domenica 22 maggio 2011

Note finali all’ukaz del 20/05/2011 di “un presunto condottiero guardiese senza umiltà e senza potere”

ritorno-al-futuro di Giuseppe Falato. Non abbiamo dubbi: l’incipit dell’ultimo intervento di un guardiese (già ex Sindaco) che non vuol essere preso in giro conferma la “nostra” teoria: c’è qualcuno - che lavora ma non vive in questo paese - ammalato di cesarismo che sputa ukazy senza capo né coda, in una miscellanea di domande e risposte che c’entrano come il cavolo a merenda.

Pontificare a nome di una comunità, schifando “le ipocrite lezioni sociologiche e politologiche” di chi senza interesse alcuno cerca di analizzare le ragioni della crisi culturale di questa comunità, è il sintomo principale di quella malattia che colpisce “i castrati del potere”.

E poi: chi sarebbero quei guardiesi che chiedono di sapere l’”inconfessabile motivo” della rinuncia alla lista da parte de “i coraggiosi”? Magari proprio quelli che volevano quella lista per continuare a fare i loro porci comodi aliunde, a danno degli “altri guardiesi”?

Egregio frequentatore dell’ottimismo della vita, questa rinuncia alla competizione elettorale ha evidenziato a chiare lettere chi ha votato chi ed ora grazie a questo “tavolo della rinascita” sappiamo anche perché.

Ricordi e se lo appunti: non ci meraviglieremo dell’ennesimo revirement nella sua quasi quarantennale carriera politica (magari in veste “provinciale”) accanto al suo ex collega di uno dei suoi tanti partiti politici, già segretario provinciale ed oggi consigliere regionale.

Per noi, stanchi di sentire, da anni ormai, frasi fatte, slogan, acronimi insignificanti,  questa polemica si può chiudere, perché è proprio vero, parafrasando H. Broch, che la politica che nasce dall’uomo e dovrebbe essere fatta per l’uomo, per alcuni sopravvalutati esponenti della cosiddetta classe dirigente spesso è diretta contro l’uomo.

Last but no least: a nessuno piace essere preso in giro, ma quando gli artefici del raggiro vogliono essere a tutti i costi sempre gli stessi “il disagio esistenziale” potrebbe definitivamente trasformarsi in “rivolta consapevole”, anche se “uccidere un uomo politicamente morto” non è da “coraggiosi” e quindi non ne vale la pena!

Giuseppe Falato

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