giovedì 29 agosto 2013

A proposito di Pro Panza

Caro Mario
purtroppo le cose che hai elencato sono solo piccolezze...cose da bar perchè non ti sei accorto del grosso sviluppo che il paese sta avendo soprattutto sulla spinta di arrivi di americani, sud africani ecc.. gente che stà portando un flusso economico da fare paura il costo delle abitazioni è lievitato a dismisura tantè che oggi non si trova più una catapecchia da comprare e tra l'altro le persone che sono arrivate.....tutti grandi personaggi, stanno danno lustro a questo paese soprattutto nelle serate che normalmente passano alla Tana dell'Orso tra bevute e canzoni.Su tutto una serie di siti puoi trovare foto di squarci bellissimi del nostro paese ma guarda caso e chissà perchè non esiste una foto dei famigerati cancelli che sbarrano gran parte del centro storico non mettono in evidenza il sudiciume che regna sovrano...però gli americani sono entusiasti...sarà colpa del nostro vino o li portano solo nei posti appositamente preparati e puliti?
Vedi caro Mario tu parli di scuola ma lo sai che le nostre scuole elementari hanno come preparazione strategica e prioritaria LA MUSICA quindi capisci l'attinenza con l'agraria e capisci pure perchè gli amricani cantano ubriachi.
La visione di sviluppo di questo paese è molto diversa tra la nostra e la loro noi cerchiamo di sopravvivere in questo paese loro sono proiettati nel mondo, loro vivono la globalità noi "R bar d Geppin" la cantina sociale e le strade inpercorribili ma loro sono impegnati alla ricerca di elementi che portano alle origini di Guardia mettendo in campo fior di esperti, storici dell'arte, cultori del bello, archeologi tant'è che oggi conosciamo tante nuove ipotesi della nascita di Guardia e dei suoi abitanti, conosciamo ipotesi a noi assolutamente sconosciute si parla di 13/14 torri..lo sapevi? sappiamo che guardia aveva due siti originari conosciamo il luogo del ritrovamento dell'Assunta...che non è Limata..vedi Mario parliamo due lingue diverse e purtroppo noi non siamo in condizione di poter partecipare a questo dibattito ci separano anni luce di conoscenza.
Comunque continueremo a dibattere...alla prossima.
Saluti ai Coraggiosi

A proposito di: “Vino al Vino – Raccontare il Territorio”



In questi giorni a Guardia Sanframondi, come ben promossa dall’Amministrazione Comunale, si terrà la lodevole iniziativa Convention nazionale delle città del vino “Vino e Territorio”. A tal proposito ho ricevuto via mail un invito di partecipazione corredato dal programma generale della manifestazione. Il programma, almeno nella forma, è ricco di approfondimenti e seminari che mettono al centro della discussione il nostro territorio con lo scopo di esaltarne le eccellenze.
Da qualche giorno, evidentemente merito dell’iniziativa, più persone hanno sentito il bisogno di dare un contributo al tema con articoli apparsi su internet che si occupano della salvaguardia del nostro territorio. Ognuno propone la sua ricetta per la tutela dei nostri luoghi (ho molti dubbi sulle proposte di chi è contrario alle energie rinnovabili e propone un ritorno a fonti di energie inquinanti).
Evidentemente questa voglia di partecipazione è giustificata dal fatto che i numerosi incontri previsti dalla Convention non prevedono nessuna forma di dibattito pubblico.
Uno degli incontri “Vino al Vino – Raccontare il Territorio” si occupa della viticoltura di qualità in un ambiente di qualità. I nostri luoghi hanno tanto da raccontare sia sotto l’aspetto naturalistico sia storico-artistico e non sono inferiori a quelli di altre realtà più conosciute. La nostra viticoltura per la storia, per i luoghi e per le capacità dei nostri contadini ha tutte le possibilità per essere una viticoltura di qualità. Il binomio ambiente di qualità e viticoltura di qualità è fondamentale per la valorizzazione sia del prodotto vitivinicolo sia del territorio.
Questi incontri si occuperanno di diverse tematiche, sicuramente si riparlerà ancora una volta delle potenzialità che il nostro territorio offre, delle potenzialità dei nostri prodotti e non vorrei che come al solito tutto finisse con un bla bla bla e una passerella di politici e ministri. Non è questo di cui ha bisogno il nostro territorio. Il nostro territorio ha bisogno di essere salvaguardato e la nostra viticoltura deve continuare a crescere e generare vini di eccellenza. Non so quali aspetti relativi al territorio si affronteranno nei vari incontri programmati, perciò intendo porne qualcuno all’attenzione di tutti nell’ottica di offrire un contributo da persona che vive e conosce il nostro territorio, perché certo che nessuno di questi temi sarà oggetto di discussione. 
-          Diserbanti: da alcuni anni anche il nostro territorio è fatto oggetto di uso di diserbanti. Chi visita i nostri vigneti in primavera invece di trovare un territorio verde e caratterizzato dai colori dei fiori delle varie erbe che crescono spontanee, è costretto ad ammirare un paesaggio ingiallito composto dalle erbe secche diserbate. Le erbe (cicorie, borraggine, ecc..) utilizzate per preparare piatti tipici tradizionali sono sempre più rare. La microfauna (insetti, lumache, ecc..) sta scomparendo. Studi svolti da autorevoli istituti universitari americani hanno dimostrato la pericolosità dell’uso di diserbanti in agricoltura (feti malformati in animali che hanno pascolato su terreni oggetti di uso di diserbanti).
 Salvaguardia del territorio significa mettere al bando l’uso di diserbanti e poter scrivere sulle etichette dei nostri vini la dizione “ vino prodotto in un territorio dove è bandito l’uso di diserbanti”.
-          Strade: le strade rurali del nostro territorio di anno in anno diventano sempre più simili a ruscelli e quindi impraticabili. Il visitatore che intende ammirare i nostri vigneti spesso s’imbatte in strade percorribili solo con fuoristrada.
Salvaguardia del territorio significa avere strade interpoderali bianche percorribili e non in stato di abbandono.
-          Manutenzione: i cigli delle strade e le cunette di raccolta delle acque spesso sono ricoperti di erbacce e terreno che non ne consentono l’importante ruolo di far defluire le acque piovane fino ai ruscelli.
 Salvaguardia del territorio significa cura dei terreni e manutenzione di  fossi e cunette lungo le strade.
-          Regimentazione acque: la scomparsa delle cunette e dei fossi, presenti in passato nei nostri vigneti, che garantivano il regolare deflusso delle acque piovane provoca oggi il fenomeno del dilavamento dei terreni. La diretta conseguenza è che anche piccole piogge diventano alluvioni che erodono i terreni superficiali più fertili.
Salvaguardia del territorio significa una corretta regimentazione delle acque.
-          Bretella: decine di anni addietro la bretella ci fu presentata come la strada che avrebbe portato sviluppo nei nostri territori. A distanza di anni si è dimostrato che non solo non ha portato nessuno sviluppo ma è diventata un elemento di negatività del nostro territorio. Chi la percorre (e non potrebbe perché segnalata come strada chiusa al traffico e mai collaudata ) si trova di fronte a discariche di immondizia, buche, piante di tutti i tipi, zona umida con cascate e relative piante acquatiche e alla fine del suo corso addirittura sbarrata da un condotta dell’acquedotto dell’Alto Calore. La sua realizzazione ha sottratto decine di ettari di terreni collinari ai viticoltori del nostro territorio tra l’altro espropriati e non ancora pagati.
Salvaguardia del territorio significa mettere riparo al danno provocato da questa inutile opera almeno tenendola in buono stato e rendendola utilizzabile.
-          Conservazione terrazzamenti: il nostro territorio essendo per lo più collinare è formato da svariati terrazzamenti. Questi ultimi oltre ad assolvere la funzione di rallentamento delle acque piovane caratterizzano il nostro paesaggio donandogli quel particolare e piacevole aspetto a gradoni. I nostri avi per anni hanno coltivato la vite su questi terrazzamenti, ma da alcuni anni ormai si preferisce eliminarli danneggiando il paesaggio a favore di una più facile lavorazione dei terreni.
Salvaguardia del territorio significa conservare i terrazzamenti introducendo opportuni strumenti che non ne consentano la scomparsa.
-          Depurazione acque: il nostro comune, come altri della provincia di Benevento, non è dotato d’impianto di depurazione. Le acque nere vengono sversate direttamente nei ruscelli. La diretta conseguenza è l’inquinamento dei corsi d’acqua e la relativa morte della vita degli organismi a essi legati. Il fiume Calore che attraversa tutta la nostra valle è uno dei più inquinati dell’intera regione.
Salvaguardia del territorio significa avere corsi d’acqua puliti e non inquinati.
Mi auguro che questi temi possano essere elementi di discussione e che possano trovare adeguata considerazione nella futura elaborazione degli strumenti urbanistici che regolano l’uso del territorio.
Gli esperti, i politici, i responsabili degli enti e i ministri che parteciperanno alla convention delle città del vino facciano la loro parte almeno per una volta, la passerella rimandatela ad altre occasioni.
Gianni Falato

Lettera aperta al commissario straordinario della Provincia di benevento

Riceviamo e pubblichiamo

Al Sig. Commissario Straordinario della Provincia di Benevento
Prof. Aniello Cimitile

Piazza Castello, 1
Rocca dei Rettori
82100 Benevento

Egr. Commissario Straordinario,
Le scrivo prendendo spunto da quanto riportato dal Corriere della Sera in un articolo on-line del 14 luglio 2013, e cioè dal fatto che l'Italia deve spendere 30 miliardi di euro di Fondi Europei nei prossimi 6 mesi per concludere almeno in pareggio la programmazione 2007/2013.
Dal corriere del Mezzogiorno li legge:«La Campania con il suo 30% di spesa denota ancora difficoltà a far decollare il proprio programma. Seppur invariato il target finale del 2015, per le Regioni del Mezzogiorno già dal 2013 ci sono nuovi obiettivi finanziari da raggiungere. Per non vedere sfumati i sogni di gloria, le Regioni sono costrette ad uno sprint finale e ancora una volta la spesa sarà concentrata negli ultimi anni di programmazione. contemporaneamente all’avvio della nuova. Quest’ultima pone non poche sfide alle Amministrazioni, in particolare a quelle del Mezzogiorno, dove l’efficienza della spesa pubblica presenta ampi margini di miglioramento. Naturale domandarsi se in questi ultimi due anni le amministrazioni regionali sapranno rispettare gli obiettivi garantendo allo tempo stesso la qualità degli investimenti"
In questo quadro si inseriscono una serie di progettualità che riguardano la nostra provincia e che se non vengono adeguatamente seguite rischiano di vedere il nostro territorio fuori dalla possibilità di sfruttare questo ultimo scorcio di programmazione.
Mi riferisco alle risorse dei Programmi Attuativi Interregionali e al Piano Operativo Interregionale. Attraverso tali risorse fu impostata una progettualità che riguardava interventi per i centri storici mettendoli nella condizione di poter essere utilizzati ai fini turistici. La proposta ha il nome " I borghi del Sannio, sulle vie della fede, della storia, delle tradizioni" e fu ritenuta valida dalla Regione Campania al punto di presentarla al tavolo di concertazione ministeriale.
Ora Lei si ricorderà della nota di denuncia fatta dal Presidente dell'Associazione SUD ITALIA UNESCO On Nicola Bono, del novembre 2012 a cui sia Lei che io ci associammo, con la quale si paventava un utilizzo di tali fondi con esclusione dei nostri territori.
La invito, dunque, a farsi promotore presso la Regione Campania, e verso i Ministeri competenti di ulteriori iniziative che possano fare in modo che il Sannio sia tenuto in debita considerazione. A tal proposito, Le voglio anche rammentare, che su iniziativa dell'Assessorato da me retto, fu inviata un nota congiunta a firma dei Presidenti delle province di Caserta, Salerno e Benevento, alla Regione Campania e ai ministeri competenti con la quale si proponeva, una ulteriore progettualità volta alla valorizzazione di itinerari relativi ai castelli medievali delle province interessate.
Convinto di un Suo immediato interessamento Le invio cordiali saluti
Guardia Sanframondi li 28/08/2013                                                                         Dott. Ing. Carlo Falato

martedì 27 agosto 2013

Mi associo anch’io

Mi associo anch’io al nascente comitato FF, o PP che sia, e volendo partecipare a questa lodevole iniziativa espongo i miei contributi per la riconferma  per acclamazione del nostro Sindaco.
La molla che ha smosso il mio animo ad aderire al comitato sono state in particolare le seguenti opere:
·         L’opera colossale, ben visibile agli occhi di tutti è la manutenzione delle strade interpoderali:
 per il duro lavoro svolto, per la costruzione di bellissimi belvederi sulle colline del Guardioloshire, per aver reso fruibile le strade ai contadini, come un tappeto da biliardo, tanto da essere  soprannominate “LE VERE STRADE DEL VINO  . Per tutto questo  propongo  la nomina ad aeternum del Nostro .

·         La sospensione dell’erogazione idrica al paese, MOTU PROPRIO, per non creare inutile allarmismi, nelle ore notturne e nelle prime ore mattutine. Il paese   è abitato da persone troppo dedite al lavoro di conseguenza l’erogazione dell’acqua dalle ore 6 regala 2 ore di sonno ristoratore e compensativo A-GRATIS  ai coltivatori di Guardia.
 Mille grazie ancora al nostro competente Sindaco.

·         La regimazione delle acque dei torrenti è un eterno problema nelle nostre campagne, risolto in modo incomparabile. I coltivatori di Guardia  innaffiano solitamente  il proprio orto con le acque dei ruscelli confinati il proprio terreno, violando la legge. Per evitare che i contadini diventassero dei farabutti fuorilegge, l’ amministrazione si astiene dal controllare chi sversa i propri liquami nei ruscelli, rendendoli fogne a cielo aperto, inservibili per l’ irrigazione abusiva, salvaguardando, così, la fedina penale degli  agricoltori.

·         Per aver eliminato le inutili discussioni all’interno del PD ( partito dipendenti) e del consiglio comunale:  non c’è nessun bisogno dell’alzata di mano, è solo necessario abbassare la testa.

·         Per aver rasserenato il clima sociale e politico del paese accogliendo , come novelli “ figliol prodigo”,  ostinati oppositori che finalmente possono godere del “VITELLO GRASSO” .

L’ex presidente de icoraggiosi  Gaetano

sabato 24 agosto 2013

Il vento e le pale che girano!

Ormai a Guardia Sanframondi i temi propri del vivere quotidiano, o quelli che guardano al futuro della nostra cittadina, sono relegati in secondo piano rispetto ad una comunicazione istituzionale (così si dovrebbe chiamare) sempre più prossima alla propaganda.
In questi giorni si sta sviluppando una questione, a mio modo di vedere, molto importante che dovrebbe avere il necessario spazio di discussione. Per amor del cielo, ci sono gli organismi democraticamente eletti che dovrebbero  porre all'attenzione dell'opinione pubblica le questioni ed assumere delle decisioni chiare ed in linea della volontà popolare, ma scusatemi se mi permetto di suggerire una azione politica a beneficio della chiarezza per tutti noi.
La questione a cui mi riferisco è quella che tra un po' di tempo avremo tutta la parte alta del territorio invasa da pali eolici e questo porterà un inevitabile cambiamento del nostro paesaggio, tanto enfatizzato in questo particolare periodo in attesa di discuterne con gli "ambasciatori del vino".
La questione sollevata da diverse associazioni, dal Presidente provinciale di Coldiretti, e molto bene inquadrata dal Presidente dell'associazione Sannio Cuore dott. Amedeo Ceniccola, ha posto alle istituzioni locali un interrogativo molto semplice su cui esprimersi: pensate che il nostro territorio, particolarmente vocato per la viticoltura, con produzioni di grande qualità, che  alcuni paragonano all'Umbria o addirittura la chiamano la Toscana del Sud, con un paesaggio che se maggiormente curato potrebbe seguire la procedura già seguita dal Cilento per un riconoscimento di paesaggio patrimonio dell'Umanità, debba essere deturpato da pali eolici che ne cambieranno inevitabilmente le particolarità ambientali e paesaggistiche? Questo interrogativo  è stato indirizzato verso i Sindaci del territorio. Anche  alla neocostituita Unione Città dei Sanniti, che porta nel suo seno proprio in questa materia un elemento di contraddizione forte. Contraddizione dovuta al fatto che della Unione fanno parte comuni che hanno scelto di far installare sul proprio territorio impianti eolici ed altri che non si esprimono in tal senso.
A questo interrogativo....... il silenzio!!!!
In particolare mi piace ricordare che il Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi deliberò di non consentire tali impianti sul proprio territorio con le motivazioni legate alla salvaguardia del paesaggio, ma anche perchè la zona alta del territorio guardiese è interessata da una Oasi Faunistica, che purtroppo lo scorso anno fu devastata da un incendio, con una non chiara specificazione su che fine abbiano fatto i circa venti cervi che li erano ospitati.
Ora senza tanti giri di parole, per evitare che ci siano solo comunicati stampa, convegni, buoni propositi (vedasi convegno tenutosi sul castello nel giugno 2011 e richiamato dal dott. Ceniccola nella sua nota) si chiede che le forze politiche presenti in Consiglio Comunale di Guardia Sanframondi pongano la questione eolico in Consiglio Comunale, assumendo una decisione chiara sul tema, cioè se confermare la posizione già assunta dal consiglio negli anni scorsi, oppure se è di una opinione diversa. Inoltre chiederei una posizione chiara anche sulla questione dell'Oasi Faunistica, e cioè se questa verrà ripristinata insieme ai cervi che li vi vivevano, essendo un elemento di qualificazione ambientale importante per il territorio di Guardia Sanframondi e per l'intero territorio.
Ing. Carlo Falato

Prima associazione al comitato FF FLORIANO FOREVER

Mi associo con entusiasmo al comitato FF cercando di portare qualche piccolo contributo all’iniziativa.
In merito al nome io opterei per “Pro Panza” ovvero PP che mi sembra più attinente, comunque lascio al comitato la scelta finale.
Inoltre voglio esplicitare in sintesi cosa mi ha mosso ad aderire con entusiasmo all’iniziativa, elencando le prime cose che mi vengono in mente che questa amministrazione ha positivamente sistemato:
  1. Finalmente si è messo fine a quella baraonda di persone con età compresa tra i 6 e gli 80 anni che ogni anno nel mese di luglio rompeva le scatole fino a notte fonda, per una intera settimana, vicino al municipio e dintorni, facendo del baccano infernale nel giocare a calcio balilla umano, calcio balilla, scacchi, palla a volo, play station, scopone, tressette, ecc. Era ora che qualcuno rimettesse le cose a posto, e chi se non il nostro Competente Sindaco;
  2. Inoltro si è finalmente risolto il problema del decoro del municipio con relativa piazzetta facendo rimuovere quella scala arrugginita che deturpava la bellezza del rinnovato prospetto dell’edificio Casa Comunale. Anche questo segna un punto per il nostro  Competente Sindaco;
  3. Sono certo che se riusciamo a rieleggerlo (oppure se è possibile per acclamazione)  sindaco, per altri cinque anni riuscirà finalmente anche dove al momento ha fallito, e mi riferisco alla festa di Vinalia che ogni anno porta a Guardia una miriade di persone che oltre a fare un casino tremendo sono pure tutti giovani, e questo noi non possiamo permettercelo dato che ci siamo dati l’obbiettivo finale di creare un paese di soli vecchietti. Il nostro Competente Sindaco, dobbiamo ammetterlo, ha cercato con tutti i mezzi di porre fine a questo scempio, prima con la concomitanza dei riti settennali, poi con la carne chianina sul Castello (che purtroppo è stato un fiasco totale, tanto che qualche assessore ha detto  questo popolo di scemi non merita tanto lavoro dato che non capisce niente”), in ultimo, ed è ancora da verificare, la manifestazione “La città del vino” che a giorni vedremo se riuscirà finalmente a surclassare questa maledetta Vinalia. Ma sono convinto che con altri cinque anni di mandato l’obbiettivo sarà raggiunto.
  4. Non meno importante il risultato raggiunto con il declassamento del locale liceo scientifico, risultato questo veramente apprezzabile, anche se purtroppo i risultati si vedranno solo tra qualche anno.  Però già si possono cogliere i primi frutti considerando che le aziende vinicole dei dintorni sono in spasmodica attesa di poter finalmente assumere gli enologi che l’attuale scuola sfornerà tra qualche anno. Era ora di porre fine a tutti questi ragazzi che il liceo scientifico sfornava con una preparazione che le scuole limitrofe ci invidiavano, ma che potevano solo aspirare a continuare gli studi presso qualche università senza avere la possibilità di andare subito a laurar come amano dire i leghisti del c’è l’ho duro. In questo dobbiamo essere seri bisogna darne il merito non solo al nostro Competente Sindaco,  ma anche al relativo assessore che ha portato avanti così bene la parte che più di una volta mi sono chiesto se era veramente consapevole di quello che stava facendo.
  5. Che dire poi dell’immagine di Guardia, godibile da tutta la valle telesina, dove svettano ben due gru che sono pronte ad entrare in azione. Il segno tangibile di un comune che malgrado la crisi, ferve di lavori tanto che tutti gli operatori edili sono stati richiamati per poter far fronte alla richiesta di lavoro. Questo, bisogna ammetterlo, è da ascrivere solo alla capacità del nostro Competente Sindaco;
  6. Per non parlare dei passi da giganti che il nostro Competente Sindaco  ha fatto fare a questa comunità verso una democrazia compiuta. Come non menzionare il dibattito politico che si anima ogni qualvolta bisogna prendere una decisione politica, ne sono pieni i giornali di incontri, articoli, convegni in cui democraticamente ognuno è libero di dire la propria idea e se qualcuno vuole solo dare fastidio perché non allineato con il pensiero unico, non c’è problema viene immediatamente messo alla porta. Democrazia allo stato sublime. E poi vuoi mettere il risparmio che c’è se si evita di pagare l’affitto per delle sedi di partito che non servono a niente dato che le decisone vengono comunque prese in altro loco, almeno risparmiamo sui soldi e anche sui cervelli.
Finisco qui ripromettendomi quanto prima di elencare altre iniziative e/o obiettivi raggiunti da questa amministrazione.
Un saluto a I Coraggiosi                                                                     Mario Plenzick

mercoledì 21 agosto 2013

FLORIANO FOREVER

Pubblicato da Icoraggiosi
Tempo d’estate. Birichino. Prossimità (!) del 2015.
Incontri occasionali. Chiacchiere. Valutazioni.
Vedersi. Parlarsi. Prepararsi.
Non si comprende per fare che. Forse per sostituire bande con altre bande, inglobando, unico sport praticato, chi vince sempre.
Cambiare le mutande (traduzione famigerata di mutatis mutandis) facendo in modo che le teste che ci son dentro ficcate siano sempre le stesse, quanto a modi di pensare: plures aeternae, aeterna oppositionem.
Valutati TUTTI i risultati si perviene ad una soluzione immediata.
Banale, ma non banale. Semplice, ma non semplice. Unica.
Francamente lapalissiana.
La riconferma per acclamazione dell’Attuale, con permesso di costruire una squadra intera, frazionaria o nessuna squadra.
Ad aeternitatem.
Ci risparmieremmo stupide e noiose elencazioni. Dichiarazioni, velate e palesi, di superiorità presunta e di sicura inferiorità. Zuffe. Vexationes a persone. Invasioni di case e di coscienze.
Un ambaradam (ambaradan) infernale.
A repentaglio granitiche amicizie. Scomposizione di consolidate clientele.
L’Acclamato graziosamente corrisponderà straordinario elettorale e compensi a scrutatori di sua nomina, unici effetti collaterali del non tenere elezioni.
Questi scopi, si propone, siano il preambolo dello statuto del comitato “Floriano per sempre” che si costituisce oggi.
Si propone, anche, che l’unico articolo dello Statuto reciti: “Naturalmente, NO CLONI”.
Visto, anzi, che il nostro bagaglio linguistico si fonda ormai su ben tre lingue madri, la PARLATA, l’AMERICAN ENGLISH e il buon terzo ITALIANO, si può adottare senz’altro, per il comitato, il nome, strongly graceful,  di:
FLORIANO FOREVER
Per l’acronimo: FF.

sabato 10 agosto 2013

Presentazione del libro La Guardia 2



E sono due.
“Inizio da due” perché bisogna davvero cominciare a tenere il conto delle pubblicazioni che potranno essere realizzate dall’Associazione “I Coraggiosi” con le foto acquisite e con le altre che sicuramente perverranno ancora. A questo punto si può dire che il contagio è in atto perché il virus della ricerca della fotografia di una certa età, per non dire “d’epoca”, ha messo “radici profonde”. E non poteva essere diversamente, considerata la valenza delle foto di vecchia stampa in bianco e nero e tenendo conto di quel diffuso luogo comune che, per definire la nostra epoca, parla di civiltà dell’immagine. E si tratta di foto, posso garantirlo, che vale la pena di ammirare, di guardare minuziosamente ed attentamente e di commentare.
Ma a prescindere da come si possono guardare queste fotografie, dai significati che esse possono conservare celati e dai messaggi che riescono a trasmettere, questo secondo libro o, meglio, album fotografico che viene presentato e la mostra stessa che lo accompagna sono un considerevole lavoro impegnativo di ricerca. Un secondo lavoro che ripropone, come il primo album, scorci, paesaggi, eventi, personaggi di buona parte del secolo scorso, su cui mi soffermerò più avanti, e che è un prezioso contributo iconografico di una comunità piccola ma laboriosa, passionale, attiva, partecipe e vivace. La rappresentazione fotografica in libro ed in mostra, che non esito a definire manifestazione artistica, basata e sviluppata in un contesto relativamente “antico” ma anche attuale, è la sintesi di un passato appena appena passato, fatto di valori e tradizioni, la cui dicotomia innesca spesso la miccia della dualità. La stessa cosa mi risulta che avviene anche in pittura. Proprio grazie a questo costruttivo dualismo si ha la possibilità di rivivere luoghi, situazioni e vicende e di rivedere personaggi o personalità d’un tempo ancora presente che ci appartengono.
Il ricordo di ciò che un tempo eravamo può essere presente, purtroppo, solo in coloro che sanno percepire la propria storia o che sono direttamente o anche indirettamente legati alle varie situazioni immortalate dalle foto. E ad essi il mondo dell’immagine affida il compito impegnativo di tramandarlo alle nuove e future generazioni. Anche se è difficile camminare con la testa volta all’indietro, ritengo che sia doveroso oltre che necessario guardare al passato e prenderlo come basilare punto di riferimento, perché senza il passato il presente si spoglierebbe di ogni valore e significato.

Pertanto, a voler meglio ribadire il concetto, l’individuazione, il reperimento e l’interpretazione delle fotografie rappresentano gli unici mezzi per far rivivere la “memoria storica” di una comunità, di cui a distanza di anni, se dovesse intervenire l’evento “dimenticanza”, non si riuscirebbe a conoscere molto. Di qualsiasi comunità, compresa quindi quella “guardiòla” che ancora conserva con tenacia le parti migliori dei valori umani e delle tradizioni culturali, si possono ricostruire i modi ed i sistemi di vita attraverso quelle tante tracce sparse che proprio la memoria storica ha consegnato forse involontariamente ai posteri: le immagini fotografiche. Le fotografie rappresentano quindi le radici del sapere, in quanto senza un repertorio di materiale documentario, visivo in questo caso, non si può “fare storia”, né di una popolazione, né di una famiglia, né di un singolo individuo.
Analizzando le sezioni in cui è diviso l’album, ci sarebbe tanto da dire su ognuna di esse, ma mi limiterò a poche cose, forse le più scontate, che però contribuiscono ad accendere con immediatezza la luce dei ricordi.
Nei luoghi sono raccolte varie foto: panorami, angoli del paese, ambienti di ritrovo e luoghi d’incontro, la vecchia cabina elettrica e la monumentale fontana a Piazza Condotto, la fontana del popolo con i quadranti degli orologi del Sellaroli, il bar di Piazza Castello, il monumento perduto ai caduti della Grande Guerra, il basolato-marciapiedi lungo Via Nazionale, il portale monumentale finito chissà dove, i pini di via Dietro gli Orti così gettonati dagli artisti stranieri che espongono sul Castello.
Nella sezione Famiglia ed amici compaiono tanti volti di personaggi noti e familiari ma mi sento attratto maggiormente attratto, per quella “dolce corrispondenza di amorosi sensi” che unisce i vivi ai morti, da quelli che non sono più tra noi: persone serie, responsabili, altruiste, disponibili ed anche spiriti salaci e caustici capaci di stroncare ogni tentativo velleitario di grandezza anche in persone di immensa cultura.
E mi piace, inoltre, ritornare con la mente e riportare nel cuore (“ricordare”) quel gruppetto di cantanti in erba nostrani che rappresentavano per i loro coetanei guardiesi quello che rappresentavano per tutti i coetanei del mondo quei quattro famosissimi scarafaggi di Liverpool.
Nel settore foto di Lavoro fa piacere poter ammirare la foto di un calzolaio e le scene della mietitura, ma soprattutto quelle della possibilità dell’ emancipazione occupazionale riservata alle ragazze future sarte: sono le foto del progresso che cammina anche tra le strade di Guardia.
Della sezione Cerimonie mi è particolarmente gradita, per campanilismo sfacciato, la foto del matrimonio nella chiesa del Convento in cui è ancora visibile il quadro-affresco di S. Francesco ormai non più esistente.
In una delle foto della sezione Funzioni compare la figura simpatica dallo spirito francescano e filippino di Silvio Sanzari, conosciuto da tutti con il soprannome di “Sëhëtjéllë”.
Nella sezione Religiosità compaiono le immancabili foto dei riti penitenziari (Misteri e Cori di Cantanti incastonati spesso in scorci panoramici d’altri tempi) ed un paio di immagini della processione di S. Antonio. Dove sono quelle con San Filippo, la Madonna della Neve, Sant’Emidio e San Rocco?
In merito alle fotografie di gruppi scolastici quelle della fine degli anni Cinquanta mi sgomentano, per la presenza di miei amici d’infanzia e compagni di classe.
Nella sezione Militari potranno incontrare i loro ricordi tutti quelli che hanno vissuto quegli anni tremendi e niente affatto memorabili.
Le Manifestazioni raccolgono foto varie: balilla allo sbaraglio e riunioni del sesto giorno in luoghi noti e poco noti, partecipazione corale ed accesa durante i comizi, qualche riunione scolastica con autorità civili, militari e religiose ben riconoscibili, i carri estemporanei delle prime edizioni della festa dell’uva a Guardia.
Tremendamente evocatrice e nostalgicamente poetica la sezione Volti, su cui nulla aggiungo per non rompere l’incantesimo della visione di un mondo che tocca direttamente tanti di noi. Forse è anche per questo motivo che queste foto,  dall’impatto più diretto, sono state inserite alla fine della raccolta.
Permettetemi di aggiungere solo qualcosa, a conclusione.
Il potere dell’immagine è qualcosa di portentoso, se si pensa che si è reso manifesto ed esplicito fin dal momento in cui un uomo, all’alba delle culture, ha calcato le palme delle mani spalmate di ocra rossa sulle pareti d’una caverna. Quello era un inizio ed un auspicio di dialogo, una conferma d’identità, un’evocazione dell’immaginario collettivo, si direbbe oggi. Poi sono venuti i grandi pittori, gli incisori, i grafici, infine i fotografi e le rappresentazioni si sono trasfigurate in vere e proprie opere d’arte.
L’avvento della fotografia, tutto sommato recente se si guarda ai tempi propri dell’evoluzione culturale, ha cambiato radicalmente il rapporto fra singole persone e memoria, nelle relazioni familiari, nel godimento dei beni culturali e nell’acquisizione di nuovi orizzonti alla conoscenza.
La riflessione critica sulle conseguenze di questa particolare strumentazione si può dire che sia cominciata, nella letteratura scientifica, con un saggio di Walter Benjamin “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, composto tra le due guerre. Nel libro si fa presente che la serialità della fotografia si contrappone all’unicità dell’opera pittorica, con la sua “aura” emozionale.
La fotografia ha consentito la diffusione massiccia di quelle modeste icone, comunque bramate dal turismo di massa, che vestono le sembianze di cartoline illustrate, tanto da essere considerate luoghi comuni archetìpici: per tanti lo sono, ad esempio, il pino di Napoli, sullo sfondo del Vesuvio; la scalinata di “Trinità dei Monti” e di Fontana di Trevi a Roma; il prato con la torre pendente di Pisa; gli Uffizi di Firenze; la piazza e la basilica di San Marco a Venezia. È questa la memoria materializzata e lo stato distintivo o contraddistintivo del viaggiatore appassionato e nostalgico. Invece nelle abitazioni di tanti piccoli centri, specialmente della grande Italia del Sud, si è perpetuata la presenza fotografica dei cari defunti, con le “sante e venerabili” immagini di genitori e nonni appese alle pareti di casa o sistemate su un mobile o sul camino, per ricordare per sempre e rinsaldare il vincolo di appartenenza alla comunità familiare, nella quale non potevano mancare gli “scatti” festosi in occasione di compleanni, nozze, cerimonie “albo signanda lapillo”, a prescindere dal decorso esistenziale di chi ne era protagonista.
                                                                                 Enrico Garofano