui si sarebbe fatto volentieri a meno e che ,invece, va acquisendo i caratteri della vera politica.
Chiunque, allora,  sarà eletto alla carica di consigliere provinciale, di assessore provinciale, di presidente della provincia sarà legalmente legittimato ad esercitare tali funzioni, ma per le modalità elettive non potrà mai avere la certezza del riconoscimento del popolo sovrano e in democrazia, senza tale riconoscimento, il potere è nullo.
Angelo Mancini

sabato 13 settembre 2014

La grande guerra “Il Corriere della Sera negli anni 1914-1918”



Inizia oggi 11 settembre 2014 la pubblicazione della raccolta
La grande guerra
“Il Corriere della Sera negli anni 1914-1918”

La raccolta proviene dal patrimonio del dott. Filippo Pingue, medico condotto in Guardia Sanframondi fino al 2 gennaio 1949.
La conservazione di tutti i numeri, dal settembre del 1914 al dicembre 1918, con alcune integrazioni con Il Giornale d’Italia, è stata a cura dalla madre del dott. Pingue, la sig.ra Anna Scisciot.
Alcuni numeri sono stati oggetto di una mostra, nell’ambito di Vinalia 2012, curata dalla nostra Associazione.
Il primo numero è quello odierno; il prossimo sarà quello del 30 settembre. Nel seguito la pubblicazione sarà regolare, salvo rari vuoti per i numeri dispersi o non pervenuti.

 





 

lunedì 1 settembre 2014

LA BURLA DELLA PROPOSTA UNESCO

“Il nostro territorio va amato, tutelato e difeso da contaminazioni, solo così potremo avere una chance per la candidatura Unesco”.
Questa è la frase con la quale il nostro competente sindaco pensa di dare forza all’idea di fare del paesaggio vitivinicolo sannita un patrimonio mondiale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco.
Solo per ricordare, stiamo parlando dell’ultima trovata pubblicitaria del nostro Sindaco che insieme ai sindaci di Castelvenere, Solopaca e Torrecuso ha lanciato l’idea della candidatura per ilriconoscimento Unesco del paesaggio vitivinicolo sannita come patrimonio mondiale dell’umanità.
Per dare forza a questo progetto il nostro Sindaco si è scagliato contro l’installazione dei parchi eolici previsti nei territori di San Lupo, Pontelandolfo e Morcone e contro le perforazioni che hanno come fine quello di ricercare petrolio nel sottosuolo sannita. Forse domani si ricorderà di includere nell’elenco anche la realizzazione della prevista centrale idroelettrica della diga di Campolattaro. A suo parere queste sono le spade di Damocle che pendono sull’obiettivo Unesco.
Vogliamo ricordare al nostro sindaco, che evidentemente o fa finta di non vedere o il nostro territorio non lo conosce affatto distratto da tutt’altre faccende, che spade di Damocle sul nostro territorio si sono già abbattute da diversi anni senza che sia mai stata presa alcuna posizione. Il nostro territorio è attraversato da uno dei fiumi più inquinati della Campania (solo qualche decennio fa era un corso d’acqua limpido e tanti agricoltori lo ricordano molto bene), la parte collinare è stata devastata dalla realizzazione di un’inutile bretella (una parte è stata inaugurataqualche mese fa, in pompa magna senza nessun pudore dopo circa trent’anni, mentre un’altra versa in uno stato di totale abbandono), la maggior parte dei comuni, tra cui Guardia Sanframondi, non possiedono impianti di depurazione e sversano tutti i rifiuti derivanti dagli impianti fognari nei torrenti i quali sono talmente inquinati da non contenere più nessuna forma di fauna, e dulcis in fundo da qualche anno si è cominciato a fare uso indiscriminato di diserbanti con tutti i gravi problemi che ne derivano.  
Dando per scontato che i temi ambientali sono centrali nella salvaguardia dei territori e chiunque dovrebbe fare la sua parte per evitare scempi irreparabili, chiediamo al nostro Sindaco di porre in essere tutte quelle piccole cose realizzabili immediatamente e che possono conservare l’integrità del nostro territorio. Eviti di proporre idee di difficile, se non impossibile, realizzazione e di ergersi a paladino della difesa del territorio. Vogliamo ricordare al nostro Sindaco che è stato uno degli artefici della realizzazione della famosa “incompiuta” Bretella che ha devastato i nostri migliori terreni collinari (tra l’altro, dopo circa trent’anni, ancora non pagati ai rispettivi proprietari), che si scaglia contro l’installazione delle pale eoliche e non si oppone a quelle previste nei suoi terreni (le pale eoliche fruttano un bel gruzzoletto per chi le fa installare sui propri terreni) e che fa sistematicamente uso di diserbanti nei propri vigneti senza neanche dare risposte a chi come noi ha chiesto, in passato, di mettere in atto misure urgenti per evitare tale scempio.
Pensi piuttosto a un regolamento di polizia rurale che preveda la messa al bando dei diserbanti, che eviti la distruzione dei pochi terrazzamenti rimasti che caratterizzano l’orografia dei nostri terreni collinari, che regoli la pulizia dei fossi e delle cunette, che inviti i nostri agricoltori alla messa a dimora di piante che favoriscano la creazione di aree salva api dove le api e gli altri insetti impollinatori possano trovare rifugio e polline per nutrirsi, ecc., ecc.
Pensi insieme agli altri sindaci al disinquinamento del fiume Calore e a dotare i comuni di adeguati e funzionali impianti di depurazione. Insomma prima di proporre candidature Unesco irrealizzabiliil nostro Sindaco pensi a eliminare le spade di Damocle esistenti senza prendere in giro i cittadini.  
Noi pensiamo che la credibilità sia la migliore risposta a tutte le spade di Damocle invocate.
Certo realizzare quello che chiediamo noi non darebbe titoloni sui giornali attenzione dei politicanti sparsi in tutta la provincia, ma servirebbe sicuramente a salvaguardare il nostro territorio.