domenica 29 maggio 2011

ABC del Referendum

referendum 

di Aldo Maturo. Come al solito ogni volta che il cittadino deve votare per un referendum si trova di fronte a schede che pongono un quesito da dottorato di ricerca in giurisprudenza. Cercherò, per il comune cittadino, di fare un po’ di chiarezza:

QUANDO SI VOTA? : domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011

QUANTI REFERENDUM SONO ? : 4 ma l’elettore può ritirare anche una,due,tre o tutte e quattro le schede.

QUALI SONO ? :

1° REFERENDUM (scheda rossa) : MODALITÀ DI AFFIDAMENTO E GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI DI RILEVANZA ECONOMICA. ABROGAZIONE

Se si vota NO: Resta in vigore la legge che dice che l’acqua può essere acquistata e venduta a società di capitale privato o misto (a partire dal 2012) secondo i principi di concorrenza, trasparenza, etc.. Se vince il NO la proprietà delle reti rimane comunque pubblica: ciò che diventerebbe privato sarebbe la gestione dei servizi. Tradotto: il servizio idrico non diventerà privato, la sua gestione sì.

Se si vota SI: Viene cancellata la legge che dice che l’acqua può essere acquistata e venduta a società di capitale privato o misto (a partire dal 2012). L’acqua è un bene comune e non può essere ceduta alle multinazionali.

2° REFERENDUM (scheda gialla): DETERMINAZIONE DELLA TARIFFA DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO IN BASE ALL’ADEGUATA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO. ABROGAZIONE PARZIALE DI NORMA.

Se si vota NO: Resta valida la legge che permette di guadagnare sulla vendita dell’acqua e di spostare sugli utenti il rischio imprenditoriale. Il gestore potrebbe aumentare la tariffazione del servizio solo in virtù del fatto che ai soci non siano distribuiti sufficienti utili.

Se si vota SI: Viene abrogata quella parte della legge che permette ai gestori privati di ottenere un guadagno dal capitale investito, praticamente di realizzare profitti dalla vendita dell’acqua.

3° REFERENDUM (scheda grigia) : NUOVE CENTRALI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA NUCLEARE. ABROGAZIONE PARZIALE DI NORME.

Se si vota NO: il permesso di costruire centrali nucleari rimane valido.

Se si vota SI: il permesso di costruire centrali nucleari viene tolto.

Il Governo ha rinviato di un anno ogni decisione sulle centrali nucleari. Nel 1987, dopo lo scoppio della Centrale di Chernobyl, gli elettori italiani avevano votato contro le centrali nucleari con una maggioranza dell’80%.

4° REFERENDUM (scheda verde chiaro): ABROGAZIONE DI NORME IN MATERIA DI LEGITTIMO IMPEDIMENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E DEI MINISTRI A COMPARIRE IN UDIENZA PENALE.

Se si vota NO: il legittimo impedimento rimane.

Se si vota SI: il legittimo impedimento viene cancellato.

Il legittimo impedimento permette al Presidente del Consiglio e ai ministri di non recarsi in un’udienza penale a loro carico se sopraggiungono impegni di carattere istituzionale. La vittoria dei SI eliminerebbe questa prerogativa.

CHI PUO’ VOTARE : I cittadini che hanno compiuto 18 anni

VALIDITA’ DEL REFERENDUM : Ogni Referendum per essere valido deve raggiungere il quorum, cioè deve recarsi a votare il 50% più uno degli elettori che hanno diritto al voto. Se il quorum non viene raggiunto resta in vigore la legge attuale, qualunque sia il risultato del referendum.

PRECAUZIONE : Se in cabina si mettono le schede una sull’altra si rischia che il segno di una scheda passa anche su quella sotto. E’ meglio votare dopo aver aperto una scheda alla volta.

SONO PER IL NO : I partiti di Governo

SONO PER IL SI : I partiti dell’opposizione e i Comitati referendari

mercoledì 25 maggio 2011

La traballante economia locale

Matrimonio Tania e Campanelli e Varie 113 

Comunicato dell’Associazione.  A detta d’illustri economisti il periodo che si sta vivendo è caratterizzato da una delle crisi economiche più importanti dal dopoguerra a oggi. Gli effetti prodotti hanno portato alla chiusura diverse aziende nei campi più disparati, all’aumento della disoccupazione e a un impoverimento generale, tant’è che si parla che un italiano su quattro vive nella soglia di povertà. E’ naturale che a risentirne maggiormente siano le zone interne del sud già storicamente penalizzate rispetto a quelle costiere. Se a ciò si aggiunge la grave crisi economica in cui versa la Regione Campania, incapace di mettere in atto serie politiche di sviluppo, e l’inadeguatezza delle amministrazioni locali, le nostre zone sono destinate, come tra l’altro dimostra la crescente fuga di giovani, a essere marginalizzate sempre di più.

Si dirà cosa c’entra tutto ciò con Guardia?

Ebbene in tempo di crisi ogni intervento serve a puntellare la traballante economia locale. Ogni cantiere aperto interesserà una parte del mondo lavorativo guardiese. Un muratore, un manovale, un elettricista, un falegname, un commerciante… ecc.,  ne riceverà sicuramente beneficio.

Si dirà cosa c’entra ancora tutto ciò con Guardia?

E allora è presto detto. Ci chiediamo che fine hanno fatto e quanto si darà corso (se mai avverrà) a taluni progetti ereditati dalle amministrazioni passate che potrebbero dare lavoro, seppur temporaneo, a questa comunità? 
- Quando si realizzerà il progetto di “interventi di recupero delle facciate” fermo da settembre 2010 (scadenza presentazione delle domande settembre 2010)? 
- Quando si realizzerà il progetto di recupero di palazzo Marotta-Romano? 
- Quando si realizzerà il progetto del Museo entomologico delle farfalle e della microfauna locale? 
- Quando si realizzerà il centro sociale previsto in via Pietralata? 
- Quando saranno finalmente operativi gli impianti fotovoltaici la cui gara si è svolta una prima volta addirittura nel settembre 2009, ripetuta nel febbraio 2010 e aggiudicata il 9 marzo 2010? 
Certo la realizzazione di queste opere, già approvate e finanziate da tempo, non risolverà i problemi lavorativi dei guardiesi, ma potrebbe peggiorarli nel caso di revoca dei relativi finanziamenti.

Associazione  icoraggiosi

domenica 22 maggio 2011

Note finali all’ukaz del 20/05/2011 di “un presunto condottiero guardiese senza umiltà e senza potere”

ritorno-al-futuro di Giuseppe Falato. Non abbiamo dubbi: l’incipit dell’ultimo intervento di un guardiese (già ex Sindaco) che non vuol essere preso in giro conferma la “nostra” teoria: c’è qualcuno - che lavora ma non vive in questo paese - ammalato di cesarismo che sputa ukazy senza capo né coda, in una miscellanea di domande e risposte che c’entrano come il cavolo a merenda.

Pontificare a nome di una comunità, schifando “le ipocrite lezioni sociologiche e politologiche” di chi senza interesse alcuno cerca di analizzare le ragioni della crisi culturale di questa comunità, è il sintomo principale di quella malattia che colpisce “i castrati del potere”.

E poi: chi sarebbero quei guardiesi che chiedono di sapere l’”inconfessabile motivo” della rinuncia alla lista da parte de “i coraggiosi”? Magari proprio quelli che volevano quella lista per continuare a fare i loro porci comodi aliunde, a danno degli “altri guardiesi”?

Egregio frequentatore dell’ottimismo della vita, questa rinuncia alla competizione elettorale ha evidenziato a chiare lettere chi ha votato chi ed ora grazie a questo “tavolo della rinascita” sappiamo anche perché.

Ricordi e se lo appunti: non ci meraviglieremo dell’ennesimo revirement nella sua quasi quarantennale carriera politica (magari in veste “provinciale”) accanto al suo ex collega di uno dei suoi tanti partiti politici, già segretario provinciale ed oggi consigliere regionale.

Per noi, stanchi di sentire, da anni ormai, frasi fatte, slogan, acronimi insignificanti,  questa polemica si può chiudere, perché è proprio vero, parafrasando H. Broch, che la politica che nasce dall’uomo e dovrebbe essere fatta per l’uomo, per alcuni sopravvalutati esponenti della cosiddetta classe dirigente spesso è diretta contro l’uomo.

Last but no least: a nessuno piace essere preso in giro, ma quando gli artefici del raggiro vogliono essere a tutti i costi sempre gli stessi “il disagio esistenziale” potrebbe definitivamente trasformarsi in “rivolta consapevole”, anche se “uccidere un uomo politicamente morto” non è da “coraggiosi” e quindi non ne vale la pena!

Giuseppe Falato

sabato 21 maggio 2011

In difesa di Raffaele Pengue



di Angelo Mancini. Intervengo, e su questo tema poi tacerò per sempre, per difendere Raffaele Pengue, quello da me conosciuto e frequentato negli anni romani, finito in questo tritacarne paesano, che non si giustifica, malgrado qualche "leggerezza" da lui commessa. Le persone vanno sempre e comunque salvaguardate.

Perché?! Perché non credo, e lo dico con sincero e sommo dispiacere, che lui sia l’autore del libro che tanto clamore ha provocato in questi giorni e, quindi, non meriti la pubblica gogna.

O Raffaele Pengue,"di Roma", come lo chiamavo negli anni in cui l’ho frequentato, e di cui ricordo la squisita ospitalità familiare, ha fatto un meraviglioso e strabiliante percorso da autodidatta, alla Gavino Ledda, tanto per intenderci, oppure è un nome preso in prestito, fittiziamente usato da altra persona, dotata, bisogna riconoscerlo, di grande spessore culturale.

Nel primo caso ne sarei felicissimo, ma, come un San Tommaso qualunque, vorrei delle prove certe, che fino ad oggi sfortunatamente mancano, per complimentarmi vivamente con lui.

Nel secondo caso gradirei conoscere la persona, perché uno pseudonimo non artistico, che serve solo a celare la vera identità, è un escamotage al di sotto del suo talento, che viene offeso e degradato a un surrogato di presunta, altezzosa e narcisistica superiorità.

Angelo Mancini

venerdì 20 maggio 2011

I furbetti del paesino.

di Gaetano Morone. Mi fa specie che alcune personalità politiche, resistono da circa 40  anni  pur gestendo in “strano” modo la cosa pubblica e accontentando in modo assoluto la propria cordata a  discapito di tutta la comunità. Nell’ultima  tornata amministrativa volta al massimo corporativismo  è venuto fuori un sotterraneo, ma non tanto, accordo di bottega tra i vari competitor,  al fine di cambiare qualche suddito ma non i poteri dei vari  vicerè. Molto probabilmente qualcuno  si è letto il Gattopardo  di Tommasi di Lampedusa, peraltro, non citandolo in alcuna, è recente, presentazione locale di qualche “libello”, ed ora si vuole mettere intorno al tavolo per fare un comitato di rinascita per i cittadini guardiesi.

Mahh ...

Prima di un tavolo, in questo Paese,  si dovrebbe fare una Norimberga delle coscienze, perseguire nella nostra mente ogni idea di essere i migliori, i predestinati, cancellare dalla nostra memoria le troppe volte che si è operato contro gli interessi di tutti, tutte le volte che la meritocrazia è stata offesa e vilipesa, ogni volta che l’intelligenza è stata messa da parte a favore della furbizia.

E che le mummie vadano nei musei.

martedì 17 maggio 2011

A proposito di tavoli

 

tavoli Comunicato dell’Associazione. Dopo un anno esatto dalle ultime elezioni comunali ricomincia il teatrino della politica. A darne il via, (occasionalmente o) preparata ad arte, è stata la presentazione in pompa magna di un libro su Guardia di un nostro compaesano. Per qualcuno, in malafede, l’opera evidenzia le problematiche che attanagliano la nostra comunità e ne indica le strade da percorrere per uscirne. Di fatto, invece, non è altro che un copia-incolla integrale (un falso) da articoli e scritti vari di Marcello Veneziani, giornalista, filosofo, scrittore, di dubbia efficacia e addirittura offensivo per le coscienze dei guardiesi per il trattamento riservato alla nostra comunità, avallato dal gota della politica guardiese e non, incline a pensare che essa possa accettare qualunque cosa (anche un libro pacchianamente copiato talmente vago e generico da adattarsi a qualsiasi realtà).

A partire da questo falso, e perciò con bieco cinismo, si sono sprecati appelli a rimboccarsi le maniche, a sforzi comuni, alla tolleranza, per far sì che la nostra comunità esca dalla grave situazione economica culturale e sociale in cui versa, addirittura prefigurando l’insediamento di “tavoli per la rinascita” di Guardia, capaci di superare il dualismo causa dell’attuale situazione di stasi.

Di fatto, però, l’insediamento del ”tavolo” è già avvenuto alla presentazione del libro ed è stato il naturale sviluppo di ciò che si è visto durante la passata tornata elettorale. In questo quadro è naturale nutrire più che un dubbio che “i tavoli per la rinascita” possano rappresentare la soluzione ai gravosi problemi di questa comunità, soprattutto se gli attori principali che vi siedono sono gli stessi che ne hanno determinato le sorti negli ultimi trent’anni.

Al contrario è lecito pensare che servano solo ed esclusivamente a qualcuno per rientrare in gioco in vista delle prossime elezioni provinciali ed a qualcun altro per continuare a fare la politica degli ultimi trent’anni, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Per uscire dalla situazione di crisi, per cambiare rotta e per creare le condizioni di un futuro di speranza, bisogna favorire la partecipazione e la condivisione delle scelte, promuovere l’impegno culturale, politico e civile nella comunità, diffondere il valore della politica come strumento a servizio del cittadino e non dei singoli interessi.

Si abbia il coraggio di fare un passo indietro e lavorare per favorire l’avanzata di una classe dirigente non collusa con i metodi del passato e che non si faccia intrappolare nei personalismi con l’obiettivo di perseguire il bene comune.

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Da hic et nunc a hinc et inde

di Giuseppe Falato. E’ vero, non giriamoci intorno: dietro ogni talento vi è un talent scout e nel caso del nuovo Voltaire guardiese appare evidente chi sia (stato).

In altri tempi, però,  la sua non sarebbe stata una difesa di ufficio.  I suoi interventi sarebbero stati molto più pungenti; oggi, invece, mi sembrano gli acuti di un Farinelli del potere. Per essere più chiari:  siamo di fronte non a un divus caesar , ma ad un napoleonide ammalato di cesarismo.

D’altra parte, che sia in grossa difficoltà è provato dal fatto che dal suo amato Collodi questa volta non ha estrapolato il solito Pinocchio ma un altro pezzo di legno:  il “tavolo della rinascita” (sic!).

Domando a me stesso (ma anche a chi si è innamorato di questa proposta): chi propone questa stravagante seduta spiritica di resurrezione attorno ad un tavolo della fratellanza,  non aveva ottenuto una vittoria storica per questa comunità e poi si è comportato esattamente come i suoi predecessori? Non ha sostituito una banda con un’altra, premiato i suoi e punito gli altri? Forse mi sbaglio, ma nel temporaneo olimpo (tanto per essere in tema col suo “studiato” sarcasmo) di quei mitologici trenta mesi della sua amministrazione non mi pare che questo paese sia cambiato.

Ergo, può mai essere che uno dei boia che ti ha mozzato la testa possa farti rinascere intorno ad un tavolo? Quand’anche ciò dovesse accadere, nella migliore delle ipotesi, ti farebbe rinascere pecora!

Sono profondamente addolorato per la solitudine che vive il genio che promuove il talento, ma parlare per slogan non ha sortito l’effetto sperato. Da  un po’ di tempo, egregio ottimista “innamorato di questa terra”,  la sento ripetere, con il latinetto in uso nei tribunali , che  vuole tutto hic et nunc e credo proprio che questa posizione hinc et inde sia quella più adatta a lei - che gode nel pronunciare questa dotta espressione -  e a quelli che hanno avuto “una certa sintonia, se non unità d’intenti nella scorsa campagna elettorale”.

A chi, poi,  auspica  “teste ben quadrate per tavoli senza pregiudizi e primogeniture di sorta” auguro good luck  perché - piallato a dovere -  finirà (in)consapevolmente col  fungere da “terza gamba” per questo traballante e azzoppato “ tavolo della rinascita”.

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Elogio del silenzio - quasi un intertesto ( bene o male)

DJ Maximz - The skylinedi Giuseppe Falato.  Dopo i “testi” pubblicati su questo sito, non ho saputo resistere alla tentazione di inserirmi con un  “intertesto” e questo perché,  il ventesimo giorno del quarto mese dell’anno 2011 alla presentazione io c’ero. Non mi interessano gli aspetti “letterari” del libbro (non vi meravigliate della mia ortografia,  nell’opera c’è di peggio: a Guardia dobbiamo restituirGLI oppure un schiavo e così via) già ampiamente trattati negli interventi precedenti, ma ciò che voglio sottolineare è lo strabismo culturale e l’inettitudine  intellettuale che hanno pervaso l’intera manifestazione.

Voi mi chiederete: ma come, alla kermesse ha parlato chi ha letto uno, nessuno e centomila libri, chi ha risollevato le sorti della cultura locale sottoscrivendo alla cieca il primo abbonamento al primo quotidiano locale, chi dà lezioni di politica da oltre trent’anni e tu parli di strabismo culturale e di inettitudine intellettuale?  Ebbene, sì, è proprio così.

La questione, infatti, sta in questi termini: o chi è intervenuto non aveva letto il libbro (e questo è gravissimo di per sé) oppure aveva letto il libbro, ma  ha pensato di volare alto con finissime quanto astruse analisi economico-sociali del tutto inconferenti rispetto all’opera del Nostro.

Io, fossi in loro, andrei a (ri)leggere Smith, Marx, Erasmo da Rotterdam, Proudhon (questi sono alcuni dei nomi sbandierati alla presentazione) e poi mi dissocerei da quanto è stato detto nell’occasione, atteso che, quand’anche certe cose siano state fatte in buona fede, al di sopra di tutto c’è il rispetto delle persone e della loro intelligenza.

A tal proposito, vorrei semplicemente osservare che quando, per ipotesi, si parla di tolleranza, anziché intertestualizzarsi continuamente con R. Florida, una volta tanto si citi Locke (Lettera sulla tolleranza) e si mettano in pratica i precetti del grande filosofo (questo, per un cattolico praticante, ad esempio, non dovrebbe essere un problema), perché diversamente si possono rappresentare solo gli inesistenti guardiesi del libbro.

Infine, citazione per citazione, se, come diceva Cartesio, l’uomo si distingue dall’animale perché è dotato della parola con cui può comunicare il proprio pensiero, devo pensare che si vuole che questa comunità degradi ad animale tacendo o ragliando per sempre.

Ah, dimenticavo: ma in questo paese scrivono, leggono e parlano solo gli ingegneri?

La protervia non serve

OVERCOLORED - Corvus Corone Cornixdi Raffaele Garofano. Non serve lo scherno. Le minacce non servono. Una sgamatura è una sgamatura. E la intertestualità non affranca dalla citazione delle fonti. Sennò è plagio, senza distinguo possibili. Esempio:“Siete stato pesato, siete stato misurato e siete stato trovato mancante”, battuta guida del film “Il destino di un cavaliere” diBrian Helgeland.

E non c’è romanzo storico ambientato nella Valle Telesina del 1150 che tenga, se è estratto per copia conforme da “I pilastri della terra” di Ken Follett.

È inquietante, piuttosto, che non ci siano commenti o altri interventi per questo grave caso. Una strana pace si è instaurata in questo paese. Come da camposanto. Passo e chiudo.

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Ho (quasi) letto un libro

Rein - Occidentedi Raffaele Garofano. Mi hanno comprato un “libro”. Con obbligo, bene o male, di restituzione. Un libro su Guardia (e quindi sui guardiesi) presentato di recente. Un tarlo mi ha preso, nella lettura, come di un che di anomalo, di deja vu, di un frasario e una scelta di sostantivi ed aggettivi troppo stringente, troppo da laureato in filosofia.  Ad un certo punto la frase:  “Guardiesi si nasce ma si può morire, anche da vivi”. Questa l’avevo già letta da qualche parte! Ho effettuato un rapido controllo su Internet ed ho trovato la frase originale: “Italiani si nasce ma si può morire, anche da vivi”.

È l’incipit di un articolo di Marcello Veneziani, puntualmente laureato in filosofia, dal titoloGrande popolo in piccolo stato, pubblicato il 17.01.2010 sul quotidiano Il Giornale. La sorpresa non sorprendente, però, è stata la constatazione che buona parte dell’articolo è riportata alla lettera nel “libro”, anche se a spezzoni in pagine diverse. Unghia incarnita. E se tanto mi dà tanto…

Ho ricominciato dalla premessa: interamente copiata da un altro articolo di Marcello Veneziani: La lezione di Pasolini, a sinistra prendono lucciole per lanterne, pubblicato in Sottoosservazione’s Blog il 30.09.2009.

È bastato poco per verificare che il “libro” è pressoché interamente copiato, fondamentalmente da articoli e opere di Marcello Veneziani e, in misura minore, da altre fonti.

Oltre agli articoli sopra citati, infatti, sono stati largamente copiati i seguenti, in successione(e si può verificare, ove mai qualcuno si imbatta in siffatto “libro” e lo riconosca, semplicemente scrivendo i titoli corsivi in un portale Internet):

  • - SUD Un viaggio civile e sentimentale – Marcello Veneziani – Edizioni Mondadori 2009
  • - Il dialetto e l’amore per la propria terra – La voce della Marsica – 15.06.2009
  • - Sud op. cit. di Marcello Veneziani,  “Leuca, capo e coda”, pag. 10
  • - Auguri Italia, terra di mezzo segnata da eccessi e opposti – Marcello Veneziani – destra news 14.03.2011
  • - La classe dirigente fondata sulla sabbia – Marcello Veneziani – Libero 19.04.2009
  • - I nemici dell’Italia – a cura di Marcello Veneziani – riportato da Luigino Ferrari in Bulletin forum 21.09.2008
  • - Una gioventù bruciata, assetata di trasgressioni – Marcello Veneziani -  Il Giornale 22.12.2010
  • - La cultura del lavoro – Marcello Veneziani – Libero 30.08.2007

Ho rinunciato ad andare oltre, tale è stato lo scoramento. E non per l’azione dell’autore per la quale mi mancano qualificazioni, ma per il sottinteso, disonesto, trattamento riservato a questa comunità. Che è considerata, volenti o no, come una massa di portatori di anello al naso alla quale si può ammannire qualunque cosa, anche un libro non scritto ma pacchianamente copiato, e più di una volta, tanto… quand s n’addonan st cafuna. Recando ridicolo su vite intere di sacrifici per mandare figli a scuola, i giovani di cui si vaneggia tanto, e dovendo constatare che se non si sta più che all’erta non sarà servito a nulla, perché la manipolazione, in fondo, è anche troppo facile da praticare.

Ed è doloroso dover rilevare, infine, che in questo gioco a far male è coinvolta una classe dirigente, anche sovracomunale, che per incultura o per misero calcolo politico o per apparire o per inerzia o per quieto vivere o per qualunque altro miserabile disegno o interesse, non esercita la dovuta verifica prima di avallare operazioni che minano dalle fondamenta l’ultimo barlume di credibilità della cittadinanza guardiese.

giovedì 5 maggio 2011

Un guardiese, bene o male, senza l'anello al naso

di Vincenzo Falato.anello_al_naso Incomincio con fare pubblica ammenda per non aver letto il “libbro” e non essere stato presente alla presentazione (ringrazio Giuseppe Falato per la puntuale informazione) e penso che a questo punto non valga neppure la pena di  leggerlo in fotocopia. Ringrazio l’ingegnere Garofano per aver studiato per me e pertanto come un buon padre di famiglia(certamente un buon amministratore) ha cercato di aprire gli occhi (come sempre) a r’attll!

A me, non “sommo poeta” e neppure  “intellettuale abituato all’uso sfrenato della intertestualità”,  interessa solo sapere di chi è la colpa che queste cose accadono in questa nostra comunità con il ben placido consenso  (buona fede? riconoscenze elettorali?) dei nostri rappresentanti più illustri interni ed esterni.

Perchè non vorrei che passasse  il fatto “bene o male” che i Guardiesi possono essere trattati continuamente come persone che hanno l’anello al naso.

Invito i miei concittadini a riflettere ed a non sottovalutare l’accaduto….. poiché fra cinquant’anni, con questo copia ed incolla, qualche nostro concittadino potrà pensare alla esistenza  di tal grandi uomini guardiesi anche nel campo poetico-letterario-filosofico.